Kastelhorn (3128 m)
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Finalmente Kastelhorn!
Ci avevo già provato qualche anno fa, documentandomi poco e male e mancando la traccia; così stavolta ho spulciato qua e là con più attenzione, ho scaricato tracce GPS e sono ripartito, meno allenato ma più determinato.
L’itinerario è tutto fuorché banale, è una montagna che odi ed ami al tempo stesso: la odi quando davanti a te si para un muro di 600 mt con pendenze di 40°, ma appena ti fermi per prendere fiato e ti volti non puoi che restare ammaliato dal meraviglioso panorama, che raggiunge il suo apice una volta in vetta.
Di buon ora lascio la macchina al parcheggio di Riale e mi incammino sulla strada per il rifugio Maria Luisa; essendo fuori allenamento e avendo necessità di scaldarmi un po’ percorro per intero la gippabile, ma ovviamente tagliando quest’ultima in favore del sentiero si risparmiano tempo e km.
Prima della diga del Toggia prendo la strada a destra che sale fino alla diga del lago Kastel, che costeggio sul lato destro fino a superarlo.
Qui inizia il percorso vero e proprio: si svolta a sinistra e per collinette e pratoni ci si avvicina alla base del Kastelhorn.
La traccia GPS aiuta a trovare il punto corretto per l’attacco (anche se ci sono alternative) e dopo essere uscito da un facile canalino, davanti a me si para un’autostrada di rocce e sfasciumi; di fatto si può salire un po’ dove si vuole, io opto per stare sulla destra (mentre scenderò a sinistra) dove la roccia è più stabile, mentre al centro si è sicuramente meno esposti ma si fatica di più a causa della sabbia e dei piccoli sassi che scivolano.
Con pazienza e fatica si arriva a incrociare la cresta che arriva a sinistra dalla Kastellucke (siamo a quota 3000 circa) e da qui una bellissima cresta ci porta verso la vetta che appare in alto a destra. La cresta è divertente, larga un paio di metri e l’unico passaggio un po’ delicato lo si trova a una ventina di metri dalla croce di vetta (io l’ho superato a cavalcioni, ma gli appoggi non mancano).
Mi fermo una decina di minuti per mangiare qualcosa e scattare qualche foto, poi scendo sulla stessa via di salita fino quasi al lago Kastel, da qui opto per la diretta Alpe Ghighel - Riale e arrivo così alla macchina.
E’ un escursione da non sottovalutare: non ha passaggi pericolosi ma richiede una buona preparazione fisica, ovviamente per la dura salita, ma anche per avere piede fermo nei passaggi di cresta e soprattutto per la lunga e ripida discesa dove la concentrazione deve restare alta e le gambe devono essere reattive.

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