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Quassù dove una volta c'era il mare
Vista da Imerio - ( Imerio)
Sentendomi con Giorgio, decidiamo di disegnare l’escursione (la prima dell’anno per noi Malnat e la seconda per i Girovagando) intorno ad un rifugio aperto, in modo da poter pranzare al caldo, visto che oggi è anche previsto un meteo freddo e nuvoloso che non ci farà vedere i sole.
Dopo aver contattato una decina di rifugi, molti dei quali chiusi o non reperibili, optiamo per un giro nella zona dei Corni di Canzo, dove qualcuno di noi è già stato tante volte, ma dove è sempre bello ritornare per la vicinanza a casa e per la variabilità dei percorsi.
Partiamo quindi verso le otto dal parcheggio delle fonti di Gajum e, dopo aver seguito brevemente il corso del Torrente Ravella, lo superiamo verso destra seguendo il sentiero n° 7 che inizia a salire ripido nel bosco e così sarà per circa un’ora e mezza, fino a quando sbuchiamo nei prati davanti al Rifugio Marisa Consigliere.
Fatta una breve sosta ristoratrice ripartiamo subito verso il Monte Rai, per poi proseguire verso il Monte Prasanto, apprezzando la veduta su alcuni fossili che si trovano in questa zona e su alcuni fenomeni di erosione del calcare, sempre descritti da tabelle esplicative presenti lungo il percorso.
Dopo aver essere scesi alla Colma di Ravella, una bella sella attrezzata da cui si dipartono diversi sentieri, prima di scendere al Rifugio Terza Alpe, facciamo una breve deviazione per andare a «trovare» il Faggio del Fo’, un albero centenario che svetta nel bosco.
Raggiunto il rifugio ci mettiamo in libertà e prendiamo posto al nostro tavolo, dove mangiamo proprio di fianco al camino, apprezzando il fatto di essere in pochi e di godere con tranquillità di questa bella struttura che invece, nei fine settimana non invernali, viene presa d’assalto da centinaia di persone, cosa che la rende poco «vivibile».
Ed è solo dopo circa un paio d’ore che usciamo dal rifugio per tornare al parcheggio seguendo per il ritorno la comoda stradina acciottolata che passa per il Rifugio Prima Alpe.
Per chi ama la geologia, ma anche per l’osservatore comune, queste sono zone di notevole interesse, perché permettono di individuare e vedere con facilità antichi fossili e particolari forme di erosione nelle zone calcaree che una volta costituivano il fondale marino; in particolare oggi siamo transitati nella Riserva Naturale del Sasso Malascarpa, una delle zone di maggiore interesse geologico, geomorfologico e paleontologico della Lombardia, oltre che di indubbio fascino paesaggistico, ubicata sul crinale a cavallo fra le province di Como e Lecco, nel Triangolo lariano.
Alla fine poi abbiamo camminato per quasi 5 ore (compreso il ritorno dal rifugio), superando un dislivello di 970 m su un percorso ad anello di 11,2 km (sempre un buon allenamento) percorrendo sentieri facili anche se un po’ ghiacciati nella zona dei crinali Rai – Prasanto.
Ottima la compagnia come sempre!

Video Percorso Interattivo
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