Alp de Pindeira 1540mt - Winter Wild
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Altra esplorazione invernale
Considerato il marcato pericolo valanghe, e la volontà di pranzare al coperto e possibilmente al caldo, ci inventiamo di esplorare una zona a noi sconosciuta sopra Soazza, in Mesolcina. L’ idea è di salire al rifugio Alp de Pindeira, chiuso con chiavi da ritirare presso il comune di Soazza (da contatattare). Le ciaspole restano a casa, ma portiamo i ramponcini, siamo in inverno e la sorpresa “ghiaccio” è più che possibile. Parcheggiamo poco sopra Soazza, utilizzando per un breve tratto la strada chiusa al traffico che porta all’ Alp de Bec. La strada per l’Alp de Bec è da non da molto tempo chiusa al traffico, ma i “locals” confermano che normalmente è tollerato l’accesso fino a poco prima l’Alp de Bec, e per chi sale alla capanna Boffalora, passando dalla bocchetta di Buffalora. Consiglio di contattare preventivamente il Comune di Soazza anche via mail, sono gentili e veloci nel rispondere. Partiamo a camminare poco dopo le otto ed un quarto, scoprendo che potevamo percorrere ancora 350mt con l’auto fino ad una piazzetta di giro, ma poco importa tutto è deserto. Arriviamo erroneamente fino alla baita di Portueira, cancelletto chiuso, troviamo strano che il sentiero passi da una proprietà privata chiusa, ma non abbiamo visto alcun segnale prima, quindi apriamo e chiudiamo il cancelletto sui due lati della proprietà, per scoprire al secondo cancelletto che il sentiero era una trentina di metri più in basso. Ripresa la via principale si scende per attraversare un ponticello situato sul riale che scende sa Stabi Vedro, 710mt la quota minima di oggi. Si risale sul lato opposto una cengia molto esposta ma assicurata con catene, tutto tranquillo se non c’è ghiaccio. Ora la salita si fa molto seria, in 2.3km si risalgono 850mt. Non ci sono pericoli, il percorso è quasi tutto nel bosco, e con rampe e tornanti si procede senza poter prendere fiato. Attorno Q1200 i primi segni di una recentissima nevicata, e man mano che si sale lo spessore aumenta. Quando usciamo dal bosco, ci sono una trentina di cm di neve polverosa, non disturba, anzi. Il sole che splende, il cielo blu, la radura aperta dell’Alpe Pindeira sembra di essere in un paradiso sperduto. Arrivo alle 10:50, ben 20min dopo i primi, ma è tutto nella norma. Per aprire il rifugio servono le chiavi, da richiedere al comune di Soazza. La baita è piuttosto spartana, evidentemente in uso ai cacciatori locali, ma ha l’occorrente per noi, soprattuto un grande camino che ben alimentato fa il suo lavoro. Quando arrivo trovo Francesco all’esterno con una sedia da giardino piantata in 30cm di neve fresca a godersi sole e panorami, e che panorami! Di fronte a noi ci sono il Pizzo Quadro, il Corbet, il Pombi, poi tutta la bella Valle della Forcola (era l’opzione 2 delle possibili esplorazioni di oggi, e fortunatamente abbiamo scelto questo lato della Mesolcina, il lato opposto è stato all’ombra per tutta la giornata). Pranziamo poco prima di mezzogiorno, tutti attorno al camino, comunque il freddo si sente. Anche se non abbiamo cucinato, quindi panini, ci aspetta il dolce ovvero un ottimo panettone di pasticceria caldo e morbido al tepore del camino, innaffiato da un buon spumante, quindi il caffè e correzioni, infine il vin brulè preparato sul gas dallo chef Barba. Poco dopo le 13 il sole si nasconde dietro il costone e siamo in ombra quindi pulizie, foto varie e verso le 13:30 prendiamo la via del ritorno, calzando tutti i ramponcini, spesso la neve fresca celava tratti abbastanza ghiacciati, quindi sicurezza. Scendiamo veloci e ci fermiamo su un terrazzo a 840mt sopra Soladro, con una vista sulla valle e la sottostante Soazza. Dieci minuti di sole, di allegra musica dalla fisarmonica di Francesco, qualcuno è anche capace di dormicchiaere con gli occhi semi-aperti. Riprendiamo la breve ma intensa discesa, passiamo di nuovo dal tratto attrezzato con le catene, e passiamo sul ponticello. Sotto la baita di Portueira seguiamo il sentiero basso che aggira la proprietà (che in mattinata abbiamo attraversato), quindi scende ancora qualche decina di metri fino ad un bivio, a sinistra indica “Paese”, Soazza è proprio sotto di noi. Invece noi prendiamo a destra e dopo una quarantina di metri di salita ci ritroviamo nella piazzetta di giro sulla sterrata, dove in fin dei conti era possibile parcheggiare, e dove si vede la palina bianco-rosso-bianca del sentiero (pur avendola vista la mattina, pensavamo che portasse in paese, invece scende e risale per aggirare Portueira). Alle 15:30 siamo al tornante sulla strada dove abbiamo parcheggiato, tutti soddisfatti, la fatica giusta, ed i bei panorami goduti al rifugio, ne è valsa la pena! Non ultimo nuova esplorazione, studiata la zona, sicuramente da approfondire, da Pindeira si può arrivare all’ Alpe Lughezzon, rimandiamo ad una tarda primavera o estate.
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26 gennaio 1943 seconda guerra mondiale. Le forze italo-tedesche, provate dal gelido inverno russo, ripiegano caoticamente. Dopo 9 giorni di marcia e 25 battaglie di sfondamento e retroguardia, gli Alpini giungono all’appuntamento finale: lo sbarramento russo di Nikolajewka.
I 13.420 uomini rimasti del Corpo d’Armata Alpino – erano più di 60.000 dieci giorni prima – espugnano, a colpi di fucile e bombe a mano, il paese di Nikolajewka. Le forze sovietiche vengono sopraffatte da alpini della Tridentina, comandati dal loro eroico comandante, il generale Reverberi, che li trascina all’attacco delle postazioni russe al grido di “Tridentina avanti!”.
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Giornata splendida con un bellissimo sole che fortunatamente ci fara'compagnia tutta la giornata.
C'erano altre idee sulla stessa via ma la scelta si e' fermata a quota 1540, proprio all'alpe Pindeira.
A 1500 metri la neve fresca era almeno 30/40 cm e fortunatamente il programma odierno finiva al rifugio Pindeira .
Paolo |
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Oggi siamo andati in valle Mesolcina e precisamente a Soazza, un paesino piccolino ma bello ed accogliente.
Appena arrivati abbiamo subito acceso il camino, ed in poco tempo emanava un calore fenomenale.
E per non farci mancare nulla, prima di ripartire ci siamo riscaldati per la discesa con un ottimo vin brulè, poi sistemato tutto come di dovere, calzato i ramponcini, siamo ripartiti per il rientro a casa. ciao a tutti belli e brutti
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Quest'oggi ci siamo regalati una bella escursione, in una zona nuova per noi della girovagando.
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Ancora una bellissima giornata all'insegna dell'amicizia e dell'allegria :
Essi battono le ciglia insieme,
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Altre foto, diario, tracce sul nostro sito www.girovagando.net escursione # 328
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