Pizzo Castello da Piedimulera - Valle Anzasca


Publiziert von atal , 11. Februar 2018 um 18:27.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:10 Februar 2018
Wandern Schwierigkeit: T4- - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 1400 m
Abstieg: 1400 m

Ritorno con Ferruccio tra gli alpi di Cimamulera. La bella giornata ci ha spinti a salire fino al culmine del versante, la panoramica cima del Pizzo Castello, il Moncastello delle antiche mappe. Si è trattato di un giro facile, ad eccezione del breve tratto di sentiero, alternativo a quello ufficiale, tra gli alpi Ceresola e Piana, dove un passaggio infido richiede attenzione, e il ripido pendio finale del Pizzo Castello, in quest'occasione innevato.

L'aspetto però più interessante della giornata sono state alcune conversazioni con persone del posto, in particolare con il sig. Gianfranco Pairazzi, classe 1930, che ci ha fornito il nome di un alpe che avevamo visitato due settimane prima, Pian Lana (quota 802 m IGM), e altre preziose informazioni con cui ho aggiornato la relazione scritta a suo tempo (link).

Sul modo di scoprire i nomi...
I circoli ARCI, un'istituzione nei paesi dell'Ossola, sono in generale il posto migliore per bere una birra a fine escursione e per scoprire i nomi dei luoghi che non ci sono sulle mappe. Per questo, al termine del giro precedente, ci eravamo recati al circolo ARCI di Pallanzeno dove un avventore ci aveva dato lo strano nome "Momella", apparentemente riferendolo all'alpe che, come scopriremo soltanto in seguito, in realtà si chiama "Pian Lana". Stando al sig. Gianfranco, l'Ape Momella esiste (come confermato anche da altre persone incontrate a Cimamulera) ma è il gruppo di ruderi posti sotto l'alpe Pian Lana (a circa 690 m). 

La difficoltà nell'attribuire correttamente un nome è dovuta al fatto che i riferimenti nostri e dei nostri interlocutori non sono gli stessi: noi partiamo da un simbolo su una mappa, o dal percorso che abbiamo fatto per arrivare sul posto (che magari non è il percorso più usuale), mentre chi ci sta di fronte ricorda i luoghi a partire da un proprio vissuto, inevitabilmente molto diverso dal nostro...

Nel caso specifico, come ulteriore aggravante, la prima volta siamo andati a chiedere nomi di alpi di Cimamulera al circolo di Pallanzeno, quando di solito queste informazioni sono note solo in ambito strettamente comunale. 

Il percorso
Partiamo da Piedimulera e puntiamo alla Torre Ferrerio, dove inizia la Mulera, la vecchia strada lastricata che sale a Cimamulera, che è anche il primo tratto della Strà Granda, l'antica mulattiera che collega Piedimulera con Macugnaga. 

Giunti alla chiesa parrocchiale di Cimamulera, saliamo tra i terrazzamenti e raggiungiamo la frazione di San Giuseppe. Si tratta di una percorso non consigliabile perché un vero sentiero non c'è e ci si deve districare al meglio tra rovi e fondi privati. Conviene invece, arrivati sulla strada asfaltata di Cimamulera, anziché svoltare a sinistra in direzione della chiesa, salire a destra verso le case della località Pairazzo (indicazioni per il Monumento ai Caduti e la Cappella della Pace), dove una stradina sale a San Giuseppe (40').

Da San Giuseppe ci si porta tra le case sulla destra e si sale un canale tra muri a secco, dove si incontrano dei segni di vernice rossa. Il sentiero traversa al di sopra dei terreni ancora in uso, punta a due ruderi isolati ed entra nel bosco, arrivando in breve ai ruderi di Cà dul Sec, già visitati due settimane prima, dove si trovano alcune iscrizioni (15'). Sopra Cà dul Sec notiamo un riparo addossato alla parete, che non avevamo visto la volta scorsa, noto come Busun.
Ripresa la bollatura rossa, saliamo su sentiero - in parte gradinato - fino all'Alpe Ceresole (35', 1:30 da Piedimulera).

Anziché seguire i segnavia bianchi e rossi del sentiero ufficiale che sale a Propiano, prendiamo un sentiero che sale poggiando a sinistra (ovest), segnalato da tagli, per poi traversare e raggiungere un punto di rinvio di un cavo a cui è sospeso un tubo dell'acqua. Il sentiero attraversa il versante rivolto a Sud Ovest, che al mattino si presenta ancora in ombra e parzialmente gelato. Superato un passaggio infido su rocce scivolose, dove ci si può però aggrappare alle piante, dopo un breve tratto roccioso (facile), il sentiero attraversa un fitto felceto, assolutamente da evitare nella stagione estiva, per poi immettersi sul sentiero ufficiale che da Propiano porta all'Alpe Piana.

Dall'Alpe Piana, seguendo le indicazioni, saliamo all'Alpe Castello e proseguiamo verso la cima della montagna, risalendo il filo della facile dorsale, boscoso sul versante ossolano, aperto su quello anzaschino. Un ripido pendio innevato, con qualche tratto in cui è difficile affondare il piede per via del fondo gelato, e siamo sulla cima del Pizzo Castello, da cui si gode di una vista di tutto rispetto sull'Ossola, la Valle Anzasca e la Valle Antrona (1:20 dall'Alpe Ceresole).


Ridiscesi all'Alpe Ceresole lungo il sentiero ufficiale, anziché ripetere il percorso che sale da San Giuseppe, continuiamo seguendo i segnavia bianchi e rossi, che portando a scendere verso Madonna.
Il sentiero è una bella mulattiera che attraversa diversi alpeggi abbandonati. Il primo che si incontra è l'Alpe Sarciera (886 m), un grande nucleo con molte baite ancora in buone condizioni, dove si respira l'aria di pace vitale propria degli insediamenti non ancora distrutti dal tempo, come scrisse Ivan Guerini a proposito di Varola, in Valgrande.
Poco più in basso si incontrano i ruderi dell'Alpe Cascinaccia, quindi il bivio (segnalato) per Croppalino / Crovalino, nei pressi di una cappella, e un successivo bivio, dove abbandoniamo il percorso ufficiale che scende a Madonna e svoltiamo a sinistra, per imboccare il sentiero (segnalato) che si dirige a Est, e in breve arriva alla frazione di Case Girardi - Lana (45' da Ceresole).

A destra (Ovest) di un piccolo parcheggio, una stradina pedonale permette di evitare la strada asfaltata, e in breve si porta dei pressi della chiesa parrocchiale di Cimamulera, dove eravamo passati all'andata. Giunti in località Pairazzo, dove si può vedere un forno comunitario per la cottura del pane, ci avviamo verso la Cappella della Pace, posta a fianco dell'Obelisco di Castigiasco, su un poggio da cui si gode di uno splendido panorama sull'Ossola. Un tempo su questi terreni si coltivava la segale. Il poggio è preceduto da una fontana, costruita sul basamento di una cappella pre-esistente, abbattuta nel 1950, come riferito dal sig. Gianfranco, memoria storica di queste montagne.

Ripercorriamo per pochi metri il sentiero per Pairazzo e scendiamo quindi sulla sinistra (Sud) seguendo un sentierino poco evidente che si districa tra i terrazzamenti abbandonati, con diversi passaggi su scalette di pietra realizzate a mensola nei muri di sostegno dei terrazzamenti stessi. Quelli che un tempo erano appezzamenti coltivati ora sono invasi da rovi, pungitopo e agrifogli. Giunti ai ruderi imboscati di Cà d'Arnal, ci spostiamo a destra sotto le case, dove si nota una pianta di ulivo danneggiata da un crollo, e troviamo una mulattiera, un tempo importante e ora abbandonata, nei pressi di una grande cappella. Il percorso attraversa un canale dirupato nei pressi di una grande costruzione e scende a Piedimulera immettendosi su Via Coloria, a fianco di una cappelletta con l'immagine della Madonna del Sangue, alle spalle della grande chiesa parrocchiale dedicata ai Ss. Giorgio e Antonio (40' dalla Cappella della Pace).

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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tignoelino hat gesagt:
Gesendet am 12. Februar 2018 um 22:13
Bella, Esploratore.
ciao.
roby

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. Februar 2018 um 07:16
Grazie Roby, l’ennesima prova del fatto che per trovare qualcosa di interessante non occorre prendere un aereo...
Ciao,
Andrea


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