Dalla Forcola ai pascoli di Putsey Grant (sulle tracce di Francesck d Albasin...) - Valle Antrona


Publiziert von atal , 22. September 2019 um 19:40.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:21 September 2019
Wandern Schwierigkeit: T6 - schwieriges Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:30
Aufstieg: 1000 m
Abstieg: 1000 m

Il 27 luglio del 1642, quando il versante del Monte Pozzuoli franò, a Putsey Grant (Alpe Pozzuoli Grande) c'erano Francesk d Albasin (Francesco Sonaini detto Albasini) e la figlia Margherita. All'indomani della frana, padre e figlia lasciarono l'alpeggio percorrendo un sentiero per capre che li condusse alla sisterna (cisterna) nei pressi della Forcola. Le mucche precipitarono tutte e si salvò solo il toro...

Il racconto, tramandato oralmente da generazioni di antronesi, è riportato in un prezioso documento del 1998 a cura di Luigi Ravandoni "La popolazione di Antronapiana, dalla frana del 1642 alle soglie del duemila".

Come in tutte le leggende, c'è un fondo di verità, in particolare l'esistenza di un percorso che traversava dai pascoli della Forcola a quelli di Pozzuoli Grande. Da fonti locali abbiamo avuto la conferma di un passaggio, sopra o sotto un qualche triangolo di roccia (ce ne sono diversi…) che permette di accedere ai pascoli sospesi sopra il vuoto della frana a partire dal colle della Forcola, dove in effetti è presente una cisterna.

Una settimana fa avevamo raggiunto i ruderi di Pozzuoli Grande dalla Val Loranco, scavalcando la cresta in prossimità della cima del Segnale (link), seguendo un percorso che non era certamente quello di chi caricava l'alpe. In quell'occasione avremmo voluto cercare il vecchio sentiero per la Forcola ma l'avanzare delle nebbie ci ha portato a rimandare il progetto. Senza saperlo, seguendo uno stambecco, eravamo anche già arrivati al passaggio chiave (foto) ma la visibilità era troppo poca per tentare la traversata.

In effetti c'è un sentiero abbandonato, rappresentato in modo inesatto anche sulle carte IGM e CNS, che dalla Forcola traversa in direzione del Segnale. Secondo le mappe il sentiero porterebbe al risalto della cresta quotato 2337 m ma in realtà la traccia continua a traversare rimanendo a Sud della quota citata. Le foto fatte con la neve dal versante opposto mostrano che si tratta di un percorso molto lineare.

Il sentiero però, visto da vicino, è ormai quasi irriconoscibile, se non fosse per i provvidenziali ometti lasciati da Paola e Flavio, che qui ringrazio, ed è conosciuto come percorso di salita alla cima del Segnale (si veda anche il libro dell'Armelloni della collana Guida ai Monti d'Italia, Vol. Andolla Sempione, CAI - TCI).

Sicuramente non aveva senso la costruzione di un sentiero per accedere ad una scomoda cresta a blocchi. Come avremo modo di notare, il naturale prolungamento di quel percorso è proprio il passaggio che permette di accedere ai pascoli di Pozzuoli Grande: una straordinaria cengia naturale che passa alla base di un parete di roccia chiara, a circa 2450 m di quota, solo 100 m più in basso rispetto alla cima del Segnale.

All'andata raggiungeremo la cengia dal basso, non disponendo di riferimenti precisi, arrampicandoci con i ramponi ai piedi (!) su pendii ripidissimi ed esposti. Al ritorno, una volta "capito" il percorso, non incontreremo difficoltà particolari se non qualche incertezza nell'orientamento, per lo più dovuta alla nebbia, che anche in questa occasione ha fatto la sua comparsa.

In analogia con il toponimo locale della Porta di Maiotta ("scoperta" in un recente giro...), chiamo questo passaggio Porta di Pozzuoli. Probabilmente è su questa cengia che la fantasia popolare vide precipitare le mucche del Francesk…


Annotazioni
La difficoltà T6 è riferita alle difficoltà affrontate all'andata, quando eravamo fuori percorso. Si tratta di pendii ripidi ed esposti dove una scivolata può essere fatale. Noi li abbiamo affrontati con i ramponi ai piedi.

Se invece si segue il percorso corretto, la difficoltà è al massimo T5, principalmente per l'orientamento, che non è banale nel tratto senza il conforto degli ometti.

Il percorso
Dal parcheggio del Lago dei Cavalli si raggiunge il colle della Forcola seguendo il sentiero segnalato.

Dal colle della Forcola si traversa il versante esposto a Sud, inizialmente senza traccia, in leggera salita verso Ovest.

Individuata una traccia poco marcata sopra un muretto, si continua nel traverso e si attraversa un primo canale erboso in leggera salita dove la traccia non è riconoscibile. Raggiunto il boschetto di abeti sulla costa successiva (grosso ometto) si incontra un sentierino che, con un tornante, porta ad uscire definitivamente su terreno aperto. Il sentiero attraversa diverse vallette guadagnando quota con pendenza regolare (ometti). Giunti nel canale che scende dal nodo orografico di quota 2476 m, posto alla congiunzione con la cresta dei Ton, il percorso diviene poco chiaro. Qui bisogna individuare un caratteristico monolito (foto) su una costa e passare alla sua base. Traversando i successivi canali ed una serie di colletti, si sale fino a circa 2450 m di quota, dove si trova l'inizio della cengia erbosa che, passando sotto una grande parete, giunge su un punto pianeggiante sulla dorsale Sud del Segnale, con ampio panorama sui pascoli dell'Alpe Pozzuoli Grande.


Tempi
Dalla parcheggio della diga al Colle della Forcola, circa 1 ora.
Il percorso di andata, con tentativi ed errori ha richiesto quasi 3 ore dalla Forcola alla Porta di Pozzuoli.
Al ritorno, sul percorso giusto, abbiamo impiegato 1:45 fino alla Forcola.

Dal passaggio si può scendere poggiando a destra (Ovest) fino ai ruderi di Pozzuoli Grande (250 m di dislivello, circa 40'), oppure si più salire nel ripido canale soprastante alla cima del Segnale (100 m di dislivello, circa 20'). Entrambe le possibilità sono state verificate nel giro precedente.

Tourengänger: atal
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Kommentare (16)


Kommentar hinzufügen

wildfrog hat gesagt:
Gesendet am 23. September 2019 um 09:01
ciao
Ogni tanto facendo i miei giri ed infilandomi in posti "strani" mi chiedo chi me lo faccia fare.

Poi leggo le Vs. relazioni e mi dico che farei meglio a stare zitto e testa bassa e pedalare...
:-)

Grandi!
A

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. September 2019 um 13:25
Grazie, la Valle Antrona si è rivelata una miniera. Sarà difficile trovare qualcosa di altrettanto interessante (almeno per me)...


ChristianR hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. September 2019 um 21:18
Questo è solo l'inizio ! C'è ancora tutta la Valsesia ...

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. September 2019 um 21:23
Certo, è che dopo una serie di avventure così ci si sente un po' persi...

ChristianR hat gesagt:
Gesendet am 23. September 2019 um 10:18
Ennesima impresa con questa "retro-esplorazione" basata su storie del passato (che ora sono attestate come veritiere).

E una seconda scoperta "porta". Spero che altri seguano!

Gli Albasini (Albasini) dell'Ossola sono famosi nel Vallese per aver fornito molti scultori e artigiani che hanno partecipato alla costruzione delle nostre chiese nel XVII-XVIII secolo.

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. September 2019 um 21:07
Non lo sapevo, ad ogni modo il nome potrebbe non corrispondere al vero...

gbal hat gesagt:
Gesendet am 24. September 2019 um 19:03
Escursione di scoperta come tutte le vostre che fa pensare molto prima di imbarcarsi in un'avventura di questo genere (almeno per me).
Bravi, molto.

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 24. September 2019 um 20:53
Grazie per l’apprezzamento. Anche noi ci siamo arrivati per gradi...
Ciao,
Andrea

adrimiglio hat gesagt: La valle dei Soos
Gesendet am 29. September 2019 um 10:10
Ciao Andrea, è sempre un piacere leggere le vostre avventure, rimango immancabilmente colpito dalla vostra capacità di muovervi ed orientarvi su terreni così ostili, non posso che rinnovarvi i miei complimenti.
Un pensiero anche a quelle persone che vi hanno preceduto su quei "sentieri" cosa si faceva allora per sfamarsi...

Adry.

atal hat gesagt: RE:La valle dei Soos
Gesendet am 29. September 2019 um 10:37
Grazie Adry, mi fa piacere risentirti. In effetti quella di Pozzuoli Grande è una delle prove più eloquenti della miseria dei tempi andati. La Valle Antrona si è rivelata la valle dove il distacco dal passato è stato più netto e quella con gli alpeggi più difficili da raggiungere. Dev’essere stata veramente dura da queste parti, per colonizzare posti come Pozzuoli Grande e Maiotta...

Ps: chi sono i Soos?
Andrea

adrimiglio hat gesagt:
Gesendet am 29. September 2019 um 12:22
Sono gli abitanti della valle Antrona

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. September 2019 um 12:38
Oops, dopo tanti giri questa mi mancava...vado a nascondermi:-)

adrimiglio hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. September 2019 um 13:19
Ahahhah hai scoperto tutto della valle Antrona e ti è sfuggito il soprannome degli abitanti...

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. September 2019 um 15:17
Aspettavo il tuo contributo ;-)

Sakio hat gesagt:
Gesendet am 15. Oktober 2019 um 16:38
Riguardo la "cisterna",non so se già esistesse ai tempi della grande frana ma il mio vicino d'alpe,il Sesa dice di averla scavata lui per raccogliere l'acqua piovana che scende dal declivo erboso che sovrasta l'A.Focola sup.

Riguardo il soprannome Sos meglio sarebbe dire al femminile Sosse che ha il significato di "donna proveniente dalla valle di Saas (Fee,Grund,Almagell).
Infatti,quando era più facile e agevole comunicare con i vicini attraverso passi di montagna che scendere a valle,gli Antronesi,oltre che commerciare in bestiame,vino,ferro andavano a cercar moglie.Capelli biondi e occhi azzurri non sono una rarità ad Antrona

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 15. Oktober 2019 um 20:32
Grazie delle informazioni. Riguardo alla cisterna, sarebbe interessante sapere se Luigi Ravandoni l’ha introdotta lui nel racconto o se c’era già qualcosa di simile nella versione originale...


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