Bivacco Suretta - mt 2.748
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Sono giornate dove il caldo si fa sentire e con Danilo cerchiamo di trovare un po’ d’aria fresca salendo in alta quota. Decidiamo così di raggiungere il bivacco Suretta che è posizionato su un poggio molto panoramico con vista su cime e laghetti dell’alta valle Spluga e su quel poco che resta dell’omonimo ghiacciaio, purtroppo in lento e costante ritiro.
Sono già le 9.40 quando, lasciata l’auto in uno slargo nei pressi dell’Alpe Suretta, ci incamminiamo lungo la sterrata parallela alla strada principale. In pochi minuti, raggiunto un piccolo ponte, si imbocca sulla sinistra il sentiero C14. Più all’interno rispetto alla sterrata, troviamo la palina che riporta l’indicazione del sentiero per il Bivacco Suretta, raggiungibile in 2h30m. Procediamo inizialmente su percorso con moderata pendenza stando alla sinistra del torrente che scende dalla sovrastante cascata del Suretta. Alternando tratti in piano a brevi strappi superiamo un paio di piccoli corsi d’acqua che confluiscono nel torrente principale. Ci avviciniamo così ad un ripido crinale erboso da risalire seguendo brevi tornanti su fondo che in diversi punti richiede attenzione per non scivolare. Sarà il caldo che si fa sentire anche a questa altitudine, più probabilmente la mia scarsa forma, ma già in questa parte iniziale del percorso faccio molta fatica. Non mi aiuta di certo vedere le persone che mi precedono salire seppur lentamente e scomparire alla mia vista. Devo fare parecchie soste per riprendere fiato e Danilo è costretto ad attendermi. Ho l’impressione che la parte ripida sia terminata – si procede in effetti con pendenza meno accentuata – quando sono già le 11.10. Faccio una sosta di una decina di minuti perché invece mi rendo conto che devo ancora affrontare il tratto del percorso che è più ripido ed esposto, attorno ai 2.400 metri di altitudine. Si deve aggirare, mantenendolo sulla sinistra, uno sperone roccioso procedendo su traccia ripida dove si deve fare attenzione al fondo molto instabile. C’è quindi un passaggio quasi pianeggiante ma molto esposto che si può affrontare in sicurezza grazie a delle catene opportunamente posizionate. Affrontiamo ancora un tratto ripido prima di raggiungere il pianoro dove scorre il ruscello che origina la cascata del Suretta. Sono le 11.50 e in effetti la voglia di fermarmi qua è tanta. Danilo mi sprona a proseguire con il mio passo estremamente lento. Davanti a noi si apre la vista verso il passo Suretta, posizionato tra l’omonimo Monte e il Pizzo Spadolazzo. Alla nostra destra appare un piccolo laghetto che contribuisce ad alimentare il ruscello in prossimità del salto che genera la cascata. Raggiungiamo la cresta procedendo su massi e troviamo le scritte con le indicazioni per il Pizzo Spadolazzo e il rifugio Bertacchi. Salendo la cresta in direzione nord è riportata invece l’indicazione per il bivacco. Il percorso è indicato dai numerosi segnavia che sono sempre ben posizionati. Si ha l’impressione di non sapere in che direzione andare salendo tra pietre e sfasciumi ma i riferimenti non mancano mai. In lontananza su un cucuzzolo appare il bivacco che fortunatamente non sembra essere troppo lontano. Alla nostra destra, nella conca glaciale ai piedi delle cime, quel poco che resta della vedretta del Suretta. L’ultimo tratto del percorso spiana decisamente e tra sfasciumi arriviamo ai piedi del dosso dove è posizionato il Bivacco. Ancora un ultimo sforzo e ci arriviamo quando sono le 13.25. Per percorre i soli 4 chilometri di salita abbiamo impiegato più di 3h30m sforando completamente i tempi previsti dalla tabella di marcia.
Tanta fatica è stata però ampiamente ricompensata dalla splendida vista che si gode da questo panoramico punto di osservazione. La giornata particolarmente calda si percepisce anche quassù ad oltre 2.700 metri dove non c’è necessità di coprirsi. Si sta bene anche in maglietta a maniche corte. Il bivacco è chiuso a causa dell’emergenza Covid e il fronte del ghiacciaio alle sue spalle si è considerevolmente ridotto. Pranziamo in prossimità del bivacco e scattiamo un po’ di foto panoramiche.
Considerati i lunghi tempi per percorrere l’ascesa abbandoniamo l’iniziale proposito di compiere un giro ad anello scendendo al Passo Spluga con passaggio dal Lago Azzurro. Ci accontentiamo di ripercorrere i nostri passi sostando nei pressi del laghetto senza nome che abbiamo visto nei pressi del ruscello in prossimità del punto dove compie il salto che genera la cascata.
Ci incamminiamo alle 14.10 per raggiungere il pianoro a mt. 2.520 quando sono le 15. Danilo va a fare qualche foto al piccolo laghetto mentre io ne approfitto per un rigenerante pediluvio nelle acque del ruscello. La sosta si protrae fino alle 15.30 quando ci rimettiamo in cammino per scendere con attenzione la parte di sentiero ripida ed esposta. Poi più a valle facciamo ancora qualche sosta nei pressi dei rigagnoli d’acqua per rinfrescarci e per riguardare i punti dove siamo passati. Da quaggiù non si direbbe che c’è un sentiero che passa in prossimità del salto della cascata. Un tratto che mi ricorda il passaggio tra la conca dell’Angeloga e il sovrastante Lago Nero anche se allora avevo fatto decisamente meno fatica. Arriviamo al termine del sentiero quando sono le 17 in punto e in pochi minuti raggiungiamo la nostra auto.
La soddisfazione per la bella escursione c’è tutta anche se è risultata per me faticosa. La causa probabilmente è da ricercare nel fatto che siamo partiti tardi in una giornata molto calda e che sono “giù di allenamento”. Fossi stato da solo credo che non avrei raggiunto il bivacco e mi sarei fermato in qualche punto panoramico del percorso che non manca certamente di spunti alternativi. Devo ringraziare Danio che mi ha esortato a non desistere lungo buona parte della salita.
Dati complessivi:
Km percorsi: 8,1;
Tempo marcia: 4h25m;
Tempo sosta: 3h;
Ascesa: mt. 850 circa;
Velocità media in marcia: 1,8 km/h;
Velocità media totale: 1,1 km/h.
Sono già le 9.40 quando, lasciata l’auto in uno slargo nei pressi dell’Alpe Suretta, ci incamminiamo lungo la sterrata parallela alla strada principale. In pochi minuti, raggiunto un piccolo ponte, si imbocca sulla sinistra il sentiero C14. Più all’interno rispetto alla sterrata, troviamo la palina che riporta l’indicazione del sentiero per il Bivacco Suretta, raggiungibile in 2h30m. Procediamo inizialmente su percorso con moderata pendenza stando alla sinistra del torrente che scende dalla sovrastante cascata del Suretta. Alternando tratti in piano a brevi strappi superiamo un paio di piccoli corsi d’acqua che confluiscono nel torrente principale. Ci avviciniamo così ad un ripido crinale erboso da risalire seguendo brevi tornanti su fondo che in diversi punti richiede attenzione per non scivolare. Sarà il caldo che si fa sentire anche a questa altitudine, più probabilmente la mia scarsa forma, ma già in questa parte iniziale del percorso faccio molta fatica. Non mi aiuta di certo vedere le persone che mi precedono salire seppur lentamente e scomparire alla mia vista. Devo fare parecchie soste per riprendere fiato e Danilo è costretto ad attendermi. Ho l’impressione che la parte ripida sia terminata – si procede in effetti con pendenza meno accentuata – quando sono già le 11.10. Faccio una sosta di una decina di minuti perché invece mi rendo conto che devo ancora affrontare il tratto del percorso che è più ripido ed esposto, attorno ai 2.400 metri di altitudine. Si deve aggirare, mantenendolo sulla sinistra, uno sperone roccioso procedendo su traccia ripida dove si deve fare attenzione al fondo molto instabile. C’è quindi un passaggio quasi pianeggiante ma molto esposto che si può affrontare in sicurezza grazie a delle catene opportunamente posizionate. Affrontiamo ancora un tratto ripido prima di raggiungere il pianoro dove scorre il ruscello che origina la cascata del Suretta. Sono le 11.50 e in effetti la voglia di fermarmi qua è tanta. Danilo mi sprona a proseguire con il mio passo estremamente lento. Davanti a noi si apre la vista verso il passo Suretta, posizionato tra l’omonimo Monte e il Pizzo Spadolazzo. Alla nostra destra appare un piccolo laghetto che contribuisce ad alimentare il ruscello in prossimità del salto che genera la cascata. Raggiungiamo la cresta procedendo su massi e troviamo le scritte con le indicazioni per il Pizzo Spadolazzo e il rifugio Bertacchi. Salendo la cresta in direzione nord è riportata invece l’indicazione per il bivacco. Il percorso è indicato dai numerosi segnavia che sono sempre ben posizionati. Si ha l’impressione di non sapere in che direzione andare salendo tra pietre e sfasciumi ma i riferimenti non mancano mai. In lontananza su un cucuzzolo appare il bivacco che fortunatamente non sembra essere troppo lontano. Alla nostra destra, nella conca glaciale ai piedi delle cime, quel poco che resta della vedretta del Suretta. L’ultimo tratto del percorso spiana decisamente e tra sfasciumi arriviamo ai piedi del dosso dove è posizionato il Bivacco. Ancora un ultimo sforzo e ci arriviamo quando sono le 13.25. Per percorre i soli 4 chilometri di salita abbiamo impiegato più di 3h30m sforando completamente i tempi previsti dalla tabella di marcia.
Tanta fatica è stata però ampiamente ricompensata dalla splendida vista che si gode da questo panoramico punto di osservazione. La giornata particolarmente calda si percepisce anche quassù ad oltre 2.700 metri dove non c’è necessità di coprirsi. Si sta bene anche in maglietta a maniche corte. Il bivacco è chiuso a causa dell’emergenza Covid e il fronte del ghiacciaio alle sue spalle si è considerevolmente ridotto. Pranziamo in prossimità del bivacco e scattiamo un po’ di foto panoramiche.
Considerati i lunghi tempi per percorrere l’ascesa abbandoniamo l’iniziale proposito di compiere un giro ad anello scendendo al Passo Spluga con passaggio dal Lago Azzurro. Ci accontentiamo di ripercorrere i nostri passi sostando nei pressi del laghetto senza nome che abbiamo visto nei pressi del ruscello in prossimità del punto dove compie il salto che genera la cascata.
Ci incamminiamo alle 14.10 per raggiungere il pianoro a mt. 2.520 quando sono le 15. Danilo va a fare qualche foto al piccolo laghetto mentre io ne approfitto per un rigenerante pediluvio nelle acque del ruscello. La sosta si protrae fino alle 15.30 quando ci rimettiamo in cammino per scendere con attenzione la parte di sentiero ripida ed esposta. Poi più a valle facciamo ancora qualche sosta nei pressi dei rigagnoli d’acqua per rinfrescarci e per riguardare i punti dove siamo passati. Da quaggiù non si direbbe che c’è un sentiero che passa in prossimità del salto della cascata. Un tratto che mi ricorda il passaggio tra la conca dell’Angeloga e il sovrastante Lago Nero anche se allora avevo fatto decisamente meno fatica. Arriviamo al termine del sentiero quando sono le 17 in punto e in pochi minuti raggiungiamo la nostra auto.
La soddisfazione per la bella escursione c’è tutta anche se è risultata per me faticosa. La causa probabilmente è da ricercare nel fatto che siamo partiti tardi in una giornata molto calda e che sono “giù di allenamento”. Fossi stato da solo credo che non avrei raggiunto il bivacco e mi sarei fermato in qualche punto panoramico del percorso che non manca certamente di spunti alternativi. Devo ringraziare Danio che mi ha esortato a non desistere lungo buona parte della salita.
Dati complessivi:
Km percorsi: 8,1;
Tempo marcia: 4h25m;
Tempo sosta: 3h;
Ascesa: mt. 850 circa;
Velocità media in marcia: 1,8 km/h;
Velocità media totale: 1,1 km/h.
Communities: Hikr in italiano
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