Valmasino: sentieri sconosciuti - 1
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Finalmente qualcuno in Valmasino si è messo a ri-segnalare o addirittura segnalare per la prima volta sentieri caduti nel dimenticatoio anche della maggior parte dei residenti stessi. Talora le segnalazioni sono quelle "istituzionali" tipo CAI o Comunità Montana, ma più spesso sono opera meritoria di qualche volonteroso che ha capito che anche una qualche frequentazione "minore" rispetto ai pur degnissimi rifugi, vette granitiche e Sentieri Roma possa rivestire un interesse escursionistico-culturale non disprezzabile. Un tratto di questa escursione, quello iniziale, è addirittura un breve segmento del Sentiero Italia, solo da due-tre anni ripulito da una impenetrabile - nel vero senso del termine - foresta di spine: i passaggi rimangono comunque scarsi e, si sa, finchè il transito non è continuo il rischio del ritorno all'inselvatichimento incombe realmente. Attualmente da Cornolo a Cataeggio è consigliabile seguire la nostra via per la presenza, sul percorso diretto, del cantiere di consolidamento della frana dello Scajun. La recente cartina "Valmasino - Val Codera" della SETEmap nel tratto Ruschedo - Tabiate riporta per errore una traccia segnalata che sul terreno in effetti esiste, ma non presenta alcuna bollatura e si inoltra in un'area di infidi canaloni del tutto sconsigliabile.
Dal parcheggio di Cevo ci si avvia verso il centro del villaggio, ma, alle prime abitazioni, si svolta a sinistra sulla sterrata che sale verso la piccola centrale idroelettrica; attraversato il ponte appena dopo l'impianto, si lascia a sinistra la mulattiera per i Laghi Spluga e si prende il sentiero che si stacca sulla destra: questo sarebbe il suddetto tratto di Sentiero Italia che conduce fino a Cataeggio. Si tratta di una lunga diagonale con brevi tratti di forte risalita che taglia una zona fittamente boscosa, spesso molto scoscesa ed esposta, con lunghi tratti di percorso attraverso macereti e canaloni alluvionali. [Tutto questo tratto di Valmasino, sia in sponda destra che in sponda sinistra, presenta una litologia non ancora granitica - come in alta valle - molto frantumata ed instabile, dove gli eventi franosi sono frequenti]. Raggiunto finalmente un poggio a castagni e betulle, meno inclinato e più agevole, il sentiero riprende le antiche caratteristiche di mulattiera e sbuca sulla strada asfaltata che unisce le varie contrade di Cornolo: Cà do Pedro, Cà do Stelin e Cà di Sandri. Da quest'ultima, evitando la carrozzabile moderna, si può scendere alla provinciale usufruendo della vecchia via tradizionale; si attraversa quindi l'asfalto per scendere alla captazione della piccola diga ENEL di Valmasino. Si risale sulla destra del torrente andando a raggiungere una carrareccia che, oltrepassata una stalla, termina nel piazzale del campo sportivo di Cataeggio; sempre senza attraversare il torrente si prosegue fino a trovare un passaggio pedonale con le indicazioni per Visido. Scorrendo in salita fra le abitazioni, quasi all'imbocco della Valle di Preda Rossa si devia a destra seguendo la prima indicazione per Ruschedo: la pista, dapprima brevemente asfaltata, si trasforma poi in un sentiero pianeggiante stretto fra due muri a secco; lasciata destra una deviazione per il sottostante centro sportivo, inizia la lunga e ripida salita nel bosco fresco e umido che si conclude presso le baite di Ruschedo, che appaiono sufficientemente sparse da non poter individuare con precisione quale sia Ruschedo di Sotto e quale Ruschedo di Sopra. [La traccia GPS da Ruschedo indica una deviazione di andata e ritorno per raggiungere una fonte potabile]. Dalla baita più settentrionale inizia la recente bollatura bianco/rossa con indicazioni per le Baite Tajada (qui dette "Tagliate", sul sentiero Valbiore-Alpe Granda) e per Prato Tabiate: inizialmente il percorso è in comune e onestamente senza le marcature sarebbe assai impegnativo da reperire sul pendio privo di sottobosco e labirintico di tracce animali. Raggiunto il bivio ben indicato, si prosegue sulla destra lungo un bel sentiero in traverso ascendente nella foresta di abeti che si conclude alla vasta radura erbosa di Prato Tabiate: un paio di baite ancora mantenute e qualche rudere con una fonte che un tempo ha reso questo luogo abitabile almeno stagionalmente. Una opportuna palina indica la via di uscita dalla radura: un sentiero a serpentina ripido e scosceso conduce in basso fino a poter raggiungere il punto dove risulti possibile attraversare fra le costolature rocciose che limitano i canaloni di questo versante; si prosegue poi con lungo saliscendi fino a confluire nel frequentato sentiero che scende dall'Alpe Granda ai Prati di Lotto. Il percorso, un po' monotono attraverso l'arido bosco di betulle querce e ginestre, si conclude presso la prima baita dei Prati di Lotto: senza arrivare in vista del bacino ENEL, si svolta bruscamente a destra per imboccare la mulattiera diretta per Pioda; la discesa è continua, a tratti ripida e spesso scavata dal passaggio delle moto. Fra le case del piccolo paese, proprio di fronte alla cappella "Ciancet da la Pioda", si svolta a destra in Via per il Baffo: si tratta di una bellissima mulattiera pianeggiante che si addentra in un antico castagneto da frutto; oltrepassato un lavatoio ed il "Ciancet dal Corda",una ripida discesa conduce in breve ad incrociare la mulattiera che sale da Biolo; lasciatala a sinistra, si prosegue nel bosco fino ad oltrepassare i recenti lavori di regimazione di un canalone franoso, per poi arrivare alla località Ponte del Baffo. Da qui si attraversa la provinciale della Valmasino ed in poche centinaia di metri di carrozzabile asfaltata si torna a Cevo.
Dal parcheggio di Cevo ci si avvia verso il centro del villaggio, ma, alle prime abitazioni, si svolta a sinistra sulla sterrata che sale verso la piccola centrale idroelettrica; attraversato il ponte appena dopo l'impianto, si lascia a sinistra la mulattiera per i Laghi Spluga e si prende il sentiero che si stacca sulla destra: questo sarebbe il suddetto tratto di Sentiero Italia che conduce fino a Cataeggio. Si tratta di una lunga diagonale con brevi tratti di forte risalita che taglia una zona fittamente boscosa, spesso molto scoscesa ed esposta, con lunghi tratti di percorso attraverso macereti e canaloni alluvionali. [Tutto questo tratto di Valmasino, sia in sponda destra che in sponda sinistra, presenta una litologia non ancora granitica - come in alta valle - molto frantumata ed instabile, dove gli eventi franosi sono frequenti]. Raggiunto finalmente un poggio a castagni e betulle, meno inclinato e più agevole, il sentiero riprende le antiche caratteristiche di mulattiera e sbuca sulla strada asfaltata che unisce le varie contrade di Cornolo: Cà do Pedro, Cà do Stelin e Cà di Sandri. Da quest'ultima, evitando la carrozzabile moderna, si può scendere alla provinciale usufruendo della vecchia via tradizionale; si attraversa quindi l'asfalto per scendere alla captazione della piccola diga ENEL di Valmasino. Si risale sulla destra del torrente andando a raggiungere una carrareccia che, oltrepassata una stalla, termina nel piazzale del campo sportivo di Cataeggio; sempre senza attraversare il torrente si prosegue fino a trovare un passaggio pedonale con le indicazioni per Visido. Scorrendo in salita fra le abitazioni, quasi all'imbocco della Valle di Preda Rossa si devia a destra seguendo la prima indicazione per Ruschedo: la pista, dapprima brevemente asfaltata, si trasforma poi in un sentiero pianeggiante stretto fra due muri a secco; lasciata destra una deviazione per il sottostante centro sportivo, inizia la lunga e ripida salita nel bosco fresco e umido che si conclude presso le baite di Ruschedo, che appaiono sufficientemente sparse da non poter individuare con precisione quale sia Ruschedo di Sotto e quale Ruschedo di Sopra. [La traccia GPS da Ruschedo indica una deviazione di andata e ritorno per raggiungere una fonte potabile]. Dalla baita più settentrionale inizia la recente bollatura bianco/rossa con indicazioni per le Baite Tajada (qui dette "Tagliate", sul sentiero Valbiore-Alpe Granda) e per Prato Tabiate: inizialmente il percorso è in comune e onestamente senza le marcature sarebbe assai impegnativo da reperire sul pendio privo di sottobosco e labirintico di tracce animali. Raggiunto il bivio ben indicato, si prosegue sulla destra lungo un bel sentiero in traverso ascendente nella foresta di abeti che si conclude alla vasta radura erbosa di Prato Tabiate: un paio di baite ancora mantenute e qualche rudere con una fonte che un tempo ha reso questo luogo abitabile almeno stagionalmente. Una opportuna palina indica la via di uscita dalla radura: un sentiero a serpentina ripido e scosceso conduce in basso fino a poter raggiungere il punto dove risulti possibile attraversare fra le costolature rocciose che limitano i canaloni di questo versante; si prosegue poi con lungo saliscendi fino a confluire nel frequentato sentiero che scende dall'Alpe Granda ai Prati di Lotto. Il percorso, un po' monotono attraverso l'arido bosco di betulle querce e ginestre, si conclude presso la prima baita dei Prati di Lotto: senza arrivare in vista del bacino ENEL, si svolta bruscamente a destra per imboccare la mulattiera diretta per Pioda; la discesa è continua, a tratti ripida e spesso scavata dal passaggio delle moto. Fra le case del piccolo paese, proprio di fronte alla cappella "Ciancet da la Pioda", si svolta a destra in Via per il Baffo: si tratta di una bellissima mulattiera pianeggiante che si addentra in un antico castagneto da frutto; oltrepassato un lavatoio ed il "Ciancet dal Corda",una ripida discesa conduce in breve ad incrociare la mulattiera che sale da Biolo; lasciatala a sinistra, si prosegue nel bosco fino ad oltrepassare i recenti lavori di regimazione di un canalone franoso, per poi arrivare alla località Ponte del Baffo. Da qui si attraversa la provinciale della Valmasino ed in poche centinaia di metri di carrozzabile asfaltata si torna a Cevo.
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