Monte Ferraro
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Le previsioni non sono certo buone, conviene fare qualcosa di vicino e con dislivello non eccessivo. La prima scelta è quella di salire al Tamaro da Indemini, Siamo io e Francesca, lungo il tragitto decidiamo che vista la situazione sarebbe più conveniente salire dall'Alpe Foppa: in caso di diluvio troveremmo un riparo e volendo potremmo accontentarci di salire alla capanna Tamaro. Passiamo lo svincolo di Lugano Nord e poco dopo ci appare, o meglio non ci appare, il Tamaro: al suo posto solo una gran nuvolaglia. Il Monte Ferraro però è sgombro da nubi. Arriviamo a Rivera, esco dall'autostrada per riprenderla subito in direzione Sud, esco a Lugano Nord ed a Manno inizio a salire l'infinita sequela di tornanti che portano ad Arosio, salgo ai Monti, parcheggio nello spiazzo a sinistra e, calzati gli scarponi, ci avviamo lungo il tratto asfaltato al di là della sbarra.
A quota 1000 abbandoniamo la strada per prendere il sentiero a sinistra. È un bel sentiero che alterna tratti in falsopiano a strappi anche ripidi, corre su pendii scoscesi ma si mantiene sempre largo e ben segnato.
Passiamo dal rudere dell'Alpe del Pol e poco dopo giungiamo a La Bassa, il tempo sembra tenere ma la vista attorno non è esaltante. Comunque la nostra meta è ben visibile. Rientriamo brevemente nella faggeta e ne usciamo poi per percorrere il pendio finale che è sgombro da alberi e, normalmente, costituisce un ottimo punto panoramico. La vetta è occupata da una nutrita mandria di vacche scozzesi o, meglio da vitelli e vitelloni di un anno o due, che incuranti del nostro passaggio continuano a brucare l'erba.
Ci sediamo nei pressi del grande ometto e facciamo uno spuntino con the e il castagnaccio preparatooci da Anna. Ben presto però solletichiamo la curiosità dei giovani bovini: a turno si avvicinano, ci annusano coscienziosamente e poi infilano i loro testoni nello zaino. Cominciano a divenire invadenti...vabbè visto che la colazione l'abbiamo fatta decidiamo di restituire loro la piena titolarità della vetta.
Riprendiamo il cammino e a La Bassa deviamo verso destra per non ripercorrere il sentiero fatto stamane. Seguiamo le indicazioni e scendiamo rapidamente all'Alpe di Torricella dove incontriamo la strada forestale che alterna sterrato a qualche breve tratto asfaltato. Un ultima sosta nei pressi di una panchina posta in posizione panoramica ed eccoci all'auto.
Breve gita di ripiego, il Monte Ferraro è una meta che, a dispetto dell'altezza modesta, offre normalmente un bel panorama ed una salita in un bel bosco. Oggi le nuvole la facevano da padrone ma la pioggia non si è fatta vedere per cui è stato comunque piacevole salirvi.
Difficoltà: anche con tempo umido le difficoltà non superano mai il T2, l'orientamento è facilitato da numerosi segnavia e cartelli indicatori.
A quota 1000 abbandoniamo la strada per prendere il sentiero a sinistra. È un bel sentiero che alterna tratti in falsopiano a strappi anche ripidi, corre su pendii scoscesi ma si mantiene sempre largo e ben segnato.
Passiamo dal rudere dell'Alpe del Pol e poco dopo giungiamo a La Bassa, il tempo sembra tenere ma la vista attorno non è esaltante. Comunque la nostra meta è ben visibile. Rientriamo brevemente nella faggeta e ne usciamo poi per percorrere il pendio finale che è sgombro da alberi e, normalmente, costituisce un ottimo punto panoramico. La vetta è occupata da una nutrita mandria di vacche scozzesi o, meglio da vitelli e vitelloni di un anno o due, che incuranti del nostro passaggio continuano a brucare l'erba.
Ci sediamo nei pressi del grande ometto e facciamo uno spuntino con the e il castagnaccio preparatooci da Anna. Ben presto però solletichiamo la curiosità dei giovani bovini: a turno si avvicinano, ci annusano coscienziosamente e poi infilano i loro testoni nello zaino. Cominciano a divenire invadenti...vabbè visto che la colazione l'abbiamo fatta decidiamo di restituire loro la piena titolarità della vetta.
Riprendiamo il cammino e a La Bassa deviamo verso destra per non ripercorrere il sentiero fatto stamane. Seguiamo le indicazioni e scendiamo rapidamente all'Alpe di Torricella dove incontriamo la strada forestale che alterna sterrato a qualche breve tratto asfaltato. Un ultima sosta nei pressi di una panchina posta in posizione panoramica ed eccoci all'auto.
Breve gita di ripiego, il Monte Ferraro è una meta che, a dispetto dell'altezza modesta, offre normalmente un bel panorama ed una salita in un bel bosco. Oggi le nuvole la facevano da padrone ma la pioggia non si è fatta vedere per cui è stato comunque piacevole salirvi.
Difficoltà: anche con tempo umido le difficoltà non superano mai il T2, l'orientamento è facilitato da numerosi segnavia e cartelli indicatori.
Tourengänger:
paoloski

Communities: Hikr in italiano
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