Monte Adamello
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Siamo tra i primi a risalire con gli impianti al Passo Presena e quando usciamo dalla stazione di arrivo capiamo immediatamente che oggi non affronteremo il tipico itinerario scialpinistico: davanti a noi si svela tutto il fascino del bellissimo ... e lunghissimo ... Pian di Neve che dovremo completamente attraversare per raggiungere la vetta.
E che l'Adamello non sia proprio il classico itinerario lo si capisce anche dal fatto che si parte "all'ingiù", dovendo affrontare subito quasi 600 metri di discesa che con la neve ancora gelata danno subito una gran bella scossa alle gambe.
Superato questo primo ostacolo ci prepariamo per la traversata iniziando a dirigerci verso il primo risalto che bisogna superare per metter piede sul Pian di Neve. Siamo praticamente soli quando percorriamo il lungo ghiacciaio pianeggiante e la vastità dell'ambiente ti "avvolge" completamente.
Lungo i fianchi del ghiacciaio si impennano pendii più o meno ripidi che conducono a numerose cime molte delle quali sciisticamente valide: Lobbia Alta, Corno di Bedole, Monte Venezia, Cima del Cannone solo per citarne alcune ... poi davanti a noi appare una cima che sembra essere l'Adamello ... ma è solo un'illusione, è il Corno Bianco ... l'Adamello si nega alla vista, ancora lontano per i nostri sci.
Superato un breve pendio che diparte dalle pendici del Corno Bianco finalmente possiamo iniziare a mettere a fuoco il nostro obiettivo ... appunto iniziare ... perchè bisogna affrontare un altro tratto pianeggiante che mette a dura prova la volontà di giungere in vetta. Poi finalmente il pendio sotto gli sci inizia ad inclinarsi per permetterci di giungere ad un colletto. Seguiamo il pendio verso la vetta ed è qui che facciamo la prima inversione con gli sci in salita ... incredibile ... la prima inversione dopo quasi quattro ore di salita o forse sarebbe meglio chiamarlo "avvicinamento" ... quasi come fare un sentiero di montagna senza tornanti o curve secche per quattro ore consecutive ... esiste?
Ma chi affronta l'Adamello lungo il Pian della Neve sa bene che non si tratta solo di giungere su una vetta ... per quanto "importante" possa essere, si tratta per lo più di compiere un piccolo ma grande viaggio in un ambiente straordinario, ben consapevoli di cosa accadde durante la guerra tra queste montagne ... ed è con questo spirito che giungiamo finalmente a toccare la vetta di questa famosa montagna.
E stranamente siamo soli ... il piccolo gruppetto che ci precedeva è già sceso da un po' ... tutto intorno solo ghiaccio ... e neve ... e monti ... e nuvole.
Ci apprestiamo a scendere, il pendio dalla cima finisce in fretta ... troppo in fretta ... siamo di nuovo in piano, c'è da spingere parecchio per andare avanti e appena si giunge sui tratti con un minimo di pendenza le numerose gobbette del ghiacciaio smorzano subito qualsiasi tentativo di prendere velocità ... ma il rientro fa parte del viaggio di oggi ... ne siamo consapevoli.
Così tra "uno spingi e uno scia" torniamo nei pressi del Rifugio Mandrone dove bisogna ripellare per affrontare i 600 metri di salita che ci separano dal Passo Presena ... mentalmente una bella botta di vita! Ognuno parte al suo passo, su una buona traccia morbida e con un clima tutto sommato piacevole, non fa neanche caldo nonostante l'ora. Quando arrivo al Passo, nell'attesa dei miei due compagni, faccio una breve capatina a piedi sulla soprastante Cima Presena ... dopodichè ci buttiamo contenti lungo le piste da sci per rientare stanchi ma soddisfatti al Passo del Tonale ... che viaggio!!!
E che l'Adamello non sia proprio il classico itinerario lo si capisce anche dal fatto che si parte "all'ingiù", dovendo affrontare subito quasi 600 metri di discesa che con la neve ancora gelata danno subito una gran bella scossa alle gambe.
Superato questo primo ostacolo ci prepariamo per la traversata iniziando a dirigerci verso il primo risalto che bisogna superare per metter piede sul Pian di Neve. Siamo praticamente soli quando percorriamo il lungo ghiacciaio pianeggiante e la vastità dell'ambiente ti "avvolge" completamente.
Lungo i fianchi del ghiacciaio si impennano pendii più o meno ripidi che conducono a numerose cime molte delle quali sciisticamente valide: Lobbia Alta, Corno di Bedole, Monte Venezia, Cima del Cannone solo per citarne alcune ... poi davanti a noi appare una cima che sembra essere l'Adamello ... ma è solo un'illusione, è il Corno Bianco ... l'Adamello si nega alla vista, ancora lontano per i nostri sci.
Superato un breve pendio che diparte dalle pendici del Corno Bianco finalmente possiamo iniziare a mettere a fuoco il nostro obiettivo ... appunto iniziare ... perchè bisogna affrontare un altro tratto pianeggiante che mette a dura prova la volontà di giungere in vetta. Poi finalmente il pendio sotto gli sci inizia ad inclinarsi per permetterci di giungere ad un colletto. Seguiamo il pendio verso la vetta ed è qui che facciamo la prima inversione con gli sci in salita ... incredibile ... la prima inversione dopo quasi quattro ore di salita o forse sarebbe meglio chiamarlo "avvicinamento" ... quasi come fare un sentiero di montagna senza tornanti o curve secche per quattro ore consecutive ... esiste?
Ma chi affronta l'Adamello lungo il Pian della Neve sa bene che non si tratta solo di giungere su una vetta ... per quanto "importante" possa essere, si tratta per lo più di compiere un piccolo ma grande viaggio in un ambiente straordinario, ben consapevoli di cosa accadde durante la guerra tra queste montagne ... ed è con questo spirito che giungiamo finalmente a toccare la vetta di questa famosa montagna.
E stranamente siamo soli ... il piccolo gruppetto che ci precedeva è già sceso da un po' ... tutto intorno solo ghiaccio ... e neve ... e monti ... e nuvole.
Ci apprestiamo a scendere, il pendio dalla cima finisce in fretta ... troppo in fretta ... siamo di nuovo in piano, c'è da spingere parecchio per andare avanti e appena si giunge sui tratti con un minimo di pendenza le numerose gobbette del ghiacciaio smorzano subito qualsiasi tentativo di prendere velocità ... ma il rientro fa parte del viaggio di oggi ... ne siamo consapevoli.
Così tra "uno spingi e uno scia" torniamo nei pressi del Rifugio Mandrone dove bisogna ripellare per affrontare i 600 metri di salita che ci separano dal Passo Presena ... mentalmente una bella botta di vita! Ognuno parte al suo passo, su una buona traccia morbida e con un clima tutto sommato piacevole, non fa neanche caldo nonostante l'ora. Quando arrivo al Passo, nell'attesa dei miei due compagni, faccio una breve capatina a piedi sulla soprastante Cima Presena ... dopodichè ci buttiamo contenti lungo le piste da sci per rientare stanchi ma soddisfatti al Passo del Tonale ... che viaggio!!!
Tourengänger:
Andrea!

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Kommentare (17)