Alpe di Chièra (2038 m)
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Escursione condizionata dalla recente nevicata, più importante di quanto mi aspettassi, che mi ha fermato alla quota di 2100 m. La meta prevista era una cima nei dintorni dei Laghi di Chièra, da scegliere sul posto.
Inizio dell’escursione: ore 8:40
Fine dell’escursione: ore 12:20
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1025 hPa
Temperatura alla partenza da Predèlp: 2,5°C
Temperatura al rientro a Predèlp: 15°C
Velocità media del vento: 10 km/h
Sorgere del sole: 7.33
Tramonto del sole: 18.50
Sveglia alle 5:30, partenza da casa alle 6:30, arrivo a Predèlp (1665 m), dopo 101 km d’auto, alle 8.15.
Benché le previsioni meteo promettessero un giornata serena, al mio arrivo al punto di partenza della gita, vedo immediatamente che le nuvole avanzano da sud e piano piano si intensificano. Faccio comunque in tempo a fotografare la triade del Pizzo Campo Tencia (3072 m) illuminata dalla luce diretta del sole.

Pizzo Campo Tencia (3072 m)
Parcheggiata l’auto di fronte al bacino artificiale, alle 8:40 mi avvio verso Sompréi (1848 m), alpeggio con una dozzina di baite, che raggiungo in 40 minuti. Da una sola casa esce un filo di fumo. Il silenzio è rotto dal tintinnio dei campanacci delle capre, sparpagliate sul pendio a monte della malga.
Il sentiero continua alla destra degli stabili, passa di fronte ad una cappella contenente una statua lignea della Madonna col Bambino e poco dopo entra in un bosco misto di larici, abeti rossi, pini mugo e ginepri. Comincia la copertura nevosa: si fa completa a partire dai 1950 m di quota. Non ci sono impronte umane; vedo solo orme di ungulati, di una lepre variabile e di canidi.
Superato l’ultimo strappo, il terreno spiana e prima di arrivare all’alpeggio è in leggera discesa. Alle 10:05 pervengo alla baita dell’Alpe di Chièra (2038 m); misuro 18 cm di neve, rigelata. A un centinaio di metri di distanza si estende una zona palustre di importanza nazionale, di rara bellezza.
In Ticino, oltre all’Alpe di Chièra, si trovano altre quattro zone palustri d’importanza nazionale: il Piano di Magadino, l’Alpe di Zaria, i Monti di Medeglia e, la più estesa, la zona palustre Lucomagno – Dötra.
I biotopi presenti oggi sono ammantati dalla neve; la luce diffusa non mi permette di scattare delle foto interessanti.
Decido di continuare verso i Laghi di Chièra. Dallo stabile dell’alpe il sentiero prosegue sulla piana ancora per 370 m lineari, poi svolta a destra sul ripido pendio adibito a pascolo, in prossimità del Riale di Chièra. La scena è dominata dal Pécian (2662 m), una piramide erbosa che si erge a NW. Lo scarto immediatamente: c’è troppa neve, che nasconde le buche, senza riempirle. Continuo faticosamente fino a 2100 m di quota, quindi decido di interrompere la salita; non ho le racchette, inoltre, questa luce non mi stimola.
Mi accontento della prima camminata della stagione sulla neve, in un paesaggio suggestivo, dove posso respirare a pieni polmoni la fresca e pura aria di montagna.
Piacevole camminata, in parte sulla neve, fino all’Alpe di Chièra, una proprietà della Degagna Generale di Osco, realizzata attorno al 1200 come alpe per il pascolo dei cavalli da soma.
Tempo totale: 3 h 40 min
Tempi parziali:
Predèlp (1665 m) – Sompréi (1848 m): 40 min
Sompréi (1848 m) – Alpe di Chièra (2038 m): 45 min
Alpe di Chièra (2038 m) – Bivio per il Pécian (2100 m): 25 min
Bivio per il Pécian (2100 m) – Predèlp (1665 m): 1 h 20 min
Dislivello in salita: 456 m
Punto più alto: 2100 m
Punto più basso: 1669 m
Sviluppo complessivo: 8,66 km
Difficoltà: T2
Copertura della rete cellulare: buona
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