RifugioM.Erler
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Occorre cominciare col dire che il Rifugio Erler (ex-caserma della Guardia di Finanza ora in carico all'ANA che lo apre solo su richiesta) è tranquillamente raggiungibile in auto dalla strada della Val Fontana asfaltata e aperta al pubblico transito. E' un "rifugio", ma privo di qualunque utilità pratica istituzionale, trovandosi localizzato in assenza di una benché minima meta alpinistica che richieda una base logistica nei paraggi e lontano circa un paio di chilometri dal punto di passaggio del Sentiero Italia e del Sentiero del Sole. Per cui, volendolo scegliere come meta, è necessario individuare un punto di partenza esterno alla valle.
La gita che abbiamo effettuato noi, con partenza dalla località S.Bernardo di Ponte in Valtellina, è una breve e facile passeggiata molto adatta al periodo autunnale: non ci sono ampi panorami da ammirare (anzi, il fondovalle è sempre piuttosto occultato dalla vegetazione), ma l'interesse si incentra sui colori della foresta umida che si attraversa; il terreno, coperto da estensioni di muschi, si colora delle foglie che cadono: ontani, tigli, ciliegi e pioppi ravvivano il bosco di prevalenti e cupe conifere. Anche solo per questo vale la pena.
Dal piazzale di parcheggio, nei pressi di un agriturismo, si segue la sterrata in salita e, al primo tornante, si prosegue diritto su larga traccia fino ad un casello dell'acquedotto e, poco oltre, ad una sorgente ferrugginosa; da qui inizia un magnifico sentiero in una misteriosa foresta di conifere, con il sottobosco rivestito di muschi e licheni, in traversata lungo un comodo tragitto a saliscendi guadagnando 200/300 metri di quota (all'unico bivio evidente, mantenere la destra in discesa). Svoltato il dosso che fa accedere in Val Fontana, inizia una breve e ripida discesa a stretti tornanti fino a raggiungere una larga strada molto simile nella struttura ad una carrettabile militare. Il percorso, nella sua regolare discesa, oltrepassa alcuni valloni (tracce di frane e svalangamenti) e l'imbocco di una miniera [ormai occlusa da frana di terriccio a pochi metri dall'ingresso, la miniera S.Margherita produceva piombo e zinco], lascia sulla sinistra il sentiero per l'Alpe Fiorinale e raggiunge il fondovalle presso l'inizio di una pista cementata. Si volge a sinistra - segnali - e affiancato il torrente Valfontana in salita per poche decine di metri, lo si valica su di un ponticello di legno; sull'altra riva si segue in discesa la pista dell'argine arrivando subito ad un tornante della carrozzabile della Val Fontana. Si segue l'asfalto in salita fra le abitazioni sparse di Sant'Antonio e, proseguendo per poco meno di un paio di chilometri, si ritrova sulla destra il sentiero che sale al rifugio, posto al margine di un'ampia radura con qualche baita.
Ritorno per la via di andata.
La gita che abbiamo effettuato noi, con partenza dalla località S.Bernardo di Ponte in Valtellina, è una breve e facile passeggiata molto adatta al periodo autunnale: non ci sono ampi panorami da ammirare (anzi, il fondovalle è sempre piuttosto occultato dalla vegetazione), ma l'interesse si incentra sui colori della foresta umida che si attraversa; il terreno, coperto da estensioni di muschi, si colora delle foglie che cadono: ontani, tigli, ciliegi e pioppi ravvivano il bosco di prevalenti e cupe conifere. Anche solo per questo vale la pena.
Dal piazzale di parcheggio, nei pressi di un agriturismo, si segue la sterrata in salita e, al primo tornante, si prosegue diritto su larga traccia fino ad un casello dell'acquedotto e, poco oltre, ad una sorgente ferrugginosa; da qui inizia un magnifico sentiero in una misteriosa foresta di conifere, con il sottobosco rivestito di muschi e licheni, in traversata lungo un comodo tragitto a saliscendi guadagnando 200/300 metri di quota (all'unico bivio evidente, mantenere la destra in discesa). Svoltato il dosso che fa accedere in Val Fontana, inizia una breve e ripida discesa a stretti tornanti fino a raggiungere una larga strada molto simile nella struttura ad una carrettabile militare. Il percorso, nella sua regolare discesa, oltrepassa alcuni valloni (tracce di frane e svalangamenti) e l'imbocco di una miniera [ormai occlusa da frana di terriccio a pochi metri dall'ingresso, la miniera S.Margherita produceva piombo e zinco], lascia sulla sinistra il sentiero per l'Alpe Fiorinale e raggiunge il fondovalle presso l'inizio di una pista cementata. Si volge a sinistra - segnali - e affiancato il torrente Valfontana in salita per poche decine di metri, lo si valica su di un ponticello di legno; sull'altra riva si segue in discesa la pista dell'argine arrivando subito ad un tornante della carrozzabile della Val Fontana. Si segue l'asfalto in salita fra le abitazioni sparse di Sant'Antonio e, proseguendo per poco meno di un paio di chilometri, si ritrova sulla destra il sentiero che sale al rifugio, posto al margine di un'ampia radura con qualche baita.
Ritorno per la via di andata.
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