Como - San Primo, 1686 - No carbon - Per Brunate, Colme, Alpe di Terrabiotta


Publiziert von Nevi Kibo , 4. November 2011 um 13:44.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:30 Oktober 2011
Mountainbike Schwierigkeit: WS - Gut fahrbar
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 8:30
Aufstieg: 2550 m
Abstieg: 2550 m
Strecke:Como - Garzola - Brunate - San Maurizio - Piazzale Cao - Baita Boletto - Bocchetta di Molina - Bocchetta di Lemna - Bocchetta di Palanzo - Rifugio Riella - Bocchetta di Nesso - Bocchetta di Caglio - Colma di Sormano - Alpe di Terrabiotta - Monte San Primo - Alpe di Terrabiotta - Colma di Sormano - Pian del Tivano - Nesso - Faggeto Lario - Torno - Blevio - Como
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Como
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Como

“Appuntamento a Zelbio, per un birrino.” “Ci sarò!” 

Il dado è tratto: l’appuntamento fissato con il Diesel, laido motociclista, non ci permette più di tirarci indietro.

La nostra strada per Zelbio passa dal San Primo. E da qualche colma strada facendo.

Nove e mezza, otto e mezza, il cambio d’ora ingenera un po’ di confusione, comunque parto in ritardo.

Alle nove e mezza, otto e mezza del nuovo orario in vigore, inforco la bici e scendo in centro Como.

L’appuntamento è ai piedi della salita che porta a Brunate; Schiep era in anticipo, ma ora è in ritardo perché non trova parcheggio.

Abbuoniamogli, come prologo, la San Fermo Como fatta in auto.

Como/San Primo no carbon.

Secondo il GPS partiamo alle 8 e 51.

La salita al Boletto propone il peggio di sé all’inizio, ti addenta a freddo in via Rezzonico e  solo al bivio per Civiglio comincia a mitigare un po’ le pendenze, ma è una bestia conosciuta e i riferimenti noti aiutano ad ammansirla; undici tornanti e sei a Brunate, attraversi il paese, la funicolare, la chiesa e sali verso San Maurizio, piazzale sotto il Faro Voltiano; altri dieci minuti e finalmente piazzale Cao. Un’ora e dieci, un po’ tanto, ma adesso siamo in quota, 750 metri di dislivello sono alle spalle e si entra nel vivo.

Non che non ci sia da soffrire: la sterrata che procede lungo le colme, verso il Boletto, alterna tratti semipianeggianti a rampe davvero ripide, fortunatamente con fondo in cemento e ciotoli, dove IrobikerSchiep mi stacca con disarmante tranquillità.

Procedendo verso nord est superiamo Baita Carla e Baita Bondella per poi piegare ad est e raggiungere la Baita Boletto dopo un’ora e mezza dalla partenza. Un’altra rampa esagerata, che supero a piedi spingendo la bicicletta, ci porta alla bocchetta sotto la cima del Boletto e finalmente si rifiata. Da qui procediamo nel bosco lungo la frequentata e ben nota via che, procedendo per estnordest aggira i versanti nord del Boletto e del Bolettone, passando per la Bocchetta di Molina e la Bocchetta di Lemna, per poi piegare verso nord e raggiungere la Bocchetta di Palanzo e i 1250 metri del Rifugio Riella  sotto il Palanzone.

Se alla Bocchetta di Palanzo il meteo grigio ed uggioso raggiunge il suo apice con vento freddo e nebbia, poche centinaia di metri più in là, al rifugio, tutto cambia e un bel sole illumina un paesaggio finalmente a colori.

Una breve sosta per recuperare un paio di bottigliette d’acqua nel rifugio, manda in palla il GPS che, scoprirò poi a casa, millanta una divagazione in cima al Palanzone che in realtà non abbiamo mai fatto.

Alle 11 e 50, ora solare, ripartiamo dal rifugio. Saliamo ancora, in direzione nord, passando per la bellissima (e affollata) zona tra Bocchetta di Nesso e Bocchetta di Caglio fino a giungere sotto la Braga di Cavallo dove, a quota 1340 circa con svolta a 90° ci tuffiamo verso est nella ripida discesa che porta alla colma di Sormano.

Rivediamo l’asfalto dopo due ore e mezza, ma è solo un attraversamento della strada che unisce Sormano a Pian del Tivano. Poco sotto la colma, in direzione Sormano, si dirama sulla sinistra la carrareccia che porta verso l’alpe di Terrabiotta. Per circa 3 km e mezzo, lo dice il Gps, mica mi ricordo, la salita è abbastanza morbida e  sempre piacevole, nonostante la fatica cominci a farsi sentire; poi, dopo una breve discesa si raggiunge una amena bocchetta che sovrasta sulla destra il Rifugio Alpetto di Torno e che ci offre una spettacolare inquadratura della Grigna. E qui, questo me lo ricordo bene, diventa grigia! Le pendenze sarebbero anche digeribili ma fondo sconnesso e rigoli fanno della mulattiera un vero Calvario. IronbikerSchiep, che mi ha aspettato tutto il giorno, si allontana sempre più; in un paio di tratti, mi ritrovo di nuovo a spingere la bicicletta, ma l’ambiente è splendido e le fotografie al panorama, quantunque con risultati non brillantissimi, mi distraggono dalla fatica. Non sono aduso al San Primo in veste colorata, credo addirittura di non averlo mai visto da vicino senza neve; da bambino... forse. Devo dire che era una lacuna grave che son contento di aver colmato. 
Supero l’Alpe di Terabiotta e raggiungo Ironbiker che, sulla cresta, ancora una volta, mi sta aspettando. 
Da qui, d'inverno, con gli sci si sale in cresta fino alla cima del Monte Ponciv per poi, dopo una breve discesa proseguire sempre per cresta fino alla cima del San Primo. Oggi, con la bici, per una comoda e bucolica carrareccia erbosa aggiriamo il Ponciv fino ad arrivare alla sella sotto l'ultima breve (breve?), ripida (ripida!) rampa che porta in vetta.
La filosofia sportiva di IronbikerSchiep, non contempla il termine duathlon: "siamo venuti in bicicletta, andiamo su con la bicicletta! Ti ha portato fino a qui, vuoi non portarla in cima?"
Commosso da tanta tenerezza, mi ritrovo a spingere la bicicletta lungo la breve, (interminabile) rampona finale. 14 e qualcosa, ora GPS, finalmente su!
Le bici si sdraiano felici sul prato sommitale, Ironbiker non offre loro nemmeno da bere, ma divide fraternamente una banana con il sottoscritto; reintegrare un po' di potassio è fondamentale per concentrarsi sull'obbiettivo di giornata: la birra a Zelbio. Una piccola folla di escursionisti divide la vetta e la gradevole temperatura con noi; scattiamo qualche foto e ci prepariamo per la discesa. Mi è subito chiara l'utilità di portare la bici in vetta: serve per provare ad ammazzarsi tentando di scendere il primo tratto in sella. I sassi se ne vanno ovunque e i pochi che stanno fermi sono lisci che potresti sciarci; anche se, chissà perché quando li ho beccati con gli sci quest'inverno non mi han fatto la stessa impressione!
Dopo una cinquantina di metri pongo fine al tentato suicidio e proseguo a piedi fino alla sella.
Da qui, però, la apprezzi la bicicletta. Giù sparati sulla mulattiera erbosa.
Va' come si va giù! Via spediti! Superiamo tutti!
Faccio una curva e mi ritrovo lo Schiep con la bici in mano: ha forato.
Va beh, capita. Poi lui è davvero un drago: tira fuori camera d'aria, bomboletta, pozione magica e in meno di un quarto d'ora è pronto a ripartire. Io, al suo posto, avrei chiamato l'elicottero.
Planiamo sotto l'Alpe di Terrabiotta e decidiamo di fare a ritroso la via d'andata fino alla Colma di Sormano.
Strada facendo, con qualche difficoltosa telefonata, mettiamo a punto la birra, spostando l'appuntamento con il motorizzato a Pian del Tivano, che, dalla Colma, su comodo asfalto, raggiungiamo in un lampo dopo aver incrociato l'Harley del Diesel che ci veniva incontro.
Ad onor del vero, non fosse stato per la "tapasciata" la birra l'avrei classificata come rivedibile e le salamelle associate come risentibili, (nel senso che le ho sentite tornar su fino alla sera dopo), ma, si sa, che conta è la compagnia.
Il tempo, però, stringe. Ci rendiamo conto che resta un'ora e mezza di luce e una Nesso/Como meno pianeggiante di quanto si possa pensare. Alle 16 e 05 stacchiamo natica dalle panche del ristoro, per appoggiarla sulle selle, con un po' di invidia per quella morbida poltrona, con cavalli sotto, che gli harleysti chiamano motocicletta. Duri e puri, salutiamo l'amico e, dopo poco più di un chilometro, ci tuffiamo nella spettacolare picchiata su Nesso, sette/otto chilometri di divertimento che, in meno di un quarto d'ora, ci buttano sulla Statale 583, meglio nota come Como/Bellagio. Meno male che dobbiamo farne solo metà! So che i ciclisti veri sorrideranno, ma sono 15 km che sembrano non finire mai.
Comunque, tra falsipiani, salitelle e discesine riesco a trascinare le salamelle fino a Como: alle 17 e 11, sentenzia il GPS, siamo al punto di partenza.
Sono un po' stanco, ho il ginocchio sinistro e il tendine d'Achille destro doloranti, però, (si può dire?), che figata!
Bravo Schiep!

P.S.: il GPS è un simpatico aggeggio, ma anche un apparato perfettibile.
Pur non essendo precisissimo, fa il pignolo: da ciò deriva il dislivello esagerato che tiene conto di tutti i saliscendi di giornata e che ho depurato, a occhio, dello svarione Riella/Palanzone e di una trentina di metri di sottovalutazione della quota della cima del San Primo.
I Km, tenuto conto della perdita di segnale in galleria e dei "ghirigori" segnati attorno alla sosta a Pian del Tivano (ho dimenticato di disattivare i satelliti) sono circa 70.
Sono graditi consigli per un più corretto e proficuo uso dell'attrezzo.


Tourengänger: Nevi Kibo


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Kommentare (2)


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Massimo hat gesagt: CHE GIRONE!!!!
Gesendet am 6. November 2011 um 22:57
Complimenti, bello e duro da fare in MTB.
Ricordo di averlo fatto in edizione ridotta una quindicina d'anni fa, partendo da Erba salendo a Brunate da Solzago e ripercorrerndo lo stesso tuo percorso fino alla Colma per poi tornare a Erba dal Segrino. Comunque ricordo che lo strappo dopo la baita Boletto di averlo fatto pure io a piedi, e anche gli strappi che conducono al Riella non scherzano.
Mentre il tratto che sale al Terrabiotta fatto in un'altra occasione è davvero ostico per il fondo sconnesso.
Per la prossima primavera potremmo organizzare una traversata Como - Bellaggio.

Ciao
Max

Nevi Kibo hat gesagt: RE:CHE GIRONE!!!!
Gesendet am 7. November 2011 um 19:56
Volentieri. Magari in estate, perché in primavera c'è da pestar neve con gli sci!
Guarda però che, per un ciclista vero, io risulto un po' lento.
La Como Bellagio, in realtà era l'idea originale, poi con la scusa della birra a Zelbio con l'amico motociclista, gli ho tolto una quindicina di km di rientro (e ho fatto bene!)
Grazie dell'attenzione e ciao.
Paolo


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