Passo dell'Alpigia
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Il piacere di compiere un'escursione ad anello completo porta talvolta a non usare l'automobile anche dove ce ne sarebbe la possibilità, riuscendo inoltre - come in questo caso - a riscoprire antiche strade ormai trascurate e resti di "archeologia industriale" ancora non del tutto inglobati nel bosco. Oltrepassato il ben noto Lago del Truzzo, si va a percorrere un vecchio sentiero di collegamento fra gli alpeggi di due vallate secondarie contigue, con pascoli ormai quasi del tutto abbandonati, se non fosse per qualche sparuto gregge di pecore vagante al limite superiore dell'erba. Il ritorno da Campodolcino avviene lungo la Via Spluga (trekking da Coira a Chiavenna) lungo un sentiero che ormai necessita di qualche manutenzione (confrontare con il tratto svizzero) in conseguenza dei danni provocati dalle alluvioni.
Dalla piazzola si torna in direzione Chiavenna per pochi metri fino ad imboccare una stretta carrozzabile asfaltata che scende a varcare il torrente Liro (impossibilità di trovare parcheggio quaggiù e divieto di circolazione sul ponte). Entrando nel bosco - nessuna segnalazione - si sale ripidamente per un breve tratto fino ad incrociare la Via Spluga: la si segue verso sinistra trovando subito un bivio ed una palina con indicazioni al margine destro della Val Cadun (bella cascata). Da qui inizia una bellissima mulattiera che probabilmente rappresenta la vecchia strada comunale per San Bernardo, prima che venisse costruita l'odierna carrozzabile: si sale a tornanti regolari, ben gradinati agli aumenti di pendenza, attraverso uno splendido bosco di castagni da frutto. Nei pressi della mulattiera, a destra e a sinistra, con un sottopasso ed anche un ponte (attualmente impercorribile), si avvicina un lungo piano inclinato che ospitava una funicolare per il trasporto dei materiali necessari alla costruzione della centrale ENEL di San Bernardo. Terminata la salita si raggiunge una strada pianeggiante (probabilmente la ex-sede di una decauville) che collega la stazione a monte della funicolare - esiste ancora l'edificio dei motori - con il piazzale della centrale: proseguendo a sinistra si arriva in breve al luogo di parcheggio per chi evita questo prologo. Seguendo la scalinata a fianco degli edifici ENEL, si oltrepassa la condotta delle acque provenienti dal Lago del Truzzo e lungo la successiva mulattiera si raggiungono i due nuclei di Sant'Antonio e Caurga; svoltando ad angolo nei pressi di un agriturismo si imbocca la bellissima traccia che sale al lago: una lunga sequenza di traversi e tornanti attraverso il rado bosco di conifere accompagna fino alle baite dell'Alpe Cornera. Da qui la mulattiera affronta una labirintica paleofrana di enormi massi serpeggiando al meglio negli spazi disponibili con il suo selciato integro benché ormai quasi centenario (chi, passando di qui da turista, non lo ha fotografato?); in breve si raggiunge poi il terrazzo artificiale che ospita gli edifici di servizio alla diga ed al lago artificiale. Una scalinata di cemento conclude la salita al livello del coronamento della diga: lasciamo a sinistra la frequentata via per il Rifugio Carlo Emilio per seguire una pista sterrata verso destra che segue il perimetro del lago; al suo termine, oltre una roccia aggettante, inizia il sentierino - piuttosto malagevole - che indirizza all'Alpe Alpigia; si sale lungo debolissime tracce nel pascolo, alternate ad attraversamenti instabili di frane e brevi tratti di cenge naturali adattate dai pastori al passaggio del bestiame. Oltrepassati i ruderi delle baite, si sale per la massima pendenza fino al piede delle rocce, dove, verso destra, si apre una comoda cengia erbosa che si conclude alla vasta apertura del Passo dell'Alpigia. Spettacolare il panorama sul sottostante Lago del Truzzo, sul mimetico Rifugio Carlo Emilio e sull'infilata della cresta a guglie dei Caürgh. La traversata dal passo all'Alpe del Servizio è una lunghissima camminata a saliscendi fra pascoli marginali con molto pietrame sparso e qualche residuo di torbiera alla testata di successivi valloni che confluiscono nel Liro all'altezza della diga di Prestone e presso Gallivaggio. C'è da considerare che questo tratto, benché attualmente molto ben segnalato, è da affrontarsi con cautela in caso di scarsa visibilità. Scesi all'Alpe del Servizio, si imbocca il sentiero di accesso proveniente da Portarezza (Campodolcino) che percorre vallecole secondarie, molto ripido ma molto ben delineato fino a raggiungere i ruderi di Servizio, alpe abbandonata che funziona ancora come maggengo; altra discesa nel bosco - dapprima abeti, poi sempre più latifoglie - e si raggiungono le abitazioni di Portarezza. Trovato l'asfalto, si prosegue a margine del lago fino a ritrovare il sentiero della Via Spluga: i segnali gialli denunciano i vent'anni di presenza ed in alcune posizioni vanno cercati; il tracciato è prevalentemente piuttosto irregolare, con qualche tratto disagevole, specialmente in corrispondenza di torrenti dove le sponde risultano disastrate da piene violente e dove mancano un paio di ponti. Altro punto malmesso è all'altezza del by-pass di Gallivaggio (ormai devastato da un accumulo di detriti e fuori uso): le deviazioni sono evidenziate da frecce nere stampate su fogli A4 degradati dalle piogge; oltrepassata l'abbandonata stazione di pompaggio del dismesso oleodotto Genova-Ingolstadt, si rientra nel bosco e, dopo una cengia con corrimano, si trova il punto di accesso iniziale.
https://www.relive.cc/view/vYvrDDe1mx6
Dalla piazzola si torna in direzione Chiavenna per pochi metri fino ad imboccare una stretta carrozzabile asfaltata che scende a varcare il torrente Liro (impossibilità di trovare parcheggio quaggiù e divieto di circolazione sul ponte). Entrando nel bosco - nessuna segnalazione - si sale ripidamente per un breve tratto fino ad incrociare la Via Spluga: la si segue verso sinistra trovando subito un bivio ed una palina con indicazioni al margine destro della Val Cadun (bella cascata). Da qui inizia una bellissima mulattiera che probabilmente rappresenta la vecchia strada comunale per San Bernardo, prima che venisse costruita l'odierna carrozzabile: si sale a tornanti regolari, ben gradinati agli aumenti di pendenza, attraverso uno splendido bosco di castagni da frutto. Nei pressi della mulattiera, a destra e a sinistra, con un sottopasso ed anche un ponte (attualmente impercorribile), si avvicina un lungo piano inclinato che ospitava una funicolare per il trasporto dei materiali necessari alla costruzione della centrale ENEL di San Bernardo. Terminata la salita si raggiunge una strada pianeggiante (probabilmente la ex-sede di una decauville) che collega la stazione a monte della funicolare - esiste ancora l'edificio dei motori - con il piazzale della centrale: proseguendo a sinistra si arriva in breve al luogo di parcheggio per chi evita questo prologo. Seguendo la scalinata a fianco degli edifici ENEL, si oltrepassa la condotta delle acque provenienti dal Lago del Truzzo e lungo la successiva mulattiera si raggiungono i due nuclei di Sant'Antonio e Caurga; svoltando ad angolo nei pressi di un agriturismo si imbocca la bellissima traccia che sale al lago: una lunga sequenza di traversi e tornanti attraverso il rado bosco di conifere accompagna fino alle baite dell'Alpe Cornera. Da qui la mulattiera affronta una labirintica paleofrana di enormi massi serpeggiando al meglio negli spazi disponibili con il suo selciato integro benché ormai quasi centenario (chi, passando di qui da turista, non lo ha fotografato?); in breve si raggiunge poi il terrazzo artificiale che ospita gli edifici di servizio alla diga ed al lago artificiale. Una scalinata di cemento conclude la salita al livello del coronamento della diga: lasciamo a sinistra la frequentata via per il Rifugio Carlo Emilio per seguire una pista sterrata verso destra che segue il perimetro del lago; al suo termine, oltre una roccia aggettante, inizia il sentierino - piuttosto malagevole - che indirizza all'Alpe Alpigia; si sale lungo debolissime tracce nel pascolo, alternate ad attraversamenti instabili di frane e brevi tratti di cenge naturali adattate dai pastori al passaggio del bestiame. Oltrepassati i ruderi delle baite, si sale per la massima pendenza fino al piede delle rocce, dove, verso destra, si apre una comoda cengia erbosa che si conclude alla vasta apertura del Passo dell'Alpigia. Spettacolare il panorama sul sottostante Lago del Truzzo, sul mimetico Rifugio Carlo Emilio e sull'infilata della cresta a guglie dei Caürgh. La traversata dal passo all'Alpe del Servizio è una lunghissima camminata a saliscendi fra pascoli marginali con molto pietrame sparso e qualche residuo di torbiera alla testata di successivi valloni che confluiscono nel Liro all'altezza della diga di Prestone e presso Gallivaggio. C'è da considerare che questo tratto, benché attualmente molto ben segnalato, è da affrontarsi con cautela in caso di scarsa visibilità. Scesi all'Alpe del Servizio, si imbocca il sentiero di accesso proveniente da Portarezza (Campodolcino) che percorre vallecole secondarie, molto ripido ma molto ben delineato fino a raggiungere i ruderi di Servizio, alpe abbandonata che funziona ancora come maggengo; altra discesa nel bosco - dapprima abeti, poi sempre più latifoglie - e si raggiungono le abitazioni di Portarezza. Trovato l'asfalto, si prosegue a margine del lago fino a ritrovare il sentiero della Via Spluga: i segnali gialli denunciano i vent'anni di presenza ed in alcune posizioni vanno cercati; il tracciato è prevalentemente piuttosto irregolare, con qualche tratto disagevole, specialmente in corrispondenza di torrenti dove le sponde risultano disastrate da piene violente e dove mancano un paio di ponti. Altro punto malmesso è all'altezza del by-pass di Gallivaggio (ormai devastato da un accumulo di detriti e fuori uso): le deviazioni sono evidenziate da frecce nere stampate su fogli A4 degradati dalle piogge; oltrepassata l'abbandonata stazione di pompaggio del dismesso oleodotto Genova-Ingolstadt, si rientra nel bosco e, dopo una cengia con corrimano, si trova il punto di accesso iniziale.
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