Como Bellagio - Alta via in MountainBiKe
Impegnativa cavalcata lungo il classico percorso del triangolo lariano.
Da Como, raggiungo Brunate e, da lì, il piazzale CAO sul comodo asfalto della carrozzabile.
Passate le baite, (Carla, Bondella, Fabrizio) aggiro a nord il Boletto e, per lo splendido "Sentiero dei Faggi", il Bolettone; mi "ammazzo" sulle rampe che portano al Rifugio Riella, sotto il Palanzone e, proseguendo per la frequentata mulattiera, supero Bocchetta di Caglio e Braga di Cavallo e plano dolcemente sulla Colma del Piano, più nota come Colma di Sormano.
Mi aspettano ora i 5 km di inesorabile salita che portano all'Alpe di Terrabiotta. Tutto molto "soft" fino all'Alpe di Spessola, dove invece la strada si impenna e si incattivisce per un ultimo chilometro che mi tocca fare per buona parte con la bici in spalla.
Dopo qualche titubanza, rinuncio alla vetta del San Primo: sono le quattro, novembre ha già percorso metà della sua strada e la discesa su Bellagio, dove ho l'appuntamento con il "mezzo scopa" mi è ignota, (nella precedente esperienza, con Schiep, eravamo scesi su Nesso,www.hikr.org/tour/post43111.html) e si prospetta lunga.
All'inizio è anche complicata. Non è come con gli sci: scendere a Parco san Primo è roba per bikers scafati e biammortizzati; a me, tocca scendere più di una volta e farmi dei buoni tratti a piedi.
Poi, si sa, è tutto asfalto. E, in meno di un'ora, sono a Bellagio.
Da Como, raggiungo Brunate e, da lì, il piazzale CAO sul comodo asfalto della carrozzabile.
Passate le baite, (Carla, Bondella, Fabrizio) aggiro a nord il Boletto e, per lo splendido "Sentiero dei Faggi", il Bolettone; mi "ammazzo" sulle rampe che portano al Rifugio Riella, sotto il Palanzone e, proseguendo per la frequentata mulattiera, supero Bocchetta di Caglio e Braga di Cavallo e plano dolcemente sulla Colma del Piano, più nota come Colma di Sormano.
Mi aspettano ora i 5 km di inesorabile salita che portano all'Alpe di Terrabiotta. Tutto molto "soft" fino all'Alpe di Spessola, dove invece la strada si impenna e si incattivisce per un ultimo chilometro che mi tocca fare per buona parte con la bici in spalla.
Dopo qualche titubanza, rinuncio alla vetta del San Primo: sono le quattro, novembre ha già percorso metà della sua strada e la discesa su Bellagio, dove ho l'appuntamento con il "mezzo scopa" mi è ignota, (nella precedente esperienza, con Schiep, eravamo scesi su Nesso,www.hikr.org/tour/post43111.html) e si prospetta lunga.
All'inizio è anche complicata. Non è come con gli sci: scendere a Parco san Primo è roba per bikers scafati e biammortizzati; a me, tocca scendere più di una volta e farmi dei buoni tratti a piedi.
Poi, si sa, è tutto asfalto. E, in meno di un'ora, sono a Bellagio.
Tourengänger:
Nevi Kibo

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