Un anello compresi i 5 Laghi di Madonna di Campiglio


Publiziert von cai56 , 2. Oktober 2023 um 13:06. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Trentino-Südtirol
Tour Datum:28 September 2023
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 8:15
Aufstieg: 1493 m
Abstieg: 1493 m
Strecke:Circolare 20,97 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Brescia si seguono le indicazioni per Madonna di Campiglio e, oltrepassata Pinzolo, si prosegue fino al tornante precedente la frazione Sant'Antonio di Mavignola. Qui si devia a sinistra lungo la stretta strada della Val Nambrone; amplissimo parcheggio davanti al Rifugio Nambrone.

Il "Giro dei Cinque Laghi" di Madonna di Campiglio è, nella sua estensione completa o parziale, una delle escursioni più frequentate di questa località super-turistica: esiste perfino una cabinovia che ne prende il nome.
In estate tutta la zona subisce un assalto di gitanti ed anche in questa giornata di fine settembre a metà settimana si incontrano decine di persone: se vogliamo visitare i laghi - bellissimi - non c'è scampo, ma per l'avvicinamento ed il ritorno (percorso rivelatosi purtroppo irrimediabilmente meno felice) ci è stato sufficiente partire da una valle laterale, ben difficilmente presa in considerazione come accesso ai laghi. 
La Val Nambrone, di questa stiamo parlando, normalmente convoglia turisti ed alpinisti verso il Rifugio Segantini e la vicina Presanella, ma da questo versante rimane isolata e di conseguenza conserva un livello di selvaticità - considerata la vicinanza a tali "attrazioni" popolari - non frequente all'interno del Parco naturale Adamello Brenta. Poco conosciuti, durante la discesa si incontrano i ruderi di un forte austriaco che, sebbene non particolarmente valorizzati, vengono almeno tenuti ripuliti dalla vegetazione.
Da notare che la presenza del Bivacco Serodoli è puramente teorica: l'edificio, probabilmente in via di ristrutturazione dopo anni di abbandono, è aperto ma privo di suppellettili; si trovano solo un tavolo, una panca ed una barella pieghevole del soccorso alpino.
Come detto, il ritorno, causa irreperibilità di una traccia riportata su OSM, costringe a percorrere un lungo tratto della carrozzabile asfaltata della Val Nambrone. 


Già sul piazzale di parcheggio si trovano le prime indicazioni: in realtà non è indispensabile seguirle subito, visto che, seguendo per poche centinaia di metri la carrozzabile, si raggiungerebbe in più breve tempo il Ponte di Nambrone; ma l'alternativa di seguire il sentiero consigliato, che porta ad attraversare due volte il torrente Sarca di Nambrone, permette di addentrarsi per un buon tratto in una stupenda foresta di abeti tappezzata di muschi e licheni. Raggiunto quindi il Ponte di Nambrone (altro piazzaletto di parcheggio), si imbocca il sentiero SAT 217, che sale parallelo ad un ripido ramo del torrente. La traccia, molto sassosa per i frequenti dilavamenti dovuti alle impetuose piene primaverili, si omologa alle pendenze del torrente: il grado di inclinazione delle susseguenti rapide o vere cascate coincide con quello del sentiero. In un tratto (che precede un bivio per il Rifugio Cornisello) si incontra addirittura una serie di solide passerelle e scalinate di tronchi posta a scavalco di disagevoli massi sull'argine delle acque. Dopo aver ammirato la bella Cascata di Cornisello, si prosegue la salita nel bosco per portarsi a raggiungere il margine della spianata a pascolo dell'ex-Malga Vallina, ora casa di caccia privata (la caccia è consentita nei parchi naturali !); fin qui, grazie alla frequentazione venatoria, il sentiero, per non dire a tratti mulattiera, è stato molto evidente e delineato, ma, oltrepassata la baita, tende spessissimo a scomparire fra erba e sassi. La valle, sempre rettilinea, appare chiudersi verso l'alto nello stretto passaggio verso un gradino superiore: il sentiero (utili, se non indispensabili, i bolli di vernice) sale a tornanti per raggiungerlo infine con una lunga deviazione sulla sinistra. A circa 2000 metri di quota si arriva alla conca terminale (Busa degli Spini) compresa fra le vicine pareti del Monte Seròdoli (a destra) e la conca di Cagalat (a sinistra; il nome farebbe riferimento alle frequenti frane dove il materiale tonalitico di recente frattura appare quasi bianco). Dalla Busa appare evidente il canalone pietroso che sale fino al Passo di Nambrone: la traccia di sentiero - assai discontinua - approfitta delle povere strisce di pascolo fra le colate detritiche per guadagnare quota più agevolmente, ma poi si districa fra i grossi massi della valletta che costituisce l'anticamera del valico. Spettacolare la veduta sul sottostante Lago Gelato, che costituisce il primo incontro con i "Cinque Laghi"; il sentiero, di nuovo ben frequentato, scende gradualmente fin quasi a livello delle acque, poi accosta un gruppetto di pozze di origine morenica e si avvia a raggiungere il Lago Seròdoli, sulla cui riva è posto il brutto Bivacco Seròdoli. Nei pressi della diga (praticamente un muretto) che regola la capienza del bacino, si imbocca il sentiero in traverso che, a saliscendi, passa a monte del piccolo Lago Nero per oltrepassare il dosso pietroso che separa dalla conca del Lago Lambin. Attraversata la diga di regimazione, si prosegue con una salita e poi una discesa per raggiungere l'irregolare altopiano che precede il non ben delineato Passo Ritort: da qui il percorso cala a grandi curve nel pascolo scosceso fino a raggiungere la riva del vasto Lago Ritort. I Cinque Laghi sono stati avvicinati tutti: sono stupendi col loro colore blu intenso circondati da rocce che talora la luce colora di rosa; ma non bisogna dimenticare di allungare lo sguardo sull'altro versante della Val Rendena, dove si estende tutta la catena del Gruppo di Brenta. Il ritorno in direzione della Val Nambrone è, da questo punto, comunque molto lungo: la scelta più comoda e semplice è quella di mantenersi in quota il più possibile senza perdere od accumulare ulteriore dislivello, quindi ci avviamo in saliscendi verso la Malga Valchestria seguendo un versante radamente boscoso di pochi larici e abeti e molti mughi. Oltrepassato appunto il Pian dei Mughi (bivio per la frequentata Malga Ritorto), ci si avvia a scendere nella valle adiacente dove si allargano i pascoli - ancora caricati con equini - della Malga Valchestria. Da qui inizia nel bosco la vera discesa: con ampie e comode curve fra gli alberi si cala rapidamente fino alla spianata della località Clemp; qui si trovano i resti di un forte austriaco affacciato a difesa della valle, e l'alpeggio stesso risulta ricavato dallo spianamento e dall'adattamento di trincee e altre strutture militari. La località è raggiunta da una sterrata che parte da Sant'Antonio di Mavignola e occorre seguirla - in assenza di altre possibilità - per un lunghissimo tratto, in ripida pendenza su fondo cementato o selciato. Oltrepassato il quarto tornante, si trova - segnalato - un malagevole sentiero che scende (nell'ultimo centinaio di metri nemmeno più sentiero)  fino a confluire nella carrozzabile della Val Nambrone; inizialmente, in alternativa all'asfalto, c'è almeno la possibilità di seguire un recente percorso turistico che scorre pochi metri sopra la viabilità, ma poi, quando questo cambia versante per scendere a livello del torrente, cessa di risultare conveniente e non c'è rimedio alla strada fino al Rifugio Nambrone.

In pochi minuti dal parcheggio è possibile e consigliabile compiere un anello nel bosco per andare a visitare la potente cascata d'Amola ed il punto di confluenza fra la Sarca di Nambrone e la Sarca d'Amola: ambiente oscuro e suggestivo.  

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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