Tour (selvaggio) dell'Argentera


Publiziert von Alberto C. , 2. September 2018 um 23:02.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:26 Juli 2018
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: L
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 4 Tage
Aufstieg: 2810 m
Abstieg: 2810 m
Strecke:1) dal Gias delle Mosche al Rifugio Bozano; 2) dal Rifugio Bozano al Rifugio Morelli Buzzi attraverso il Valllone e il Passo del Souffi; 3) dal Rifugio Morelli-Buzzi al Rifugio Remondino attraverso il Passo del Porco e il Passo dei Detriti; 4) dal Rifugio Remondino al Gias delle Mosche atraverso la Bassa della Madre di Dio.
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Raggiunta Cuneo con l’autostrada A33, si prosegue per Borgo San Dalmazzo. Da di si risale la Valle Gesso in direzione Valdieri ed Entracque. Passato l'abitato di Valdieri, alla rotatoria, si prosegue diritti per Sant'Anna di Valdieri e per Terme di Valdieri. Senza entrare nel centro abitato, si sale sulla sinistra lungo il Vallone della Valletta, su una strada asfaltata ma piuttosto stretta fino a raggiungere il Gias delle Mosche, dove si trovano spazi di sosta ai bordi della strada.

          Le montagne della Valle di Gesso hanno conservato il fascino selvaggio grazie alla loro conformazione morfologica aspra e complessa. Valli strette e incassate, spazzate dalle valanghe fino a primavera; contrafforti rocciosi, pareti, canaloni e grandi pietraie formano un labirinto in cui è co plicato districarsi e che lasciano poco spazio a pendii erbosi adatti al pascolo del bestiame. La presenza dell’uomo è stata limitata a  brevi periodi estivi per la pratica dell’alpeggio; così la fauna e la flora hanno potuto vivere e riprodursi in assoluta libertà per lunghi periodi; e non è raro incontrare camosci e stambecchi nel corso delle escursioni.
         Re Vittorio Emanuele II di Savoia, appassionato cacciatore,  fu un assiduo frequentatore della zona, e vi fece costruire residenze estive e una fitta rete di mulattiere per aggiungere lo postazioni di caccia, che oggi costituiscono l’ossatura della rete sentieristica di quello che oggi è il Parco Naturale delle Alpi Marittime.  
       Il ricordo di un trekking  naufragato nel maltempo dell’estate 1993, ci riporta in questo angolo delle Alpi Marittime.   Il progetto iniziale era quello di effettuare il classico tour dell’Argentera, ma l’affollamento del Rifugio Genova (provvidenziale, si può affermare a posteriori) ci ha fatto inserire come posto tappa il defilato Rifugio Bozano. Ne è scaturito un interessantissimo itinerario che ci ha portato ad esplorare aree tra le più selvagge del gruppo, con percorsi tra i più “duri”  e solitari.
      Il programma comprendeva anche l’ascensione alla Cima Sud dell’Argentera (m 3297), ma la minaccia di un imminente temporale ci ha fatto desistere. Sarà per la prossima volta.
 
      Per quanto riguarda le strutture di supporto, scordiamoci i rifugi-alberghetto diffusi in altre zone delle Alpi e a cui siamo ormai abituati. Qui nei rifugi, pur accoglienti e confortevoli, si ritorna a respirare quello spirito “pioneristico” di una volta. E forse è anche piacevole.
 


Dati complessivi del trekking

 

LOCALITA' DI PARTENZA.  Terme di Valdieri, località Gias delle Mosche (m 1592).

COMPAGNI:Andrea.

DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA:     m 2810.

DISLIVELLO COMPLESSIVO IN DISCESA:  m 2810.

QUOTA MASSIMA:  m 3130, nei pressi del Passo dei Detriti, all’inizio della cengia per la Cima sud dell’Argentera.

QUOTA MINIMA:  m 1603, al Gias delle Mosche, inizio sentiero per Rifugio Bozano.

SVILUPPO COMPLESSIVO:  km 30.

TEMPO COMPLESSIVO DI MARCIA:   18 ore 40’.

FREQUENTAZIONE:  Scarsa. Lunghi tratti in assoluta solitudine. Al Rifugio Bozano eravamo gli unici ospiti; affollati il Morelli-Buzzi e il Remondino.
 


1° Giorno: giovedì, 26-07-2018

dal GIAS DELLE MOSCHE al RIFUGIO BOZANO

 
LOCALITA' DI PARTENZA.  Gias delle Mosche (m 1603).

LOCALITA' DI ARRIVO.  Rifugio Lorenzo Bozano (m 2452).

DIFFICOLTÀ.  T2, poco più di un percorso turistico. E’ la tappa più facile del tour. Si svolge interamente su di un largo sentiero ben segnalato e con pendenza costante, fatta eccezione per il primo tratto nel bosco.

SALITA:     m 870.

DISCESA:  m 0.

QUOTA MASSIMA:  m 2452, al Rifugio Bozano.

QUOTA MINIMA:  m 1603, al Gias delle Mosche.

SVILUPPO:  km 4,7.

TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA:   2 ore 20’.

NOTE SUL PERCORSO.     Parcheggiata l’auto in una delle piazzole che si incontrano lungo la strada poco oltre il Gias delle Mosche (m 1603), si imbocca un largo sentiero che si stacca sulla sinistra (senso di salita). SI inizia innalzandosi nel bosco di abeti e larici con ripide serpentine. Incuneandosi nel Vallone dell'Argentera, seguendo il corso del torrente, il sentiero ci porta fuori dal bosco e ai resti del Gias del Saut (m 1847), per poi proseguire sino al Gias della Mesa (m 2070). A questo punto si svolta a sinistra (nord) e si risale il pendio abbandonando il fondovalle. Il sentiero prosegue attraversando una pietraia di grossi massi, che si risale con una serie di svolte fino a  giungere alla sommità di un costone da dove si si scorge, alla base del Corno Stella, il Rifugio Bozano. La salita continua in direzione est tagliando il versante meridionale della Cima del Souffli e giunge con ripidi tornanti al Rifugio (m 2452).

METEO.         Alla partenza quasi sereno; poi la nuvolosità è andata aumentando. L'arrivo al rifugio è stato
annunciato da un tuono che ha dato inizio ad un temporale. Ritorno del sereno in serata.

RIFUGIO.       Piccolo rifugio alpino piuttosto spartano; ma l’accoglienza è buona. 
(Contatto: Marco Quaglia; Cell. +39 328 35 67 556; Telefono: +39(0)171 97351;  Email:  rifugiobozano@yahoo.it).      
 

 

2° giorno: venerdì, 27-07-2018

dal RIFUGIO BOZANO al RIFUGIO MORELLI-BUZZI per il Passo del Souffi

 
LOCALITA' DI PARTENZA.  Rifugio Lorenzo Bozano (m 2452).

LOCALITA' DI ARRIVO.  Rifugio Morelli – Buzzi (m 2351).

DIFFICOLTÀT5. E’ un itinerario percorso da pochi. Per lunghi tratti si segue una flebile traccia, ma in alcuni tratti manca totalmente. Anche i segnavia (bolli e segmenti in vernice gialla) sono piuttosto datati, spesso nascosti dall’erba alta; la tracciatura migliora dopo il Passo del Souffi.  Marcata l’esposizione; pendii molto ripidi e terreno reso insidioso dalla presenza di erba alta: è sconsigliabile percorrerlo bagnato. In un paio di passaggi è necessario servizi della mani, anche se non si tratta di veri e propri passaggi di arrampicata. Nel vallone del Souffli si attraversano alcuni nevai che non presentano difficoltà.

SALITA:     m 830.

DISCESA:  m 920.

QUOTA MASSIMA:  m 2515, al Passo del Souffi.

QUOTA MINIMA:  m 1986, al Lagarot di Lourousa.

SVILUPPO:  km 9,6.

TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA:   6 ore.  Al Passo del Souffi in  3 ore 25’; 1 ora 30’ dal Passo al Lagarot di Lourousa e da qui un’altra ora e cinque minuti per raggiungere il rifugio. 
 
NOTE SUL PERCORSO.     Dal Rifugio Bozano si percorre un tratto del sentiero già percorso per la salita, fino a raggiungere, a quota m 2290 (una ventina di minuti dal rifugio), un bivio sulla cui destra (sensi di marcia) si dirama una traccia poco evidente che risale un ripido canale. Al bivio è posizionata, semplicemente appoggiata per terra, un cartello in legno con le indicazioni per la Cima Souffi (il giorno prima ci siamo passati accanto senza notarla!). Da questo punto i segnavia saranno dei bolli di vernice gialla piuttosto sbiaditi.
Si risale il canale e al suo termine (m 2350 circa), in corrispondenza dell’ultimo larice di un filare che costeggia il canale su lato sinistro (senso di marcia), si svolta in direzione ovest (sinistra) e si inizia ad aggirare la Cima del Souffi su pietraie alternate da prato, perdendo leggermente quota. All’uscita del canale non sono visibili segnavia, è presente, poco sopra, un segnale in legno con indicazioni per la Cima del Souffi; è inutile raggiungerlo, ma bisogna girare subiti a sinistra ed attraversare in quota la pietraia: poco dopo i radi bolli gialli ritornano visibili. All’ingresso del rado bosco si impegna il versante ovest del Suoffi (direzione nord) perdendo quota in modo più marcato del tratto precedente, su terreno impegnativo  e con forte esposizione, fino a raggiungere il vallone del Souffi. Lo si risale, inizialmente mantenendosi sul fianco sinistro (orografico); raggiunta la conca, attraversando il nevai, ci si sposta sul lato opposta dove inizia l’erta salita verso il Passo del Souffi, posto fra l’omonima Cima, sula nostra sinistra, e Punta Stella a destra. Si sale per il ripidissimo pendio, senza una precisa traccia, tenendosi a ridosso del costone di sinistra per un lungo tratto, per poi spostarsi, seguendo radi e sbiaditi segnavia, sul lato opposto fino a raggiungere la cresta che scende dalla Punta Stella. La si segue puntando Punta Stella e in breve si raggiunge il Passo del Souffi (m 2515), segnalato da una targa in legno semplicemente appoggiato su un masso (3 ore e 25 minuti di marcia dal Rifugio Bozano).  
La discesa avviene lungo lo spigolo nord-est della Punta Stella. Su questo versante i segnavia sono più recenti e facilmente individuabili e ci guidano lungo la traccia, appena visibile, senza difficoltà di orientamento. La pendenza è sostenta, l’esposizione importante e il terreno infido: si sconsiglia di percorrerlo con bagnato e in caso di nebbia. Raggiunta quota 2300, circa, su tracia più evidente, si attraversa il pendio in direzione sud verso il Bivacco Varrone, visibile per gran parte della discesa. Senza raggiungere il Bivacco, ci si mantiene sul sentiero che, con una serie di ampi tornanti, ci porta al Lagarot di Lourousa (m 1986, un’ora e mezza dal Passo del Souffi).
Al Lagarot ci si immette sul largo sentiero che sale da Terme di Valdieri e porta al Rifugio Morelli-Buzzi. Si supera una balza morenica  entrando in un ambiente marcatamente detritico con scarsa vegetazione. Il sentiero ben sistemato, si potrebbe definire lastricato, prosegue e, con ina serie di tornanti, supera un'ultima balza per poi proseguire tra grossi massi fino al Rifugio Morelli-Buzzi (m 2351, un’ora circa di marcia dal Lagarot di Lourousa).

METEO.    Inizialmente poco nuvoloso; nel pomeriggio nubi in aumento risalenti dalla valle, con minaccia di temporale. Ritorno del sereno in serata.                  

RIFUGIO.       Anche il Morelli-Buzzi è il classico rifugio CAI “di una volta”; è comunque confortevole e i nuovi gestori offrono un’ottima accoglienza. Dopo cena con intrattenimento musicale con motivi occitani, eseguiti con organetti in legno dal gestore, che è anche il costruttore dei strumenti, e dalla figlia.    
(Contatto: Paolo Giraudo,  +39 3483399722;  tel. +39 (0)171 97394; e-mail: rifugiomorelli@virgilio.it).

CURIOSITA’.   Il Vallone del Souffi, la  notte del  20 marzo 1963 fu teatro di un incidente aereo. Il Comet SAR-7 da 78 posti, di proprietà del Re d’Arabia Ibn Saud, in viaggio da Ginevra a Nizza, si disintegrò contro la Punta Bifida, spargendo i suoi rottami nei valloni del Souffi, di Lourousa e Argentera. Perirono tutti i 18 passeggeri a bordo, che erano alle dipendenze  della famiglia reale. Dicono che ancora oggi, percorrendo i valloni, si trovano ancora rottami dell’areo; noi, a parte quelli custoditi nei pressi del Rifugio Bozzano, non ne abbiamo visti.
A causa delle condizioni climatiche, i resti del velivolo furono ufficialmente raggiunti  solamente il 1° maggio del 1963, questo diede adito al nascere di leggende circa il ritrovamento di un fantomatico tesoro prima del ritrovamento ufficiale.
A questo link si possono avere alcune notizie in più sull’incidente: http://www.alefoto.it/colle-vallone-souffi-traversata-dal-rif-bozano-bivacco-varrone/ .



3° giorno: sabato 28-07-2018

dal  RIFUGIO MORELLI-BUZZI al RIFUGIO REMONDINO per il Passo dei Detriti

 
LOCALITA' DI PARTENZA.  Rifugio Morelli – Buzzi (m 2351).

LOCALITA' DI ARRIVO.  Rifugio Remondino (m 2430).

DIFFICOLTÀT5. Itinerario riservato a escursionisti esperti. Con normale visibilità non si incontrano problemi a trovare la strada, anche nei tratti dove manca il sentiero, perché ben segnato con bandierine in vernice. Alcuni tratti con forte esposizione. Fra il Bivacco Baus e il Passo dei Detriti un breve tratto è stato attrezzato con una catena per facilitare il superamento di una placca rocciosa con una certa esposizione che, affrontata in salita, non crea problemi (utile comunque il sete da ferrata, anche se il tratto è breve). Forti pendenze per la salita al Passo del Porco e per la discesa dal Passo dei Detriti.  

SALITA:     m 865.

DISCESA:  m 705.

QUOTA MASSIMA:  m 3130, all’attacco della cengia per la Cima Sud dell’Argentera.

QUOTA MINIMA:  m 2345, nei pressi del Rifugio Morelli-Buzzi.

SVILUPPO:  km 7,3.

TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA:   5 ore 30’.
40’ al Colle del Chiapous; dal Colle al Passo del Porco 30’; 45’ dal Passo del Porco al Bivacco Baus, più un’alta ora e 55’ per raggiungere il Passo dei Detriti. 1 ora e 40’ per scendere al Rifugio Remondino.

NOTE SUL PERCORSO.     Dal Rifugio si ritorna sul sentiero principale e  lo si percorre in salita (direzione sud-est). Il sentiero, con fondo inizialmente sassoso ma ben sistemato, poi si farà più accidentato,  con una serie di  svolte, consente di guadagnare quota senza troppa fatica. Tra grossi blocchi e macereti, tenendosi sulla destra orografica, in una quarantina di minuti si raggiunge  il Colle del Chiapous (m 2533).   Si prosegue per il comodo sentiero per una dozzina di minuti, perdendo leggermente quota, fino a giungere al bivio con la traccia che porta al Passo del Porco (cartello segnaletico). A questo punto si abbandona il sentiero principale che conduce al Rifugio Genova, e si devia a sinistra per la traccia che in ripida salita, con qualche tratto esposto, ci porta al Passo del Porco (m 2580; mezz’ora dal Passo del Chiapous). Con direzione ovest, sud-ovest, si attraversa l’altopiano del Baus tra praterie alternate da rocce montonate, senza una traccia marcata, fino a raggiungere il Bivacco Baus (m 2668; 45’ dal Passo del Porco), presidiato da un paio di stambecchi. Si prosegue in direzione ovest nord-ovest risalendo il pendio erboso alternato a placche rocciose, fino a raggiungere la base di una lunga ed esposta placca rocciosa attraversata da una colata d’acqua. La si risale lungo il margine destro fino a poco meno della metà, dove si attraversa la colata d’acqua e ci si porta all’attacco del tratto attrezzato con una catena, che ci consente di raggiungere la sommità ella placca senza particolari difficoltà (utile il set da ferrata: lo sviluppo è breve ma esposto). Al termine della placca si continua, seguendo i bolli di vernice rossa, risalendo la pietraia fino a raggiungere la base della parete rocciosa dove ha inizio la cengia della via normale per la Cima Sud dell’Argentera, a cui abbiamo dovuto rinunciare per l’arrivo di nubi foriere di temporale. A questo punto si attraversa a sinistra fino a raggiungere il vicino Passo dei Detriti (m 3123, 1:55’ dal bivacco).
Dal Passo dei Detriti si inizia la discesa per il ripido canale che in linea retta conduci al Rifugio Remondino, ben visibile 800 metri sotto, appena spostato sulla sinistra sopra un dosso. I primi 500 metri sono “a piombo” su terreno infido (brecciolino), il resto del percorso si svolge, sotto una intermittente pioggerella, districandosi fra grossi massi montonati (che ci fanno fare una defaticante ginnastica) alternati a tratti erbosi fino al rifugio (m 2430, ore 1:40 dal Passo dei Detriti).

METEO.         Sereno la mattina; dopo mezzogiorno nubi in rapido aumento fino a quasi totale copertura. Arrivati al rifugio Remondino con qualche goccia di pioggia; poi, in serata, si scatenerà un bel temporale, ma di breve durata.                     

RIFUGIO.       Struttura moderna ma che conserva la spartanità  del classico rifugio alpino.                  
(Contatto:Franca Torre Gabarrou,  +39 328 5440495;  tel. +39 (0)171 97327 ;
e-mail: 
info@rifugioremondino.it).
 


4° giorno, domenica 29-07-2018

dal RIFUGIO REMONDINO al GIAS DELLE MOSCHE per la Bassa della Madre di Dio

LOCALITA' DI PARTENZA.  Rifugio Remondino (m 2430).

LOCALITA' DI ARRIVO.  Gias delle Mosche (m 1603).

DIFFICOLTÀT5-. E’ un itinerario scarsamente frequentato. Pur non avendo una traccia marcata per lunghi tratti, la segnatura con bolli  in vernice rossa, anche se piuttosto datata, è sempre visibile.  Marcata l’esposizione. Un breve tratto, in corrispondenza di un canalino detritico, è attrezzato con una fune.       

SALITA:     m 245.

DISCESA:  m 1185.

QUOTA MASSIMA:  m 2559, prima di raggiungere la Bassa della Madre di Dio.

QUOTA MINIMA:  m 1603, al Gias delle Mosche.

SVILUPPO:  km 8,1.

TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA:   4 ore 50’: 1 ore 40’ per la Bassa della Madre di Dio.

NOTE SUL PERCORSO.     Dal Rifugio Remondino si scende per poche decine di metri lungo il sentiero che sale dal Gias della Casa; in breve si giunge ad un cartello che indica la traccia che si stacca a destra (segni giallo-rossi) per la Bassa della Madre di Dio e il Rifugio Bozano. Si attraversata una gigantesca pietraia  e  si aggira lo sperone sud della Cima Maubert, per poi proseguire su terreno erboso fino al conoide detritico alla base del canale che scende dal Colletto della Madre di Dio. Si continua a salire con una serie di tornati il pendio erboso e ci si porta ad un colletto e, poco oltre, si risale un canalino detritico con l’ausilio di una corda fissa. Si procede attraversando il ripido pendio e si raggiunge un salto di roccia che si supera con l’aiuto di una corda fissa. Dopo un breve tratto pianeggiante, si risale un breve canale erboso e si arriva ad una selletta dove inizia la discesa, in alcuni tratti abbastanza ripida, che ci porta alla Bassa della Madre di Dio (m 2450, ore 1:40 dalla partenza).  Seguendo i bolli di vernice gialla, ci si abbassa di un centinaio di metri per poi attraversare senza una precisa traccia, guidati dai bolli, una gigantesca pietraia e qualche relitto di nevaio fino a  raggiungere la Ex postazione di caccia (ruderi di muretti a secco e cartello indicatore; m 2370, ore 0:35 dalla Bassa). Si prosegue, mantenendo sostanzialmente la quota, descrivendo un ampio arco in senso antiorario, in direzione del Rifugio Bozano, ormai ben visibile, per circa 35 minuti, fino ad incontrate una traccia quasi completamente cancellata (segnata con sbiaditi bolli rossi), che si stacca a sinistra con direzione ovest, inizialmente, per poi orientarsi verso nord-ovest, attraversando magri pascoli. Prima di raggiungere l’ennesima pietraia, descrivendo un ampio tornante, si inverte la direzione di marcia aggirando uno sperone roccioso ai piede del quale si incontrano i ruderi del Gias Soprano (m 2230). Si prosegue fino ad abbassarsi sul fondo del vallone; si segue il corso del torrente e in breve si giunge al Gias della Mesa  (m 2065) dove si incrocia il bel sentiero, già percorso il primo giorno, che porta al Rifugio Bozano. Lo si percorre e, in meno di un’ora, si raggiunge il Gias delle Mosche, dove avevamo parcheggiato l’auto.
 
METEO.    Una bella giornata: cielo sereno, niente vento, temperatura gradevole.               

Tourengänger: Alberto C.
Communities: Hikr in italiano


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen

T5
17 Jul 12
Giro dell' Argentera · his
T4+
20 Jul 13
giro dell'Argentera · Agrimensore K
T4 WS- II
3 Sep 09
Argentera Sud 3297 m · basodino
T5- I
2 Sep 09
Cima del Baus 3067 m · basodino
T4- WS- II
12 Jul 11
Argentera Cima Sud 3297mt. · Luca_P
T4- II K2-

Kommentare (2)


Kommentar hinzufügen

blepori hat gesagt:
Gesendet am 4. September 2018 um 12:50
il ricordo più bello che ho di questi posti è quando dal passo dei detriti (salendo dal remondino) mi sono girato e ho visto il porto di Nizza! Un vero peccato che la meteo vi ha privato della cima. Ciao Benedetto

Alberto C. hat gesagt: RE:
Gesendet am 4. September 2018 um 22:12
Col senno del poi in cima saremmo anche riusciti a salirci e scendere all'asciutto, ma al Remondino saremmo arrivati fradici. Forse è meglio che sia andata come è andata, così avremo la scusa/stimolo per ritornarci.
Ciao
Alberto


Kommentar hinzufügen»