Il Pizzo Arera, Rochi, Francesco e la Bufera


Publiziert von rochi , 21. Juli 2023 um 23:06.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:21 Juli 2023
Wandern Schwierigkeit: T4- - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 5:15
Aufstieg: 972 m
Abstieg: 972 m

Raramente le gite in montagna con l'amico Francesco, forte istruttore di Suviving, sono state gite tranquille, svolte e risolte come da programma. Verrebbe da attribuire la responsabilità di tali indimenticabili imprevisti alla sua esuberante gioventù ma forse la dimentica gioventù del vecchio fa la sua parte o forse è la commistione delle due, fattostà che anche oggi, sul Pizzo Arera, difficilmente dimenticheremo e siamo felici di poterla raccontare.
Con l'automobile saliamo all'alpe Arera/Rifugio Saba, strada ripida ma in ottime condizioni: transito e parcheggio da pagare al totem alla partenza (4 euro, accetta carte).
Dall'alpe scegliamo di raggiungere il Rifugio Capanna 2000 con sentiero che si presenta ripido risalendo un costone prativo (in alternativa c'è una comoda stradina un po' più lunga). 
Lungo il percorso nuvoloni va e vieni e in prossimità del rifugio un primo violento acquazzone ci induce a entrare nel rifugio per un buon caffè e riflessioni sul da farsi.
Ampie schiarite ci mostrano la meta che si presenta particolarmente attraente.
Cediamo alla tentazione e andiamo. Risaliamo su ripido sentiero non sempre agevole, prendiamo velocemente quota, il cielo nuvoloso e un venticello malandrino ci rinfrescano dalle calure della pianura, la croce di vetta già ben visibile ci colma di entusiasmo.
Giungiamo all'attraversamento del canalone dal quale, per uscirne, occorre risalire un tratto attrezzato.
Il cielo brontola, poi grida, poi comincia a sputare acqua prima e grandine poi. Lampi illuminano il cielo pur apparendo lontani.
Il tempo di salire la zona attrezzata e si scatena la bufera: acqua e grandine da ogni lato, nebbia spessa come la maionese, elettricità nell'aria.
Decidiamo per la rinuncia e non senza paura affrontiamo la zona attrezzata in discesa: tutto è cambiato, siamo spaventati e congelati, bagnati come pulcini mitragliati dalla grandine, sappiamo che toccare la catena di acciaio potrebbe essere una sentenza in caso di fulmine ma non abbiamo scelta.
Francesco va per primo, i piedi non trovano gli appoggi, tutto scivola, una staffa non è stabile. Lui è forte però e ne esce e poi con tutta la pazienza del mondo mi guida in un'impresa che mi pare impossibile.
Nell'occhio del finimondo, non so in quanto tempo, ne esco anche io indenne.
Neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo (fumare qui sarebbe terapeutico ma non è logisticamente possibile) ed occorre pensare alla discesa sul quel pendio assediato dai fulmini che si abbattono a destra e e sinistra mentre con il cuore in gola procediamo sull'infida e scivolosissima discesa.
Quando le nebbie si alzano ci troviamo, fradici e alle soglie dell'ipotermia  sui prati sopra il rifugio il cui raggiungimento ha il sapore di un miracolo, uno dei tanti a dire il vero.
Grazie alle rifugiste di Capanna 2000 che forse mosse da pietà accettano di farci da mangiare alle 11:00 e grazie anche al gigantesco, magnifico cagnone che ha deciso di non mangiarci.
Dopo il pranzo la seppur banale discesa sulla carrareccia si presenta come un incubo perchè piove su noi bagnati e ghiacciati, poi come nelle più belle storie esce il sole e ci permette di giungere con felicità all'auto che ci attende da cinque ore abbondanti.
Tempi comprensivi di pause (anche pranzo al rifugio).
La gradazione T4 si riferisce alle condizioni trovate, altrimenti T3.
Sviluppo: 8,7 km (dati Strava); SE: 18,5 km circa.

Tourengänger: rochi


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