Cima D'Agrella (1.802m) e Cima di Olino (1.768m)
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Giornata molto fredda, tiriamo fuori un giro in Valsassina su cime inesplorate, probabilmente anche poco battute, ma certamente panoramiche.
Partenza da Primaluna q580 con -4°C e senza sole. Senza una mappa OSM (OpenStreetMap) non avremmo saputo da dove partire. Il sentiero d'andata pare finito nel dimenticatoio, non c'è nessun cartello segnaletico in paese e nemmeno ai bivi. Nessun bollino sulle pietre. Il sentiero sarà molto ripido per la prima ora in un fitto bosco di castagni e in seguito faggi, fino a raggiungere l'Alpe Bargioc q1105.
Fiumi di foglie e qualche spruzzo di neve rallentano moltissimo il passo.
Per raggiungere l'Alpe di Cic sbagliamo sentiero e ci troviamo su possibili vecchie tracce fino a ritrovare un'altra via di salita giusta. Una volta trovato l'Alpe di Cic q1208 facciamo una pausa. Il sentiero successivo non si vede, bisogna un po' immaginarselo. Seguendo la mappa gps, bene o male, troviamo una traccia che sale molto ripida tra i faggi (evitare di andare troppo a est, si finirebbe all'Alpe del Diavolo).
Verso q1400-1500 le foglie diminuiscono ed il sentiero diviene chiaro. Con un lungo traverso si arriva alle Baite d'Agrella q1530 dove pare ci sia stato qualcuno di recente. Ormai la rampa erbosa finale è ben in vista e si mostra il panorama sul Grignone e sul Campelli. Saliamo ad una forcella erbosa che sia apre sulla sottostante Val Biandino. Il sentiero proseguirebbe a mezzacosta ma noi puntiamo dritti in cresta fino alla prima meta della giornata, la Cima d'Agrella q1802. Quest'ultimo tratto potrebbe essere un T3+. La discesa a N presenta una bella sensazione sul burrone della Val Molinera, e la presenza di neve farinosa su erba scivulina non è da sottovalutare. Non è esposto ma bisogna stare attenti a eventuali scivoloni.
Ci riconnettiamo al sentiero mezzacosta sottostante, troppa neve infida in cresta (espostina in alcuni tratti) e raggiungiamo l'Alpe Agoredo q1726. Dopo una breve pausa pranzo risaliamo alla B.tta di Agoredo q1825 che si presenta totalmente innevata. Resto affascinato dalla forme dello Zuc di Cam e di Valbona, che da qui appaiono come dei giganti. Finalmente i sentieri sono ben marcati (sia in direzione Val Biandino/Tre Signori che verso il Pian delle Betulle) e iniziamo la discesa alla B.tta di Olino q1639. Come da programma saliamo anche la seconda cima della giornata, la poco significativa Cima di Olino q1768. Si ammira comunque Premana (paese che ammiro particolarmente), il Pizzo Alto e il Legnone.
Scendiamo a naso ed ad ravanum verso il sottostante sentiero e ritorniamo alla B.tta di Olino per poi scendere all'Alpe di Olino q1450 su un sentiero scavato sulla roccia rossa locale, il Verrucano Lombardo, una sorta di conglomerato argilloso probabilmente molto ben modellabile. Il sentiero di discesa (nr. 43) è tutta un'altra storia, molto più largo e a tratti ben pulito, altri tratti sono pieni di foglie ma si scende bene.
Raggiunto l'Alpe Crevesto q1009 inizia una lunga mulattiera acciottolata che è una meraviglia, in ottimo stato e con una pendenza precisa e costante, pare una strada romana. Probabilmente questi alpeggi devono aver vissuto un periodo molto vivo in passato. La lunga mulattiera (quasi devastante alla lunga) ci porterà fino a Primaluna, dove troveremo l'unico cartello CAI indirizzante questo sentiero.
Giro esplorativo piacevole in zone nuove, panoramico nel giusto e senza grosse difficoltà. Le pendenze sostenute e il sentiero accidentato dell'andata ci hanno ben sfiancati, ma è stato comunque piacevole!
NOTA STORICA: Nel 1762 dal versante S-O della Cima d'Agrella si staccò una grossa frana che distrusse completamente Gero e buona parte di Barcone, seppellendo 115 persone. Singolare fu il caso di due ragazze che, stando sul pendio a cogliere ginestre, furono trascinate fin sul sottostante pendio, ove giunsero incolumi. L'itinerario 383b che parte da Barcone (più o meno come il nostro) sale per alpeggi che non sono più presenti in mappa OSM e non ho trovato altre mappe. Solo l'Alpe Preman è accennato, in zona frana storica. Si sale alla Forcella e poi via cresta, come noi, alla vetta. Viene accennato nell'itin 383a una salita per l'inquitante versante nord, giungendo ad una selletta in cima alla Val Molinera per poi rimontare la cresta N dell'Agrella. Cosi a vista ci è sembrato davvero esposto e senza traccia, comunque pericoloso.. Su OSM questa traccia è presente!
[info prese da: Guida dei Monti d'Italia - ALPI OROBIE - Saglio,Corti,Credaro - 1957]
Partenza da Primaluna q580 con -4°C e senza sole. Senza una mappa OSM (OpenStreetMap) non avremmo saputo da dove partire. Il sentiero d'andata pare finito nel dimenticatoio, non c'è nessun cartello segnaletico in paese e nemmeno ai bivi. Nessun bollino sulle pietre. Il sentiero sarà molto ripido per la prima ora in un fitto bosco di castagni e in seguito faggi, fino a raggiungere l'Alpe Bargioc q1105.
Fiumi di foglie e qualche spruzzo di neve rallentano moltissimo il passo.
Per raggiungere l'Alpe di Cic sbagliamo sentiero e ci troviamo su possibili vecchie tracce fino a ritrovare un'altra via di salita giusta. Una volta trovato l'Alpe di Cic q1208 facciamo una pausa. Il sentiero successivo non si vede, bisogna un po' immaginarselo. Seguendo la mappa gps, bene o male, troviamo una traccia che sale molto ripida tra i faggi (evitare di andare troppo a est, si finirebbe all'Alpe del Diavolo).
Verso q1400-1500 le foglie diminuiscono ed il sentiero diviene chiaro. Con un lungo traverso si arriva alle Baite d'Agrella q1530 dove pare ci sia stato qualcuno di recente. Ormai la rampa erbosa finale è ben in vista e si mostra il panorama sul Grignone e sul Campelli. Saliamo ad una forcella erbosa che sia apre sulla sottostante Val Biandino. Il sentiero proseguirebbe a mezzacosta ma noi puntiamo dritti in cresta fino alla prima meta della giornata, la Cima d'Agrella q1802. Quest'ultimo tratto potrebbe essere un T3+. La discesa a N presenta una bella sensazione sul burrone della Val Molinera, e la presenza di neve farinosa su erba scivulina non è da sottovalutare. Non è esposto ma bisogna stare attenti a eventuali scivoloni.
Ci riconnettiamo al sentiero mezzacosta sottostante, troppa neve infida in cresta (espostina in alcuni tratti) e raggiungiamo l'Alpe Agoredo q1726. Dopo una breve pausa pranzo risaliamo alla B.tta di Agoredo q1825 che si presenta totalmente innevata. Resto affascinato dalla forme dello Zuc di Cam e di Valbona, che da qui appaiono come dei giganti. Finalmente i sentieri sono ben marcati (sia in direzione Val Biandino/Tre Signori che verso il Pian delle Betulle) e iniziamo la discesa alla B.tta di Olino q1639. Come da programma saliamo anche la seconda cima della giornata, la poco significativa Cima di Olino q1768. Si ammira comunque Premana (paese che ammiro particolarmente), il Pizzo Alto e il Legnone.
Scendiamo a naso ed ad ravanum verso il sottostante sentiero e ritorniamo alla B.tta di Olino per poi scendere all'Alpe di Olino q1450 su un sentiero scavato sulla roccia rossa locale, il Verrucano Lombardo, una sorta di conglomerato argilloso probabilmente molto ben modellabile. Il sentiero di discesa (nr. 43) è tutta un'altra storia, molto più largo e a tratti ben pulito, altri tratti sono pieni di foglie ma si scende bene.
Raggiunto l'Alpe Crevesto q1009 inizia una lunga mulattiera acciottolata che è una meraviglia, in ottimo stato e con una pendenza precisa e costante, pare una strada romana. Probabilmente questi alpeggi devono aver vissuto un periodo molto vivo in passato. La lunga mulattiera (quasi devastante alla lunga) ci porterà fino a Primaluna, dove troveremo l'unico cartello CAI indirizzante questo sentiero.
Giro esplorativo piacevole in zone nuove, panoramico nel giusto e senza grosse difficoltà. Le pendenze sostenute e il sentiero accidentato dell'andata ci hanno ben sfiancati, ma è stato comunque piacevole!
NOTA STORICA: Nel 1762 dal versante S-O della Cima d'Agrella si staccò una grossa frana che distrusse completamente Gero e buona parte di Barcone, seppellendo 115 persone. Singolare fu il caso di due ragazze che, stando sul pendio a cogliere ginestre, furono trascinate fin sul sottostante pendio, ove giunsero incolumi. L'itinerario 383b che parte da Barcone (più o meno come il nostro) sale per alpeggi che non sono più presenti in mappa OSM e non ho trovato altre mappe. Solo l'Alpe Preman è accennato, in zona frana storica. Si sale alla Forcella e poi via cresta, come noi, alla vetta. Viene accennato nell'itin 383a una salita per l'inquitante versante nord, giungendo ad una selletta in cima alla Val Molinera per poi rimontare la cresta N dell'Agrella. Cosi a vista ci è sembrato davvero esposto e senza traccia, comunque pericoloso.. Su OSM questa traccia è presente!
[info prese da: Guida dei Monti d'Italia - ALPI OROBIE - Saglio,Corti,Credaro - 1957]
Tourengänger:
Simone86,
botticchio


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Kommentare (3)