Concarena-Monte Vaccio 2338 e Dosso Isiga 1562 da Losine
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Escursione in Valcamonica in solitaria.
Il Monte Vaccio è la propaggine più meridionale della Concarena, che presenta verso sud un ripido pendio erboso, che nella stagione giusta è piena di stelle alpine, gli altri versanti sono invece alquanto dirupati e rocciosi.
Avendo già salito questa cima altre volte in doppietta con la più alta Cima Bacchetta, ma partendo da una quota più alta, stavolta cerco di fare la sua salita dal fondovalle camuno, praticamente dal fiume Oglio.
Il cimitero di Losine possiede un bel parcheggio 335 m e da lì inizierà questa escursione.
Salgo tra le stradine del paese, passando dalla chiesa, mi porto nella parte alta, nel rione Castello. Qui si legge appena su di una casa la scritta antica "Strada del Monte", ed è proprio questa ripida micro-stradina che seguirò.
Si passa da un rumoroso edificio di acquedotto e la via diventa sempre più stretta e ripida. Un tratto cementato e del tutto ghiacciato, mi obbliga quasi a gattonare. Si passa da alcune piccole costruzioni di acquedotti e il percorso comincia a inselvatichirsi, fino ad arrivare a una bella baita abbandonata sovrastata da una poco rassicurante roccia. Qui perdo un attimo la retta via, che invece al ritorno farò quasi senza problemi. In pratica vado sulla destra del roccione, ma poi la traccia entra in un mare di rovi e allora attaccandomi alle piante vado sulla dorsale e in breve risalgo a un gruppo di baite ristrutturate in località Gibezza 840 m, da cui svoltando a sinistra arrivo in breve sulla carrareccia Cerveno-Monte Arsio ( Monti di Cerveno su alcune carte ). Questa strada sebbene sia sterrata è molto larga.
La percorro lungamente verso sinistra in leggera salita, fino ad arrivare alle località Zuff e Monte Arsio ( Monti di Cerveno ) 1283 m. Qui svoltando a destra verso nord, passo da varie baite tra i prati, per aggirare il Dosso Isiga 1562 m, a est e poi risalirlo da nord in breve ( pendio molto dolce ).
Ora vedendomi davanti il pendio del Monte Vaccio già quasi senza neve, decido di tentare la sua risalita.
Nel primo tratto non si vede alcuna traccia, poi ogni tanto qualcosa si intuisce e si può percorrere. In ultimo il pendio diventa decisamente molto ripido.
Spettacolare quando ci si affaccia alla grande crepa della Concarena, quella da cui emerge il "Coren del Dente" come una pinna di squalo.
Nel tratto finale con qualche chiazza di neve c'è da prestare molta attenzione, e infine arrivo alla croce di vetta del Monte Vaccio 2338 m, da cui si gode un panorama eccezionale sulle vette più alte della Concarena e sul vicino Cimon della Bagozza.
Per la discesa calzo i ramponi che mi saranno utili sia sulla neve che sulla scivolosa erba olina ( chiamata isiga in Valcamonica ).
Il resto della discesa sarà quasi per la stessa via, eccetto alcune minime varianti.
Mezz'ora la percorrerò al buio.
Il Monte Vaccio è la propaggine più meridionale della Concarena, che presenta verso sud un ripido pendio erboso, che nella stagione giusta è piena di stelle alpine, gli altri versanti sono invece alquanto dirupati e rocciosi.
Avendo già salito questa cima altre volte in doppietta con la più alta Cima Bacchetta, ma partendo da una quota più alta, stavolta cerco di fare la sua salita dal fondovalle camuno, praticamente dal fiume Oglio.
Il cimitero di Losine possiede un bel parcheggio 335 m e da lì inizierà questa escursione.
Salgo tra le stradine del paese, passando dalla chiesa, mi porto nella parte alta, nel rione Castello. Qui si legge appena su di una casa la scritta antica "Strada del Monte", ed è proprio questa ripida micro-stradina che seguirò.
Si passa da un rumoroso edificio di acquedotto e la via diventa sempre più stretta e ripida. Un tratto cementato e del tutto ghiacciato, mi obbliga quasi a gattonare. Si passa da alcune piccole costruzioni di acquedotti e il percorso comincia a inselvatichirsi, fino ad arrivare a una bella baita abbandonata sovrastata da una poco rassicurante roccia. Qui perdo un attimo la retta via, che invece al ritorno farò quasi senza problemi. In pratica vado sulla destra del roccione, ma poi la traccia entra in un mare di rovi e allora attaccandomi alle piante vado sulla dorsale e in breve risalgo a un gruppo di baite ristrutturate in località Gibezza 840 m, da cui svoltando a sinistra arrivo in breve sulla carrareccia Cerveno-Monte Arsio ( Monti di Cerveno su alcune carte ). Questa strada sebbene sia sterrata è molto larga.
La percorro lungamente verso sinistra in leggera salita, fino ad arrivare alle località Zuff e Monte Arsio ( Monti di Cerveno ) 1283 m. Qui svoltando a destra verso nord, passo da varie baite tra i prati, per aggirare il Dosso Isiga 1562 m, a est e poi risalirlo da nord in breve ( pendio molto dolce ).
Ora vedendomi davanti il pendio del Monte Vaccio già quasi senza neve, decido di tentare la sua risalita.
Nel primo tratto non si vede alcuna traccia, poi ogni tanto qualcosa si intuisce e si può percorrere. In ultimo il pendio diventa decisamente molto ripido.
Spettacolare quando ci si affaccia alla grande crepa della Concarena, quella da cui emerge il "Coren del Dente" come una pinna di squalo.
Nel tratto finale con qualche chiazza di neve c'è da prestare molta attenzione, e infine arrivo alla croce di vetta del Monte Vaccio 2338 m, da cui si gode un panorama eccezionale sulle vette più alte della Concarena e sul vicino Cimon della Bagozza.
Per la discesa calzo i ramponi che mi saranno utili sia sulla neve che sulla scivolosa erba olina ( chiamata isiga in Valcamonica ).
Il resto della discesa sarà quasi per la stessa via, eccetto alcune minime varianti.
Mezz'ora la percorrerò al buio.
Tourengänger:
Antonio59 !

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Kommentare (2)