Monte Trubbio e La Cima da Craveggia, val Vigezzo.
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Mentre il bosco si accende risalgo la mulattiera gippabile che da Craveggia conduce all'omonima Colma.
La strada è caratterizzata da mille tornanti, quelli più in alto sono ghiacciati.
Giunto alla Colma, manco probabilmente l'innesto del sentiero ufficiale per il Trubbio, così percorro verso nord un traverso sino a rendermi conto dell'errore.
All'altezza di una delle ultime baite l'errore è evidente, pertanto mi alzo su un sentiero più alto e, quando la cima è in vista, decido per una salita libera e diretta.
Il terreno è molto difficoltoso: neve dura mista ad erba. Decido di risalire un canalino ma devo spostarmi sull'erba causa ghiaccio affiorante. Gli ultimi pendii sono pura fatica ma mi conducono finalmente all'arrivo della stazione della seggiovia, oggi chiusa causa piste non agibili.
Una veloce traversata sulla larga cresta mi porta alla vetta dove risiede una cappelletta e dove incontro l'unico escursionista. Dopo avera ammirato l'ampio panorama, scendiamo insieme sino a separarci.
Io sono a questo punto diretto alla Piana, dove giunge la funivia. Vedo i segnavia per la località di Colma di Craveggio e metto in agenda per un'escursione primaverile estiva. La località, pur essendo territorialmente connessa al territorio italiano, è assimilabile a un'enclave (pur non essendola), dato che per raggiungerla è necessario entrare in Svizzera percorrendo l'intera Valle Onsernone fino a Spruga e da qui coprire un ultimo tratto a piedi. La fonte termale si trova in territorio italiano appena oltre il confine svizzero.
Alla Piana, ottenuto il permesso dai simpatici gestori delle piste, le risalgo ciaspole ai piedi sino alla vicina vetta chiamata La Cima, da non confondere con quella posta sopra l'alpe Cortino, sull'altro versante della Valle.
Dalla vetta panorama super su Scheggia e Pioda di Crana mentre sulla cordigliera opposta riconosco il Pizzo ragno e la Cima della Laurasca. La valle, in basso, si presenta in tutta la sua bellezza "autunnale".
Rientrato alla Piana, dati i tempi ridotti, decido per una inelegante discesa in Funivia.
Atterrato a valle, su stradine, rientro a Craveggia, attravero l'abitato e ammiro i caratteristici lunghi camini, tipicità di questo luogo.
Ritrovo l'auto dopo quasi sei ore, di cui una di pause, inclusi i venti minuti comodamente seduto sulla funivia.
Sviluppo: 12 km circa; SE: 25.5 km circa.
La strada è caratterizzata da mille tornanti, quelli più in alto sono ghiacciati.
Giunto alla Colma, manco probabilmente l'innesto del sentiero ufficiale per il Trubbio, così percorro verso nord un traverso sino a rendermi conto dell'errore.
All'altezza di una delle ultime baite l'errore è evidente, pertanto mi alzo su un sentiero più alto e, quando la cima è in vista, decido per una salita libera e diretta.
Il terreno è molto difficoltoso: neve dura mista ad erba. Decido di risalire un canalino ma devo spostarmi sull'erba causa ghiaccio affiorante. Gli ultimi pendii sono pura fatica ma mi conducono finalmente all'arrivo della stazione della seggiovia, oggi chiusa causa piste non agibili.
Una veloce traversata sulla larga cresta mi porta alla vetta dove risiede una cappelletta e dove incontro l'unico escursionista. Dopo avera ammirato l'ampio panorama, scendiamo insieme sino a separarci.
Io sono a questo punto diretto alla Piana, dove giunge la funivia. Vedo i segnavia per la località di Colma di Craveggio e metto in agenda per un'escursione primaverile estiva. La località, pur essendo territorialmente connessa al territorio italiano, è assimilabile a un'enclave (pur non essendola), dato che per raggiungerla è necessario entrare in Svizzera percorrendo l'intera Valle Onsernone fino a Spruga e da qui coprire un ultimo tratto a piedi. La fonte termale si trova in territorio italiano appena oltre il confine svizzero.
Alla Piana, ottenuto il permesso dai simpatici gestori delle piste, le risalgo ciaspole ai piedi sino alla vicina vetta chiamata La Cima, da non confondere con quella posta sopra l'alpe Cortino, sull'altro versante della Valle.
Dalla vetta panorama super su Scheggia e Pioda di Crana mentre sulla cordigliera opposta riconosco il Pizzo ragno e la Cima della Laurasca. La valle, in basso, si presenta in tutta la sua bellezza "autunnale".
Rientrato alla Piana, dati i tempi ridotti, decido per una inelegante discesa in Funivia.
Atterrato a valle, su stradine, rientro a Craveggia, attravero l'abitato e ammiro i caratteristici lunghi camini, tipicità di questo luogo.
Ritrovo l'auto dopo quasi sei ore, di cui una di pause, inclusi i venti minuti comodamente seduto sulla funivia.
Sviluppo: 12 km circa; SE: 25.5 km circa.
Tourengänger:
rochi

Communities: Alpinismo Cabaret!, Hikr in italiano
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