Trek Mustang


Publiziert von Francesco , 7. September 2018 um 15:47. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Nepal
Tour Datum: 7 August 2018
Wegpunkte:
Geo-Tags: NEP 
Zeitbedarf: 12 Tage
Aufstieg: 11500 m
Abstieg: 12100 m
Strecke:km 217.00 : Jomsom (2760 m) Kagbeni (2900 m) Chele (3050 m) Tamagaon (3710 m) Jhaite (3820 m) Ghar Gumpa (3950 m) Chogo La (4245 m) Lo Manthang (3810 m) Choser (3900 m) Dhi (3400 m) Luri Gompa (4150 m) Dhechyang Khola Riverside Hotel (3380 m) Tangge La (4180 m) Paha Water Spring (4180 m) Muktinath (3670 m)

"E' proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante"
(P. Coelho)


MUSTANG: dal tibetano Mun Tang  - "Pianura fertile". Oppure "Regno di Lo". E' il termine con cui solitamente si individua la regione a nord della vallata del Kali-Gandaki.  La vera denominazione di questa zona è tuttavia un'altra: infatti per i suoi abitanti è Lo, che, nel vernacolo tibetano, si traduce con meridione. Mustang, pertanto, è un'alterazione del nome della città principale di Lo Manthang. 

Un isolato reame nel nord-est del Nepal, al confine con il Tibet e  ; ;posto alle pendici dell'Himalaya, nella zona montagnosa denominata Parbat. Il suo territorio è attraversato per tutta la lunghezza dal fiume Gandaki, la cui sorgente si trova nella parte nord, presso il confine con il Tibet. Il fiume, chiamato Mustang Khola, scorre da nord-est a sud-ovest, tagliando praticamente in due il reame; lungo la sua valle sono collocati i principali insediamenti abitativi, a cominciare da Lo Manthang, la capitale, a nord, passando per Dhami, Chhusang, Kagbeni, Jomson, Marpha, Tukuche, Kowang, Kunjo, Lete.

  Regno indipendente dal 1440 al 1789, alla fine del XVIII secolo venne annesso al Nepal pur rimanendo una regione autonoma, con il suo ex monarca nominato colonello dell'esercito nepalese; oggi è un distretto del Nepal dotato di una rilevante autonomia. 
E "regno proibito", perché interdetto ai visitatori fino al 1992, quando fu aperto a un ristretto numero di persone;  : :.....;      oggi invece il turismo è una delle attività commerciali principali, ma gli stranieri che vogliono visitare il Mustang devono ottenere prima un permesso e pagare una tassa giornaliera.Il Mustang risentì molto di quanto accadde in Tibet negli anni cinquanta, dato che i beni che produceva venivano esportati soprattutto nel paese del Dalai Lama. L'isolamento crebbe allorché la monarchia di Katmandu vacillò seriamente a causa delle pressioni dell'insurrezione maoista: tutto questo portò decadenza, povertà e fatiscenza dei monumenti Il Mustang risentì molto di quanto accadde in Tibet negli anni cinquanta, dato che i beni che produceva venivano esportati soprattutto nel paese del Dalai Lama. L'isolamento crebbe allorché la monarchia di Katmandu vacillò seriamente a causa delle pressioni dell'insurrezione maoista: tutto questo portò decadenza, povertà e fatiscenza dei monumenti Il Mustang risentì molto di quanto accadde in Tibet negli anni cinquanta, dato che i beni che produceva venivano esportati soprattutto nel paese del Dalai Lama. L'isolamento crebbe allorché la monarchia di Katmandu vacillò seriamente a causa delle pressioni dell'insurrezione maoista: tutto questo portò decadenza, povertà e fatiscenza dei monumenti Il Mustang risentì molto di quanto accadde in Tibet negli anni cinquanta, dato che i beni che produceva venivano esportati soprattutto nel paese del Dalai Lama. L'isolamento crebbe allorché la monarchia di Katmandu vacillò seriamente a causa delle pressioni dell'insurrezione maoista: tutto questo portò decadenza, povertà e fatiscenza dei monumenti  

Oggi il  Mustang è rimasto come era il Tibet prima dell'occupazione cinese quando il Dalai Lama regnava a Lhasa: qui gli antichi monasteri budddisti non sono stati profanati, e i monaci non sono stati incarcerati; un territorio montagnoso e accidentato, toccato poco dalla moderna civiltà, e dove si conduce uno stile di vita che nel Tibet sta scomparendo.
Una terra aspra, selvaggia e ventosa, ma bellissima e ricca di miti e leggende, piena di monaci e monasteri, con una cultura antica.
Solo in questi ultimi anni è iniziata la costruzione di una strada, in parte asfaltata; ma in prevalenza si trovano sentieri di montagna che, quando non sono rovinati dalle frane, sono percorribili solo a piedi o in groppa a cavalli e zoo (un incrocio tra jak e bue).

Il vento e il fiume Kali Gandaki hanno tracciato nei secoli dei profondi e spettacolari canyon nei fianchi delle montagne, creando erosioni dalla forme spettacolari;  inoltre l'ossidazione dei materiali ha dato colore al paesaggio, con tinte calde sulle quali contrasta il verde dei campi e dei pascoli nei fondovalle a lato dei fiumi. 

Visitando il paese si possono notare le pile di legna ordinatamente disposte sui tetti delle case: sono una esibizioni di ricchezza perchè la legna da ardere qui è merce rara; per scaldarsi e cucinare si usa lo sterco seccato di yak e di capra.

La poliandria è ancora diffusa, una pratica che era comune nel Tibet, dove più fratelli potevano condividere un'unica moglie, senza creare grandi discordie familiari.

Nonostante i costumi non convenzionali e la posizione remota dei villaggi del Mustang, non sono mai mancati i contatti col mondo esterno. Ogni inverno i Lobas ("popolo di Lo") scendono a centinaia verso le pianure dell'India per vendere i loro ricercati maglioni di lana fatti a mano.
I Lobas sono sempre stati abili commercianti e forti viaggiatori: una delle principali rotte commerciali tra Tibet e India attraversa la loro terra, e per secoli, fino agli anni '50, i duri sentieri di montagna erano battuti da carovane cariche di sale, lana e grano.

Ecco, proprio qui sono trascorse le nostre vacanze di quest'anno: diciotto giorni passati nell'affascinante Nepal, di cui 11 in cammino nel profondo e toccante Mustang, dove d'estate i monsoni non arrivano - o ci arrivano solo di striscio - perché il territorio è protetto dall'Annapurna e dagli altri alti monti Himalayani che ne ostacolano l'accesso 

1° giorno: Il nostro trek - dopo i vari spostamenti e un paio di giorno di turismo tra Kathmandu e Pokhara - inizia da Jomson (2.800 m.), piccola città con una pista di atterraggio posta al di là della catena Himalayana: qui arrivano piccoli aerei con i turisti caricati a Pokhara, con un volo di 45 minuti tra le montagne, con vista sull'Annapurna e Dhaulagiri. Jomson, sede della regione del Mustang, in passato era un importante villaggio nella zona del Kaligandaki, da dove passava il percorso commerciale trans himalayano con il Tibet della Via del Sale. Da Jomson i percorsi per i trekking si inoltrano tutti verso nord, seguendo il fiume e i canyon naturali.
Dopo Jomson passiamo per Ekle Bhatti: da qui parte sia il sentiero che porta verso est al campo base dell'Annapurna, sia quello che conduce a Muktinath, meta di importanti pellegrinaggi (e da dove transiteremo sulla via del ritorno); noi invece proseguiamo continuando a costeggiare il fiume e giungiamo a Kagbeni, un villaggio che si trova sulla riva di due fiumi, con case costruite con mattoni di fango e un gompa (monastero buddista tibetano) con le bandiere al vento: qui il nostro primo pernotto in lodge.

2° giorno: Dopo la registrazione e spunta del permesso speciale per l'ingresso in Mustang, il trekking prosegue in salita sempre lungo la bella valle del Kali-Gandaki. Panorami vasti, passaggi per piccoli villaggi con i loro gompa immersi in un paesaggio spettacolare, anche se la prima parte della giornata è stata un po' "annacquata": ma questa sarà una delle poche, pochissime volte in cui saremo davvero costretti a coprirci per la pioggia.
Dopo vari saliscendi giungiamo dapprima al villaggio di Tangbe, coi vicoli stretti tra case bianche, i suoi panoramici chorten, e i bellissimi campi di grano saraceno, di orzo, frumento e mele; poi proseguiamo fino a Chhusang, dove la montagna finisce nel fiume con le sue pareti erose dagli agenti atmosferici fino a farle sembrare delle canne d'organo; e infine, dopo aver attraversato il Kali-Gandaki su un ponte di ferro, ci allontaniamo dal fiume su una ripida salita fino a Chele (3.050 m.) e a Tsaile. Mentre saliamo, dall'altra parte del fiume, possiamo vedere nelle pareti delle montagne le grotte che sono state rifugio dei Khampa durante l'invasione cinese del Tibet.

3° giorno: Da Tsaile inizia una tratta abbastanza impegnativa (oltre 2000 metri di dislivello per una ventina di chilometri), che sale al Taklam La Pass (3624mt) attraverso altipiani e gole, poi scende al villaggio di Samar, risale sui altri due passi, e infine, dopo un lungo e affascinante tratto caratterizzato da scorci mozzafiato su canyon e gole, in un continuo cambio di paesaggi e panorami, raggiunge il minuscolo villaggio di Shangmuchen o Syanboche. Durante il percorso passiamo anche in una grotta/monastero, conosciuta come Chungsi Cave Monastery, dove troviamo delle donne in pellegrinaggio, che ci offrono di ogni cosa (!) e ci fanno visitare la grotta del monastero

4° giorno: Saliamo ad un passo, attraversando chorten, piccoli villaggi locali con case in stile tibetano, campi di orzo e di alberi da frutto, e raggiungiamo un secondo passo (questa volta toccando, per la prima volta nel trek, i 4000!!!), per poi scendere a Ghaymi, il terzo villaggio per grandezza della regione di Lo. Dopo aver attraversato il fiume Ghaymi Khola, il sentiero sale ad un pianoro e passa accanto ad un lunghissimo Muro Mani, un muro di pietre sacre per i buddhisti. Dopo aver superato ancora un altro passo, proseguiamo il trek in discesa fino al villaggio di Tsarang, dove possiamo vedere campi di grano, salici e case dalle pareti in pietra, oltre che un enorme Dzong Gompa (monastero) bianco e rosso, che visiteremo la mattina successiva..

5° giorno: Ci incamminiamo in salita costante fino al Ghyakar Monastery, il più vecchio dei Samye Gompa in Tibet e uno dei più antichi gompa di tutto il Nepal, dove troviamo i monaci in fervore per la presenza di un monaco importante (quasi un altro Dhalai Lama, ma di un altro dinastia buddhista), che quando ci incontra nel monastero, incrocia i nostri sguardi, si inchina e ci sorride. A noi! Emozione!
Poi proseguiamo per Lo Manthang, valicando altri due passi, in compagnia di marmotte e condor, e arrivando su un crinale con vista mozzafiato sulla citta murata e sulla sua piana, oltre che sul Tibet all'orizzonte..... Infine, dopo una breve discesa, attraversiamo un torrente e saliamo al pianoro di Lo Manthang.

6° giorno: Lo Manthang (3.770 metri), città fortificata, capitale del Regno di Lo. Offre diversi interessanti monasteri come il Chode Gompa (uno dei principali gompa Sankya), il Jampa Monastery (il più vecchio monastero Sankya in Mustang), e il Thupchen Gompa (il principale centro di tutte le attività religiose a Lo Manthnag), e merita delle passeggiate nelle sue viuzze, con una lunga sosta alla fontana che è il centro vitale della città. La giornata è dedicata all'esplorazione dei dintorni della città: ci vogliono un paio d'ore per raggiungere dapprima delle grotte a più piani scavate nelle pareti di una montagna, un tempo luoghi di residenza e di preghiera; poi visitiamo e di lasciamo incantare dal monco "rettore" del il Lowo Nyaphug Monastery e School, dai suoi discorsi sull'educazione dei ragazzi, sul vivere bene e in armonia, e sulla sostenibilità ambientale, le coltivazioni biologiche, il mangiare sano e lo stare bene, di corpo e spirito......Loro si che sono avanti e hanno capito tante cose! Non noi!......... E infine proseguiamo verso Tinkar/Thingaar, un villaggio di circa 40 abitazioni e uno degli ultimi paese a NW di Lo Manthang.
Nel pomeriggio e poi anche in serata abbiamo l'enorme piacere di conoscere e sentire un po' di racconti Luigi, un restauratore italiano che è da vent'anni in Nepal (!), e stà portando avanti, tramite finanziamenti americani, il recupero di monasteri buddhisti. Una gran bella persona!

7° giorno: Inizia il cammino di ritorno, ma per un percorso diverso. Da Lo Manthang proseguiamo per Dhi, valicando ancora altri passi, e arriviamo a Yara: anche qui ci fermeremo per due notti.

8° giorno: Ci fermiamo a Yara per una giornata, e sempre facendo un percorso di trek, andiamo a visitare il Luri Gompa .

9° giorno: Da Yara, in un susseguirsi di passi, paesaggi sempre diversi e panorami incantevoli, proseguiamo verso Tange/Tangya.......anche attraversando un fiume trasportati su un trattore! (troppo pienodl'acqua e troppo vorticosa la corrente). Bellissimo il vastissimo altopiano prima della discesa su Tange/Tangya, così come lo scorcio panoramico sul villaggio visto dall'alto, coi contrasti di verde e deserto

10° giorno: Oggi altra tappa importante per lunghezza del percorso: da Tange/Tangya, e sempre con qualche attraversamento di fiume (ma stavolta a piedi!) ci spostiamo verso Paa, per arrivare poi a Chhusang, dove già eravamo transitati all'andata. Bellissimo il lungo traverso in quota, prima della discesa a Chhusang, tutto sui 4000 e tra dune color ocra, in un ambiente quasi "da deserto" (!).

11° giorno: Ultimo giorno di cammino. Da Chusang, attraverso il Gyu La (4077mt) arriviamo al tempio di Muktinath, che rappresenta il centro della fede spirituale sia per gli induisti (con l'antico tempio di Jwala Mai  dedicato a Vishnu, dove sono posti 108 rubinetti d'acqua per la purificazione) che per i buddhisti.
 
Poi da Muktinath rientriamo dapprima a Kagbeni e poi a Jomson in jeep, su strade in parte asfaltate e in parte sterrate, ripercorrendo parte della tragitto percorso all'andata.

Da ora ci aspettano: una giornata con volo di rientro Jomson/Pokhara e visita di Pokhara, poi un'altra giornata di viaggio in pullmino fino a Kathmandu, un'ultima giornata di turismo a Kathmandu...... E poi dovremo risalutare il Nepal e la nostra indimenticabile esperienza di viaggio.

Un altro viaggio di quelli BELLI BELLI, in posti che confrontati rispetto ai nostri sembrano sperduti e fuori dal mondo ma che invece sono ricchi di storia, di cultura e soprattutto di spiritualità.
Un cammino tra gente umile ma speciale, che vive con poco ma che è molto molto ospitale e generosa.
Un percorso attraverso una varietà incredibile e inimmaginabile di paesaggi, dai panorami vasti e quasi infiniti (quasi, perché in lontananza erano parzialmente occlusi dalle nubi, che solo raramente ci hanno permesso di scorgere, al di là delle comunque bellissime montagne del Mustang, le vette dei 7000/8000 all'orizzonte).
Ma soprattutto una esperienza che rimarrà dentro, nel profondo del cuore e della mente.
E questo anche grazie a chi ci ha accompagnato: 3 guide più il conducente dei muli, sempre attenti, premurosi, disponibili e preparatissimi.
E poi grazie a degli ottimi compagni di viaggio, con cui si è riso e scherzato (tanto! tantissimo!), parlato (e anche di cose serie..... serissime......spirituali), e soprattutto condiviso (di tutto: la fatica, il cibo, le emozioni, i balli e i canti, le prove di cucina nepalese....Tutto.!!!).

Di seguito un prospetto riassuntivo del trek, anche se non nostro (non ha tracciato Francesco......)
 

Giorno Itinerario Distanza Dislivello salita Dislivello discesa Altitudine  max Altitudine min
1 Jomson – EkleBhatti - Kagbeni 11,95km 420m 317m 2869m 2728m
2 Kagbeni – Tangbe - Chhusang – Chele - Tsaile 18,21km 883m 741m 3116m 2841m
3 Tsaile – Samar - Syanboche 23,93km 2270m 1575m 3818m 3091m
4 Syamboche – Ghami - Charang 23,00km 869m 1085m 4002m 3480m
5 Charang – Lo Manthang 23,00km 811m 574m 4311m 3586m
6 Lo Manthang – Choser – Lo Manthang 19,82km 365m 365m 3949m 3765m
7 Lo Manthang – Dhi - Yara 18,44km 867m 1090m 4101m 3364m
8 Yara – Luri Gompa - Yara 12,00km 421m 421m 4027m 3599m
9 Yara – Tangye 22,00km 1133m 1429m 4253m 3344m
10 Tangye – Pa – Chhusang 26,00km 1233m 1617m 4217m 2938m
11 Chuusang - Muktinath 18,00km 1330m 635m 4077m 2960m
  TOTALE 217km         

Da ultimo: le foto, sempre bellissime e suggestive, sono logicamente e come sempre di Francesco......che però quest'anno non si vogliono ordinare nella sequenza che vorremmo e come dovrebbero (!)...... Pazienza...... Anche questo rispecchia lo "spirito" del Nepal!
Tashe Delak! .......( è il saluto tibetano! La traduzione: più o meno "tashi" significa buon auspicio, e "delek" - o "deleg" o "deleh" - significa bene..... In pratica è un pò come dire  "benedizioni e buona fortuna" , oppure  "che tutti i segni di buon auspicio vengano in questo posto"


Francesco Anche quest'anno,malgrado tutto siamo riusciti a fare un grande e meraviglioso viaggio nel cuore della montagna "Mustang-Nepal" .
...Indimenticabile esperienza ai confini del mondo,un mondo ancora vero,di persone umili, generose e sempre sorridenti,di profumi  e colori che sfumano negli spazi infiniti, coinvolgendo anima e corpo.
...Come i precedenti trek, l'artefice è sempre lei: Chiara, che ringrazio pubblicamente.

  


Tourengänger: Francesco, Chiara
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (13)


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andrea62 hat gesagt:
Gesendet am 7. September 2018 um 18:15
Vi aspettavo. Dopo aver letto un vostro accenno al Nepal ho pensato"strano, nella stagione dei monsoni". Mi ero dimenticato del Mustang.
Guarderò con calma le foto.
Ciao
Abdrea

Francesco hat gesagt: RE:
Gesendet am 7. September 2018 um 19:48
...Ciao Andrea,effettivamente prima di decidere anche noi ci siamo documentati ben bene, soprattutto per i monsoni che,con regolarità abbiam trovato a Kathamandu, comunque,dopo 2 giorni,nel Mustang è stata un'altra storia.

andrea62 hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. September 2018 um 17:42
Penso che abbiate letto "Mustang - Himalaya che cambia" di Stefano Ardito, dove parla della nuova strada che evita giornate di cammino ma sottrae lavoro ai lodges. Se ho ben capito all'andata avete utilizzato ancora i mezzi forniti da madre natura.

Francesco hat gesagt: RE:
Gesendet am 9. September 2018 um 19:04
...Esattamente, sempre mezi di madre natura. In merito alla strada che dovrebbero terminare per il 2021, penso che sara un vero collasso, soprattutto per gli escursionisti.

ivanbutti hat gesagt:
Gesendet am 7. September 2018 um 20:27
Complimenti per il bel trekking. Dalle foto sembra che nonostante la quota non fosse freddo, quasi sempre in pantaloni e maniche corte.

Ciao, Ivan

Francesco hat gesagt: RE:
Gesendet am 14. September 2018 um 10:42
...Eh si Ivan è stato proprio bello,anche il freddo quasi inesistente...ciao.

Menek hat gesagt:
Gesendet am 7. September 2018 um 20:44
grazie x averci regalato queste stupende immagini...

blepori hat gesagt:
Gesendet am 8. September 2018 um 07:51
non ho parole, stupendo e affascinante, sia i paesaggi sia, soprattutto, le persone. Ciao Benedetto

Francesco hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. September 2018 um 18:30
Grazie Benedetto,infatti le parole e anvhr le foto trasmettono proprio poco,una piccola ma piccola parte.

Gesendet am 8. September 2018 um 08:10
Grandi, grandissimo treking con bellissime foto che caratterizzano
la bellezza, e la povertà del paese, a cui bisogna dare un aiuto a questa gente.
complimenti vivissimi
Luaciano

Francesco hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. September 2018 um 18:31
Grazie Luciano,a presto

GIBI hat gesagt:
Gesendet am 13. September 2018 um 19:08
Complimenti altro gran bel trekking che vi siete regalati ma che grazie alle belle foto avete indirettamente regalato anche a noi ... grazie !

ciao Giorgio

Francesco hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. September 2018 um 19:34
..Ciao Giorgio, è stato un gran trekking ,speriamo riuscire a farne altri. ciao


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