Monte Derta (m.785), Monte Stivione (m.944)
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Brusimpiano è il classico paesino tranquillo, quasi assorto, di lago, in questo caso quello di Lugano o Ceresio. Posto a metà tra le più animate e turistiche località di Lavena Ponte Tresa e Porto Ceresio se ne sta appartata nel suo angolino, ma inaspettatamente rivela la sua propensione all'escursionismo proponendo almeno tre vie rivolte a monte, ognuna con la propria spiccata caratteristica, consentendo anche anelli ad ampio raggio sulle cime sovrastanti.
Lasciate le auto al parcheggio sulla via laterale a destra del semaforo sulla lacuale da Lavena a Porto Ceresio, si sale il paese stando a destra del Rio Trallo, incontrando un camminamento pedonale che raggiunge i cartelli segnaletici. Si entra in uno sterrato, ora a sinistra del torrente, che nella parte iniziale presenta evidenti segni di erosione e frana. Lo si solca con una passerella di cemento e porfido tornando a destra, seguendo fedelmente il corso d'acqua e le marcature in vernice azzurra, con pendenza lieve e brevi strappetti che non si alzano mai eccessivamente sopra esso. Incontrate varie rovine di una vecchia miniera e superata una prima suggestiva fascia di porfido si giunge a una sorta d'ingresso roccioso che, superatolo, giunge nel suggestivo "orrido" da cui cala la stupenda Cascata del Trallo.
La caratteristica principale di questo ambiente consiste nell'attraversamento di due distinte fasce rocciose: porfido del Monte Derta sul lato orografico destro e calcare del Monte Marzio su quello sinistro, caso peraltro non singolare sulle prealpi varesine (si pensi al Passo del Tedesco o alla "frattura" improvvisa tra Chiusarella e Martica). Certo qui è particolarmente suggestivo, complice la presenza dell'acqua.
Per proseguire l'ascesa occorre uscire dalla "porta" calcarea che ospita la cascata e scendere tramite canalino roccioso al torrente, trovato discretamente pieno e superato con particolare cautela nel punto apparentemente più "comodo": probabile che con ulteriori "piene" l'attraversamento risulti problematico e pericoloso. Ci si addentra ora in una sorta di ripido canale-valloncello, su infido e a tratti instabile terriccio in porfido, spostandosi gradualmente a destra verso la fascia calcarea, che presenta interessanti carsismi ed escavazioni, anche qui marcato da qualche segno azzurro. Si esce a una sorta di sella dominata da alte querce e castagni, da cui si risale l'orlo del pendio su tracce di animali, intercettando dopo pochi minuti il sentiero proveniente da Roncate. Lo si segue a sinistra iniziando un gradevole falsopiano con begli scorci panoramici sia sul Ceresio che sulla notevole gola del Trallo appena risalita, incontrando il bivio per Brusimpiano che c'interesserà in discesa. Si prosegue diritti risalendo dolcemente e transitando sotto alcuni minacciosi bastioni porfirici sotto il Monte Derta, giungendo alla mulattiera e quindi alla bella scalinata della Linea Cadorna a filo lago, altro luogo molto suggestivo. S'incrocia una trincea abbandonata, quindi una bella serie di zigzag nel rado bosco conducono a una cascina isolata, incontrando in breve la carrareccia proveniente da Cuasso al Monte. Si segue brevemente, finchè all'altezza della bella baita degli Alpini si devia a destra salendo sulla dorsale del Monte Derta, che presenta un primo cocuzzolo panoramico con una croce posta da non molti anni. Si percorre la dorsale boscosa stretti tra due trincee parallele giungendo al punto più alto (m.794), un'anonima radura, prima di giungere alla vetta "ufficiale" (ma errata) in cui il Parco delle Cinque Vette ha posto il cippo, con lieve apertura sul Ceresio (m.785). Si prosegue ulteriormente incontrando la strada militare per l'Alpe Croce, ma prima di raggiungerla deviamo al Sasso Paradiso (m.765), decisamente più bello e panoramico delle quote precedenti.
Scesi all'Alpe Croce intercettiamo una carrareccia verso l'anonima cima quotata a seconda delle carte m.935 e m.944, che tuttavia possiede almeno due toponimi antichi ma puntualmente omessi: Monte Stivione e Monte Scerè. Onde evitare di creare "confusione", perchè anche in Valganna c'è il Monte Scerrè, diamo qui precedenza al primo nome, più pertinente e omonimo alla bocchetta confinante ad ovest. Dopo pochi metri s'intercetta il sentiero delle MTB, che con lunghe svolte e traversi porta sulla boscosa cima, contrassegnata da un cartello che indica la partenza di qualche "race" ciclistica. Scendiamo per la dorsale opposta, incontrando un sentierino sul lato sud che con dolci svolte scende brevemente alla Bocchetta Stivione nord (m.878), da cui su ampia carrareccia erosa dalle acque si torna all'Alpe Croce.
Risaliti in breve al Sasso Paradiso, senza via obbligata e con discontinui sentieri d'animali tra radure, formazioni di porfido e bosco poco fitto si scende proprio all'altezza del bivio per Brusimpiano (cartelli) incontrato in mattinata. Lo si segue nel suo piacevole percorso, tra massi e affascinanti strutture in porfido, muri a secco e bunker militari sino a giungere quasi a picco sulla sponda opposta del Rio Trallo, il cui bosco finale è malamente infestato da palme tropicali francamente eccessive e fuori luogo. Una ripida scalinata a filo di alcune abitazioni chude il delizioso anello tra le vie della quieta ma sorprendente Brusimpiano.
Avanti così.
NB. Difficoltà del giro mediamente T2, ad esclusione dell'attraversamento del torrente alla cascata e il ripidissimo benchè breve canale, infido e instabile, con possibilità di caduta sassi, che si può valutare T3+.
vista da
Serzo
Accolgo volentieri l'invito di Emiliano e Alessandro a visitare questo angolo di Prealpi che non conoscevo per niente. Sono soddisfatto della scelta, il percorso è interessante e suggestivo, soprattutto nella zona della cascata del Trallo e del successivo "evidentissimo" sentiero stile ginocchia-in-gola che porta al colletto soprastante. Tutta la montagna è disseminata di massi e pareti di porfido che creano un effetto cromatico quasi autunnale. Qualche fiocco di neve ci ha accompagnato nella parte alta dell'escursione. La parte più impegnativa a mio parere è stata sicuramente la discesa della scalinata finale (con ascensore privato a fianco) che ci ha ri-depositati a Brusimpiano: pendenza quasi da via ferrata!
Lasciate le auto al parcheggio sulla via laterale a destra del semaforo sulla lacuale da Lavena a Porto Ceresio, si sale il paese stando a destra del Rio Trallo, incontrando un camminamento pedonale che raggiunge i cartelli segnaletici. Si entra in uno sterrato, ora a sinistra del torrente, che nella parte iniziale presenta evidenti segni di erosione e frana. Lo si solca con una passerella di cemento e porfido tornando a destra, seguendo fedelmente il corso d'acqua e le marcature in vernice azzurra, con pendenza lieve e brevi strappetti che non si alzano mai eccessivamente sopra esso. Incontrate varie rovine di una vecchia miniera e superata una prima suggestiva fascia di porfido si giunge a una sorta d'ingresso roccioso che, superatolo, giunge nel suggestivo "orrido" da cui cala la stupenda Cascata del Trallo.
La caratteristica principale di questo ambiente consiste nell'attraversamento di due distinte fasce rocciose: porfido del Monte Derta sul lato orografico destro e calcare del Monte Marzio su quello sinistro, caso peraltro non singolare sulle prealpi varesine (si pensi al Passo del Tedesco o alla "frattura" improvvisa tra Chiusarella e Martica). Certo qui è particolarmente suggestivo, complice la presenza dell'acqua.
Per proseguire l'ascesa occorre uscire dalla "porta" calcarea che ospita la cascata e scendere tramite canalino roccioso al torrente, trovato discretamente pieno e superato con particolare cautela nel punto apparentemente più "comodo": probabile che con ulteriori "piene" l'attraversamento risulti problematico e pericoloso. Ci si addentra ora in una sorta di ripido canale-valloncello, su infido e a tratti instabile terriccio in porfido, spostandosi gradualmente a destra verso la fascia calcarea, che presenta interessanti carsismi ed escavazioni, anche qui marcato da qualche segno azzurro. Si esce a una sorta di sella dominata da alte querce e castagni, da cui si risale l'orlo del pendio su tracce di animali, intercettando dopo pochi minuti il sentiero proveniente da Roncate. Lo si segue a sinistra iniziando un gradevole falsopiano con begli scorci panoramici sia sul Ceresio che sulla notevole gola del Trallo appena risalita, incontrando il bivio per Brusimpiano che c'interesserà in discesa. Si prosegue diritti risalendo dolcemente e transitando sotto alcuni minacciosi bastioni porfirici sotto il Monte Derta, giungendo alla mulattiera e quindi alla bella scalinata della Linea Cadorna a filo lago, altro luogo molto suggestivo. S'incrocia una trincea abbandonata, quindi una bella serie di zigzag nel rado bosco conducono a una cascina isolata, incontrando in breve la carrareccia proveniente da Cuasso al Monte. Si segue brevemente, finchè all'altezza della bella baita degli Alpini si devia a destra salendo sulla dorsale del Monte Derta, che presenta un primo cocuzzolo panoramico con una croce posta da non molti anni. Si percorre la dorsale boscosa stretti tra due trincee parallele giungendo al punto più alto (m.794), un'anonima radura, prima di giungere alla vetta "ufficiale" (ma errata) in cui il Parco delle Cinque Vette ha posto il cippo, con lieve apertura sul Ceresio (m.785). Si prosegue ulteriormente incontrando la strada militare per l'Alpe Croce, ma prima di raggiungerla deviamo al Sasso Paradiso (m.765), decisamente più bello e panoramico delle quote precedenti.
Scesi all'Alpe Croce intercettiamo una carrareccia verso l'anonima cima quotata a seconda delle carte m.935 e m.944, che tuttavia possiede almeno due toponimi antichi ma puntualmente omessi: Monte Stivione e Monte Scerè. Onde evitare di creare "confusione", perchè anche in Valganna c'è il Monte Scerrè, diamo qui precedenza al primo nome, più pertinente e omonimo alla bocchetta confinante ad ovest. Dopo pochi metri s'intercetta il sentiero delle MTB, che con lunghe svolte e traversi porta sulla boscosa cima, contrassegnata da un cartello che indica la partenza di qualche "race" ciclistica. Scendiamo per la dorsale opposta, incontrando un sentierino sul lato sud che con dolci svolte scende brevemente alla Bocchetta Stivione nord (m.878), da cui su ampia carrareccia erosa dalle acque si torna all'Alpe Croce.
Risaliti in breve al Sasso Paradiso, senza via obbligata e con discontinui sentieri d'animali tra radure, formazioni di porfido e bosco poco fitto si scende proprio all'altezza del bivio per Brusimpiano (cartelli) incontrato in mattinata. Lo si segue nel suo piacevole percorso, tra massi e affascinanti strutture in porfido, muri a secco e bunker militari sino a giungere quasi a picco sulla sponda opposta del Rio Trallo, il cui bosco finale è malamente infestato da palme tropicali francamente eccessive e fuori luogo. Una ripida scalinata a filo di alcune abitazioni chude il delizioso anello tra le vie della quieta ma sorprendente Brusimpiano.
Avanti così.
NB. Difficoltà del giro mediamente T2, ad esclusione dell'attraversamento del torrente alla cascata e il ripidissimo benchè breve canale, infido e instabile, con possibilità di caduta sassi, che si può valutare T3+.
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Accolgo volentieri l'invito di Emiliano e Alessandro a visitare questo angolo di Prealpi che non conoscevo per niente. Sono soddisfatto della scelta, il percorso è interessante e suggestivo, soprattutto nella zona della cascata del Trallo e del successivo "evidentissimo" sentiero stile ginocchia-in-gola che porta al colletto soprastante. Tutta la montagna è disseminata di massi e pareti di porfido che creano un effetto cromatico quasi autunnale. Qualche fiocco di neve ci ha accompagnato nella parte alta dell'escursione. La parte più impegnativa a mio parere è stata sicuramente la discesa della scalinata finale (con ascensore privato a fianco) che ci ha ri-depositati a Brusimpiano: pendenza quasi da via ferrata!
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