Traversata della Brusciaa (dalla Colla al Busin) - Valle Antigorio
|
||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
La Brusciaa si trova su un pianoro a circa 1760 m su una delle dorsali in cui si divide la cresta Ovest del Pizzo dei Croselli, prima di precipitare sulla piana del Toce di fronte alle terme di Premia con un versante tra i più complessi delle valli ossolane. Per la scomodità di accesso, si può forse considerare l'alpetto più "estremo" della valle Antigorio e una delle prove più eloquenti della fame patita nei secoli passati dalle popolazioni di queste montagne.
Abbiamo "scoperto" questi ruderi per caso, mentre eravamo in cerca di un percorso, in uso tra i cacciatori locali, per traversare dall'Alpe Busin superiore all'Alpe Colla.
Difficile sapere quando la Brusciaa è stata abbandonata. Posso solo dire che l'unica mappa in cui appaiano degli edifici (senza nome) sulla dorsale della Brusciaa è quella degli Stati Sardi di Terraferma.
Non abbiamo trovato veri e propri resti di sentiero ma solo un breve tratto di cengia costruita sul ciglio di un precipizio affacciato sulla valle del Rio di Antin.
Annotazioni
Traversata in ambiente impegnativo e selvatico, per lo più senza sentiero, che ha richiesto diversi sopralluoghi per capire dove passare. Essenziale nella riuscita del giro individuare il punto in cui attraversare l'incassato canale del Rio di Antin e le cengia che permette di raggiungere il pianoro della Brusciaa.
Il percorso descritto, come quello di settimana scorsa (dalla Pianezza alla Colla), può costituire un segmento di un'ideale traversata Antigoriana che poco alla volta sta prendendo forma...
Toponomastica
La CNS indica a livello del Toce, di fronte a Cadarese, delle baite con il nome La Brusata. In realtà si tratta di Crestabella. La gente del posto e la Mappa Rabbini concordano.
La Brusata sono le baite più basse sulla dorsale del Busin, dove un cartello presente in loco e la CNS riportano il toponimo I Bochi. Secondo fonti locali e la Mappa Rabbini, I Bochi sono dove la CNS indica Busin di Sotto (quota 1413). La cosa appare ragionevole, altrimenti l'Alpe Busin presenterebbe un nucleo di troppo (quota 1527 CNS).
La Brusciaa invece è un altra cosa ancora...
Da Cristo alla Brusciaa
Con Ferruccio parto per la seconda settimana consecutiva dal parcheggio di Piedilago. A Cristo prendiamo il sentiero segnalato che sale alla Colla. Giunti alla Colla, proseguiamo lungo il sentiero in direzione dei Croselli. Superato il guado sull'affluente di sinistra del Rio di Antin (circa 1520 m di quota), abbandoniamo il sentiero per traversare in direzione del canale principale del Rio di Antin.
Una traccia in piano, con un solo taglio in prossimità dell'inizio, porta ad affacciarsi sul canale, in cui si entra percorrendo una sorta di cengia dove passano gli animali. Con un passaggio su terreno infido si scende al guado, posto a valle di un cascata. L'ambiente è primordiale e selvaggio e l'attraversamento incute un certo timore perché bisogna mettere i piedi su una roccia percorsa da acqua corrente dove una perdita di equilibrio potrebbe avere conseguenze gravi. Fortunatamente la roccia non è scivolosa e la difficoltà, alla prova dei fatti, si è rivelata più che altro di tipo psicologico.
Sull'opposto versante si risale una ripida rampa erbosa che culmina con un passaggio obbligato sulla destra, quasi a picco sul canale, e ci si porta su un pendio in prevalenza erboso con alberi sparsi, che si risale aggirando alcune piodate su una traccia di animali. Giunti intorno ai 1700 m di quota si cambia direzione e ci si volge a Ovest in modo da imboccare una cengia, che all'inizio appare piuttosto come uno spiovente erboso alla base di una parete. Da ultimo un corridoio di erba, esposto ma comodo, porta sul pianoro dove si trovano i due ruderi della Brusciaa.
Il luogo è idilliaco, su un terrazzo sospeso sorprendentemente ampio e pianeggiante.
Le pietre dagli spigoli arrotondati e l'assenza di resti della travatura sembrano indicare un abbandono di vecchia data. Dopo essere arrivati fino qui ci si chiede quale fosse il percorso di carico di un alpe così scomodo da raggiungere. Escluso il percorso fatto all'andata, immaginiamo che sia quello che stiamo per fare al ritorno ma, come scopriremo, non si rivelerà più comodo.
Dalla Brusciaa a San Rocco
Saliamo brevemente la dorsale sopra i ruderi e traversiamo a Nord puntando ad una sorta di cengia visibile dal pianoro della Brusciaa. All'inizio del traverso si trovano dei vecchi tagli. Oltrepassata una costa, la traccia risulta ancora evidente per un breve tratto, poi risulta meno chiara e la perdiamo. Traversando nella medesima direzione, dopo una risalita di qualche metro, ritroviamo una traccia, evidente ma priva di tagli, e la seguiamo fino al guado del Rio Brusol, il torrente principale di questa zona tra la dorsale della Brusciaa e la successiva. Risalito l'opposto versante, si raggiunge un idilliaco pianoro sulla dorsale a circa 1803 m di quota, noto dal precedente tentativo. Un sentierino (che presenta anche dei gradini) scende ad un altro pianoro (quota 1797 CNS). Qui si può arrivare anche traversando più bassi senza passare dal pianoro soprastante ma il percorso è poco chiaro per la presenza di una grande pianta caduta.
Dopo una pausa, imbocchiamo il sentiero che traversa in direzione dell'Alpe Busin. Il percorso è evidente e facile, rispetto al resto della traversata, e ci sono molti tagli che aiutano nell'orientamento. Attraversato il Rio Fruetta si incontrano dei gradini e in breve si giunge all'Alpe Busin di Sopra.
Dall'alpe, seguendo il sentiero segnalato, si scende a San Rocco dove, disponendo di una seconda auto, l'escursione avrebbe termine ma non è questo il nostro caso.
Rientriamo quindi a Cristo camminando tra i campi sulla sinistra idrografica del Toce, in quest'occasione affollatissimi per la fienagione, con intere famiglie al lavoro in una splendida giornata di sole.
Tempi
Piedilago - La Colla 1:20
La Colla - La Brusciaa 1:30
La Brusciaa - CNS 1797 0:50
CNS 1797 - Busin di Sopra 0:30
Busin di Sopra - San Rocco 1:15
San Rocco - Piedilago: 0:40
Abbiamo "scoperto" questi ruderi per caso, mentre eravamo in cerca di un percorso, in uso tra i cacciatori locali, per traversare dall'Alpe Busin superiore all'Alpe Colla.
Difficile sapere quando la Brusciaa è stata abbandonata. Posso solo dire che l'unica mappa in cui appaiano degli edifici (senza nome) sulla dorsale della Brusciaa è quella degli Stati Sardi di Terraferma.
Non abbiamo trovato veri e propri resti di sentiero ma solo un breve tratto di cengia costruita sul ciglio di un precipizio affacciato sulla valle del Rio di Antin.
Annotazioni
Traversata in ambiente impegnativo e selvatico, per lo più senza sentiero, che ha richiesto diversi sopralluoghi per capire dove passare. Essenziale nella riuscita del giro individuare il punto in cui attraversare l'incassato canale del Rio di Antin e le cengia che permette di raggiungere il pianoro della Brusciaa.
Il percorso descritto, come quello di settimana scorsa (dalla Pianezza alla Colla), può costituire un segmento di un'ideale traversata Antigoriana che poco alla volta sta prendendo forma...
Toponomastica
La CNS indica a livello del Toce, di fronte a Cadarese, delle baite con il nome La Brusata. In realtà si tratta di Crestabella. La gente del posto e la Mappa Rabbini concordano.
La Brusata sono le baite più basse sulla dorsale del Busin, dove un cartello presente in loco e la CNS riportano il toponimo I Bochi. Secondo fonti locali e la Mappa Rabbini, I Bochi sono dove la CNS indica Busin di Sotto (quota 1413). La cosa appare ragionevole, altrimenti l'Alpe Busin presenterebbe un nucleo di troppo (quota 1527 CNS).
La Brusciaa invece è un altra cosa ancora...
Da Cristo alla Brusciaa
Con Ferruccio parto per la seconda settimana consecutiva dal parcheggio di Piedilago. A Cristo prendiamo il sentiero segnalato che sale alla Colla. Giunti alla Colla, proseguiamo lungo il sentiero in direzione dei Croselli. Superato il guado sull'affluente di sinistra del Rio di Antin (circa 1520 m di quota), abbandoniamo il sentiero per traversare in direzione del canale principale del Rio di Antin.
Una traccia in piano, con un solo taglio in prossimità dell'inizio, porta ad affacciarsi sul canale, in cui si entra percorrendo una sorta di cengia dove passano gli animali. Con un passaggio su terreno infido si scende al guado, posto a valle di un cascata. L'ambiente è primordiale e selvaggio e l'attraversamento incute un certo timore perché bisogna mettere i piedi su una roccia percorsa da acqua corrente dove una perdita di equilibrio potrebbe avere conseguenze gravi. Fortunatamente la roccia non è scivolosa e la difficoltà, alla prova dei fatti, si è rivelata più che altro di tipo psicologico.
Sull'opposto versante si risale una ripida rampa erbosa che culmina con un passaggio obbligato sulla destra, quasi a picco sul canale, e ci si porta su un pendio in prevalenza erboso con alberi sparsi, che si risale aggirando alcune piodate su una traccia di animali. Giunti intorno ai 1700 m di quota si cambia direzione e ci si volge a Ovest in modo da imboccare una cengia, che all'inizio appare piuttosto come uno spiovente erboso alla base di una parete. Da ultimo un corridoio di erba, esposto ma comodo, porta sul pianoro dove si trovano i due ruderi della Brusciaa.
Il luogo è idilliaco, su un terrazzo sospeso sorprendentemente ampio e pianeggiante.
Le pietre dagli spigoli arrotondati e l'assenza di resti della travatura sembrano indicare un abbandono di vecchia data. Dopo essere arrivati fino qui ci si chiede quale fosse il percorso di carico di un alpe così scomodo da raggiungere. Escluso il percorso fatto all'andata, immaginiamo che sia quello che stiamo per fare al ritorno ma, come scopriremo, non si rivelerà più comodo.
Dalla Brusciaa a San Rocco
Saliamo brevemente la dorsale sopra i ruderi e traversiamo a Nord puntando ad una sorta di cengia visibile dal pianoro della Brusciaa. All'inizio del traverso si trovano dei vecchi tagli. Oltrepassata una costa, la traccia risulta ancora evidente per un breve tratto, poi risulta meno chiara e la perdiamo. Traversando nella medesima direzione, dopo una risalita di qualche metro, ritroviamo una traccia, evidente ma priva di tagli, e la seguiamo fino al guado del Rio Brusol, il torrente principale di questa zona tra la dorsale della Brusciaa e la successiva. Risalito l'opposto versante, si raggiunge un idilliaco pianoro sulla dorsale a circa 1803 m di quota, noto dal precedente tentativo. Un sentierino (che presenta anche dei gradini) scende ad un altro pianoro (quota 1797 CNS). Qui si può arrivare anche traversando più bassi senza passare dal pianoro soprastante ma il percorso è poco chiaro per la presenza di una grande pianta caduta.
Dopo una pausa, imbocchiamo il sentiero che traversa in direzione dell'Alpe Busin. Il percorso è evidente e facile, rispetto al resto della traversata, e ci sono molti tagli che aiutano nell'orientamento. Attraversato il Rio Fruetta si incontrano dei gradini e in breve si giunge all'Alpe Busin di Sopra.
Dall'alpe, seguendo il sentiero segnalato, si scende a San Rocco dove, disponendo di una seconda auto, l'escursione avrebbe termine ma non è questo il nostro caso.
Rientriamo quindi a Cristo camminando tra i campi sulla sinistra idrografica del Toce, in quest'occasione affollatissimi per la fienagione, con intere famiglie al lavoro in una splendida giornata di sole.
Tempi
Piedilago - La Colla 1:20
La Colla - La Brusciaa 1:30
La Brusciaa - CNS 1797 0:50
CNS 1797 - Busin di Sopra 0:30
Busin di Sopra - San Rocco 1:15
San Rocco - Piedilago: 0:40
Tourengänger:
atal

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (10)