Parco dei Colli di Bergamo e Canto Alto

Oggi completamente fuori dalle rotte abituali, ma non lontano da casa in una zona mai prima frequentata. Una rapida ricerca ha permesso di individuare questo percorso, il più alto possibile nell'area del Parco dei Colli di Bergamo: una bella escursione  - oggi poco o nulla frequentata - attraverso fitti boschi e celebrati panorami.
Molto particolare anche il meteo con sole pioggia e neve ad alternarsi; costante invece la quantità di fango sui sentieri. Da notare l'ottima situazione della segnaletica all'interno del territorio del Parco e la virtuale assenza appena al di fuori.

Dal punto di parcheggio - una sorta di valico verso la Valle del Giongo - si imbocca la pista sulla destra in lieve discesa e la si segue per circa 500 metri fino a trovare, di nuovo a destra, la partenza di un comodo sentiero. Si prosegue in traverso pianeggiante, si oltrepassa una profonda valletta e si raggiunge il culmine di un costone boscoso: lo si risale fino a portarsi ad un pianoro confluenza di vari sentieri (Zappel d'Erba). Dopo aver aggirato in questo modo le pendici del Monte Giacoma, si continua con blandi saliscendi attraverso il versante nord del Monte dei Giubilini fino a trovarsi ad una sella - Forcella di Rua - raggiungibile da sud anche mediante una carrozzabile; si segue per poche decine di metri questa pista forestale, per poi ritrovare a sinistra il sentiero che, spostatosi sui pendii meridionali del Monte Lumbric, attraverso una vegetazione termofila di pini, querce e ginestre, arriva alla Forcella di Camblì. Fin qui abbiamo seguito - secondo le intenzioni iniziali - il Sentiero 113, ma, vista la comodità di raggiungere in breve la cima del Canto Alto, operiamo una digressione momentanea e prendiamo il sentiero per la vetta; la salita nel bosco porta a raggiungere la contrada Al Monte, composta da numerose abitazioni sparse sui ripidi prati. Tornati nel bosco, con traverso ascendente a sinistra si sbuca sui prati del Colle d'Anna, oggi coperti di neve ghiacciata, proprio in corrispondenza di una cappella votiva. Si prosegue risalendo il dosso erboso di destra e poi, di nuovo fra gli alberi, seguendo un sentiero a tratti roccioso e sempre ripido, fino all'ampio piazzale - con croce monumentale - della vetta del Canto Alto. Ridiscesi al Colle d'Anna, si segue il crinale (talvolta sul filo e spesso sul versante nord) fino alla località Corna dell'Uomo e, poco oltre, al monumentale Roccolo Fontanone; si prosegue in discesa lungo la pista di accesso all'impianto venatorio finchè sulla sinistra si stacca il sentiero per i Prati Parini, ampia radura con varie postazioni di caccia, la cui costruzione principale è attualmente riconvertita ad azienda agrituristica. Per il ritorno, volendo evitare del tutto la ripetizione della via di andata, è possibile seguire un buon sentierino non segnalato, ma individuabile nella sua destinazione puramente dando fiducia ad una freccia di lamiera appesa ad una cordicella, che cambia direzione in base ai capricci del vento. Si tratta di una traccia molto ripida inizialmente, che poi - per evitare un ulteriore scoscendimento - traversa a sinistra fino ad immettersi nella carrareccia di accesso ad una cascina (Rua Alta). Ci si trova ormai sullo stretto umido e oscuro fondo della Valle del Giongo: dopo un paio di guadi, verso sinistra, oltrepassato il bivio per una grotta votiva, si imbocca la ripida salita cementata per Bruntino Alto (punto di partenza) che si raggiunge in poche centinaia di metri.