Via del Sale: da Uscio, a Valle Christi ed alla Chiesa Millenaria di Ruta


Publiziert von paoloski , 13. Juni 2023 um 13:39.

Region: Welt » Italien » Ligurien
Tour Datum: 5 Juni 2023
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 8:00
Aufstieg: 710 m
Abstieg: 878 m
Strecke:24,1 Km
Kartennummer:Via del Sale numero 4 Geo4Map

Ultimo giorno della mia Via del Sale, già a casa ho deciso di fare una variante finale al percorso canonico per andare a vedere le rovine del monastero di Valle Christi alla periferia di Rapallo.
Dopo aver fatto colazione lascio la locanda dove ho pernottato e percorro un breve tratto della Strada Provinciale 33 finché, grazie all'indicazione dell'app scendo con una scalinata ad una sottostante strada comunale molto poco trafficata, mi dirigo verso il centro di Uscio, un paese che sicuramente non avrà alcuna possibilità di partecipare al concorso di borgo più bello d'Italia. L'agglomerato è un insieme di alcune, poche, case notevoli, e centinaia di costruzioni per cui l'aggettivo "geometrile" suonerebbe come un complimento, vi è uno stato di abbandono e trascuratezza che suscita tristezza.
Raggiungo il municipio, seguo le indicazioni per la Colonia Arnoldi e, poco oltre, trovo il segnavia per il Passo dei Casetti. Salgo un sentiero che si addentra fra piccoli appezzamenti coltivati, case in ristrutturazione e bosco che avanza.
Al passo, dove si trova un'edicola dedicata alla Madonna Protettrice dei Cavatori, incontro il percorso della Via del Sale ma scopro anche le indicazioni per un percorso "colombiano" delle cave di lavagna...naturalmente decido di andare a vedere di cosa si tratta nonostante questo comporti un aggravio in termini di chilometri e dislivello.
Il sentiero, come sempre ben segnalato ma non altrettanto battuto passa nei pressi o accanto alle cave in cui le lastre di lavagna venivano estratte a colpi di piccone, un lavoro durissimo e pericoloso.
Incontro un paio di MTBiker in salita, proseguo in discesa, arrivo alla frazione di Crocette e svolto a destra per andare a percorrere un sentiero che corre più in alto, sentiero sempre con segnavia ogni pochi metri ma con tutta evidenza di scarsissima frequentazione.
Pochi metri sotto di me dovrebbe esserci la strada provinciale che sale al Passo di Spinarola ma il bosco è tanto fitto che non la vedo fino a quando sono a pochi metri dall'incrocio con questa. Qualche metro di salita su asfalto ed al passo ecco i segnavia della Via del Mare.
Ora seguo le indicazioni e cammino tranquillo, a differenza dei restanti sentieri ben poco mantenuti, la Via del Sale / Via del Mare, complice l'elevata frequentazione è un percorso che oscilla sempre fra difficoltà T1 e T2.
Poco oltre vedo una coppia ferma, si voltano e riconosco Giovanni e Raffaella, è la terza volta che ci incontriamo, proseguiamo insieme conversando fino al Passo del Gallo dove decidiamo di fare la sosta pranzo, poco sopra di noi vediamo il Santuario della Madonna di Caravaggio, alla sinistra Rapallo ed il Golfo del Tigullio. Riprendiamo a camminare e dopo qualche metro ecco il cosiddetto "rifugio Caravaggio": un tavolo ed una tettoia dall'aspetto precario. 
Avendo deciso di scendere a Valle Christi poco più avanti saluto Giovanni e Raffaella, e seguo le indicazioni per San Martino di Noceto, come mi aspettavo il sentiero, pur ottimamente segnalato, alterna tratti mantenuti ad altri in cui l'avanzare fra rovi ed ortiche diviene meno piacevole. Fino al santuario comunque la situazione non è poi così tragica, il peggio arriva dopo quando il sentiero si addentra fra case ed appezzamenti all'apparenza abbandonati e dove la vegetazione, complice il clima marino, diviene esuberante: vi sono olivi, aloe, aranci, limoni, palme ed oleandri misti alla vegetazione del sottobosco comune anche alle mie zone.
Arrivo all'incrocio con la Strada Statale Aurelia ed attraverso la periferia di Rapallo, quanto di più squallido mi sia mai capitato di vedere, seguo le indicazioni per le rovine e poco oltre ecco apparire il campanile, integro, e le navate diroccate. Un bel complesso in un contesto non proprio idilliaco. 
Ora mi avvio verso Ruta seguendo la strada che sale dapprima verso la frazione di San Massimo, lo svantaggio del percorrere a piedi certi luoghi è che si ha tutto il tempo di "ammirare" il degrado ai bordi delle strade, la trascuratezza di tante case e giardini e la sostanziale bruttezza di località che potrebbero essere magnifiche.
Dalla chiesa di San Massimo seguo alcune stradine che salgono in direzione di Ruta, a dire il vero l'app non mostra un collegamento ma mi fido del mio istinto: è impossibile che fra località abitate da centinaia di anni e poste a così poca distanza non vi siano dei sentieri o delle carrabili che le uniscano.
Così è infatti, salendo a naso fra recinzioni, muri di abitazioni, scalinate e sentieri arrivo finalmente sulla Via Aurelia a poche centinaia di metri dall'albergo dove alloggerò.
È ancora presto per cui decido di visitare la Chiesa Millenaria di Ruta, salgo una scalinata, passo accanto alla "nuova" chiesa seicentesca, procedo sulla strada ed infine eccola, chiaramente è chiusa. Mi accontento di vederla dall'esterno, scatto un paio di foto e...inizia a piovere, decido di avviarmi verso l'albergo e ripararmi sotto la veranda in attesa del check-in.

Fine della mia Via del Sale, domattina scenderò a Camogli, potrei farlo a piedi ma dopo quattro giorni all'umido le mie estremità giustamente protestano, ho un paio di fiacche e l'unghia del terzo dito del piede destro è sul punto di staccarsi. Così prenderò un autobus in modo da poter vedere con calma il borgo prima di prendere il treno che mi porterà a Genova e poi a Voghera dove ho lasciato l'auto.
Stasera una bella pizza, finalmente delle verdure e della frutta ed anche un paio di birre.

Nonostante il tempo inclemente ed il gran fango sono molto soddisfatto della mia Via del Sale: i primi due giorni e mezzo si attraversano luoghi bellissimi, l'accoglienza è veramente buona, ho mangiato e bevuto molto bene, in Liguria, forse per colpa del tempo uggioso quando non piovoso, i panorami non erano belli quanto quelli visti all'inizio ma a compensare c'era il lussureggiare di una vegetazione che spesso diveniva sovrabbondante. Una bella esperienza tutto sommato.

Resteranno senz'altro nei miei ricordi: la Locanda Belvedere a Pey, il rifugio Antola e l'Hotel "Alle Porte del Parco" per l'accoglienza, la cordialità e l'ottima cucina.

Tourengänger: paoloski
Communities: Hikr in italiano


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