Grigna Meridionale (m 2177) per il Canalone Porta.
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Il gruppo delle Grigne è un piccolo massiccio calcareo a ridosso del ramo di Lecco del Lario, che offre moltissime possibilità di escursioni, di tutte le difficoltà: dalla semplice passeggiata all’arrampicata estrema.
La Grigna Meridionale, o Grignetta (come familiarmente conosciuta), con le sue innumerevoli guglie, torrioni, monoliti, ricorda i massicci dolomitici, ed è celeberrima meta per molti alpinisti.
L’escursione che descrivo oggi va un po’ oltre il sentiero (il sentiero non c’è proprio) e permette di raggiungere la cima della Grigna Meridionale risalendo, con facili e divertenti passi di arrampicata, il Canalone Porta.
Il Canalone Porta è la parte inferiore, circa un terzo del totale, del canalone principale che solca il versante sud-orientale della Grigna Meridionale. E’ percorso dal torrente Grigna, ma di acqua se ne vede ben poca.
Con noi ai Pian dei Resinelli arriva anche il temporale. Dopo mezz’ora di attesa, chiusi in auto, si intravede una schiarita e decidiamo di incamminarci: decideremo poi se proseguire o se “andar per funghi”. Il tempo migliora rapidamente e, all’attacco del canalone il cielo è quasi tutto sgombro da nubi e il terreno asciuga rapidamente. Proseguiamo.
LOCALITA' DI PARTENZA. Piani dei Resinelli, Rifugio Soldanella (ex Rifugio S.E.M.) (m 1354).
DIFFICOLTÀ. Non c’è sentiero, ma è segnato con bolli di vernice e qualche bandierina. E’ un percorso alpinistico con passaggi di I / II. Usciti dal canalone c’è da affrontare un breve tratto attrezzato che non presenta difficoltà.
SALITA: m 860.
DISCESA: m 860.
QUOTA MASSIMA: m 2177, la cima della Grigna Meridionale.
QUOTA MINIMA: m 1345, nei pressi del Rifugio Soldanella..
SVILUPPO: km 6,3.
TEMPO DI SALITA: 2 ore 50’.
TEMPO DI DISCESA: 1 ora 50’.
NOTE SUL PERCORSO. Dal Rifugio Soldanella (ex S.E.M.) (m 1354) si prosegue per la strada, ora sterrata, per circa trecento metri, e la si abbandona in corrispondenza della prima curva verso destra, imboccando l’evidente sentiero (palina segnaletica non proprio a bordo strada) che risale il pendio erboso. Si piega verso destra e si entra in un rado bosco per un breve tratto, proseguendo in piano; poi si piega a sinistra e si prende a salire fino a raggiungere il bordo idrografico destro del Canalone Porta (m 1415). Qui si abbandona il sentiero e si inizia la risalita del canalone senza traccia obbligata fino a raggiungere una strozzatura formata da grossi massi. Le precedenti volte abbiamo superato la strozzatura risalendo la paretina di roccia più scura sulla destra con una facile arrampicata (la paretina è ben appigliata); questa volta, invitati da un bel bollo di vernice rossa, abbiamo aggirato la strozzatura tenendoci sul lato sinistro. Si prosegue fino a raggiungere una caratteristica finestra nella roccia; qui il canalone si stringe. Si continua a seguire i bolli, le frecce le scritte (numerosi sono i richiami a “lemonsoda” “oransoda”) fino a raggiungere una breve fessura da risalire. Se ne esce verso destra e si entra in un colatoio formato da uno sperone; dove i biforca si segue il ramo di sinistra. Dopo pochi metri lo si abbandona e si traversa a sinistra raggiungendo lo spigolo dello sperone. In facile e divertente arrampicata si supera lo spigolo e ci si riporta nella parte superiore del colatoio. Lo si risale raggiungendo uno stretto intaglio , aldilà del quale si ritorna nel canalone principale.
Si riprende a salire, seguendo le frecce, per sfasciumi trascurano un canalino secondario, per risalire un diedro seguendo la sua fessura di fondo. Per rocce gradinate e detriti si giunge ad una strettoia. Tenendosi sulla destra si sale su roccette ad un canalino e, seguendolo, si raggiunge una fessura verticale, che si supera per poi continuare lungo un altro canalino. In breve si arriva al di sotto dei primi prati pensili.
Si prosegue risalendo il fondo del canalone, qui a gradini rocciosi, superando un’ostruzione verso sinistra. Invece di riprendere il canalone, si prosegue verso l’alto per facili roccette, aggirando verso destra, su una cengia, il costolone. Si risale per gradoni erbosi lungo la destra idrografica del canalone raggiungendo una barriera rocciosa. La si supera e si giunge ad un ripiano, ingombro di blocchi, dove tradizionalmente termina la salita per il canalone e si incrocia il sentiero di raccordo con la Cresta Senigaglia. Infatti, in genere, si prende il sentiero verso destra per portarsi alla vicina Bocchetta dei Prati e da qui a ricongiungersi con il sentiero della Cresta Senigaglia.
Attratti dai bolli di vernice che proseguivano dritto, e dall’indicazione del cartello che indicava quella direzione, abbiamo proseguito per il canalone. Questa è la parte più suggestiva: si è vicinissimi al Sigaro Dones e ai Torrioni Magnaghi.Si sale tra roccette e tracce di sentiero e si raggiunge una paretina appoggiata che si supera con una arrampicata e si arriva ad una cengia erbosa. Successivamente si supera una parete, di circa 20 metri aggirandola sulla sinistra, per giungere ad una biforcazione; si prende a sinistra seguendo i segni e si arriva alla Bocchetta dei Venti, dove ci si congiunge con il sentiero della Cresta Senigaglia. Si prosegue stando poco sotto la cresta traversando alcuni canalini; superata una piccola forcella, si salgono alcune roccette che ci portano a ritrovare il sentiero che ci porta ad un intaglio (sulla destra scende il Canalino Federazione). Qui inizia l’ultimo tratto, attrezzato con catene. Si risale un largo camino, poi una ripida parete. Segue un breve tratto in discesa che ci porta ad un altro intaglio. Si discende un canalino roccioso; una breve deviazione a destra ci porta ad un intaglio. Si riprende la salita fino ad una vicina selletta, dove troviamo un’ultima catena che ci permette di superare la fascia rocciosa che ci separa dalla vetta.
Per la discesa abbiamo scelto di percorrere il noioso, ma veloce, sentiero della Cresta Cermenati.
(Per la descrizione del percorso, mi sono aiutato con la pubblicazione: Giancarlo Mauri, “Escursioni nelle Grigne” – Tamaro editori (edizione 1980).)
METEO. Dopo il temporale, ampie schiarite. In breve è uscita una magnifica giornata.
FREQUENTAZIONE: Non abbiamo incontrato nessuno fino alla vetta, che però non era affollata come ci si poteva attendere.
COMPAGNI: Andrea.
La Grigna Meridionale, o Grignetta (come familiarmente conosciuta), con le sue innumerevoli guglie, torrioni, monoliti, ricorda i massicci dolomitici, ed è celeberrima meta per molti alpinisti.
L’escursione che descrivo oggi va un po’ oltre il sentiero (il sentiero non c’è proprio) e permette di raggiungere la cima della Grigna Meridionale risalendo, con facili e divertenti passi di arrampicata, il Canalone Porta.
Il Canalone Porta è la parte inferiore, circa un terzo del totale, del canalone principale che solca il versante sud-orientale della Grigna Meridionale. E’ percorso dal torrente Grigna, ma di acqua se ne vede ben poca.
Con noi ai Pian dei Resinelli arriva anche il temporale. Dopo mezz’ora di attesa, chiusi in auto, si intravede una schiarita e decidiamo di incamminarci: decideremo poi se proseguire o se “andar per funghi”. Il tempo migliora rapidamente e, all’attacco del canalone il cielo è quasi tutto sgombro da nubi e il terreno asciuga rapidamente. Proseguiamo.
LOCALITA' DI PARTENZA. Piani dei Resinelli, Rifugio Soldanella (ex Rifugio S.E.M.) (m 1354).
DIFFICOLTÀ. Non c’è sentiero, ma è segnato con bolli di vernice e qualche bandierina. E’ un percorso alpinistico con passaggi di I / II. Usciti dal canalone c’è da affrontare un breve tratto attrezzato che non presenta difficoltà.
SALITA: m 860.
DISCESA: m 860.
QUOTA MASSIMA: m 2177, la cima della Grigna Meridionale.
QUOTA MINIMA: m 1345, nei pressi del Rifugio Soldanella..
SVILUPPO: km 6,3.
TEMPO DI SALITA: 2 ore 50’.
TEMPO DI DISCESA: 1 ora 50’.
NOTE SUL PERCORSO. Dal Rifugio Soldanella (ex S.E.M.) (m 1354) si prosegue per la strada, ora sterrata, per circa trecento metri, e la si abbandona in corrispondenza della prima curva verso destra, imboccando l’evidente sentiero (palina segnaletica non proprio a bordo strada) che risale il pendio erboso. Si piega verso destra e si entra in un rado bosco per un breve tratto, proseguendo in piano; poi si piega a sinistra e si prende a salire fino a raggiungere il bordo idrografico destro del Canalone Porta (m 1415). Qui si abbandona il sentiero e si inizia la risalita del canalone senza traccia obbligata fino a raggiungere una strozzatura formata da grossi massi. Le precedenti volte abbiamo superato la strozzatura risalendo la paretina di roccia più scura sulla destra con una facile arrampicata (la paretina è ben appigliata); questa volta, invitati da un bel bollo di vernice rossa, abbiamo aggirato la strozzatura tenendoci sul lato sinistro. Si prosegue fino a raggiungere una caratteristica finestra nella roccia; qui il canalone si stringe. Si continua a seguire i bolli, le frecce le scritte (numerosi sono i richiami a “lemonsoda” “oransoda”) fino a raggiungere una breve fessura da risalire. Se ne esce verso destra e si entra in un colatoio formato da uno sperone; dove i biforca si segue il ramo di sinistra. Dopo pochi metri lo si abbandona e si traversa a sinistra raggiungendo lo spigolo dello sperone. In facile e divertente arrampicata si supera lo spigolo e ci si riporta nella parte superiore del colatoio. Lo si risale raggiungendo uno stretto intaglio , aldilà del quale si ritorna nel canalone principale.
Si riprende a salire, seguendo le frecce, per sfasciumi trascurano un canalino secondario, per risalire un diedro seguendo la sua fessura di fondo. Per rocce gradinate e detriti si giunge ad una strettoia. Tenendosi sulla destra si sale su roccette ad un canalino e, seguendolo, si raggiunge una fessura verticale, che si supera per poi continuare lungo un altro canalino. In breve si arriva al di sotto dei primi prati pensili.
Si prosegue risalendo il fondo del canalone, qui a gradini rocciosi, superando un’ostruzione verso sinistra. Invece di riprendere il canalone, si prosegue verso l’alto per facili roccette, aggirando verso destra, su una cengia, il costolone. Si risale per gradoni erbosi lungo la destra idrografica del canalone raggiungendo una barriera rocciosa. La si supera e si giunge ad un ripiano, ingombro di blocchi, dove tradizionalmente termina la salita per il canalone e si incrocia il sentiero di raccordo con la Cresta Senigaglia. Infatti, in genere, si prende il sentiero verso destra per portarsi alla vicina Bocchetta dei Prati e da qui a ricongiungersi con il sentiero della Cresta Senigaglia.
Attratti dai bolli di vernice che proseguivano dritto, e dall’indicazione del cartello che indicava quella direzione, abbiamo proseguito per il canalone. Questa è la parte più suggestiva: si è vicinissimi al Sigaro Dones e ai Torrioni Magnaghi.Si sale tra roccette e tracce di sentiero e si raggiunge una paretina appoggiata che si supera con una arrampicata e si arriva ad una cengia erbosa. Successivamente si supera una parete, di circa 20 metri aggirandola sulla sinistra, per giungere ad una biforcazione; si prende a sinistra seguendo i segni e si arriva alla Bocchetta dei Venti, dove ci si congiunge con il sentiero della Cresta Senigaglia. Si prosegue stando poco sotto la cresta traversando alcuni canalini; superata una piccola forcella, si salgono alcune roccette che ci portano a ritrovare il sentiero che ci porta ad un intaglio (sulla destra scende il Canalino Federazione). Qui inizia l’ultimo tratto, attrezzato con catene. Si risale un largo camino, poi una ripida parete. Segue un breve tratto in discesa che ci porta ad un altro intaglio. Si discende un canalino roccioso; una breve deviazione a destra ci porta ad un intaglio. Si riprende la salita fino ad una vicina selletta, dove troviamo un’ultima catena che ci permette di superare la fascia rocciosa che ci separa dalla vetta.
Per la discesa abbiamo scelto di percorrere il noioso, ma veloce, sentiero della Cresta Cermenati.
(Per la descrizione del percorso, mi sono aiutato con la pubblicazione: Giancarlo Mauri, “Escursioni nelle Grigne” – Tamaro editori (edizione 1980).)
METEO. Dopo il temporale, ampie schiarite. In breve è uscita una magnifica giornata.
FREQUENTAZIONE: Non abbiamo incontrato nessuno fino alla vetta, che però non era affollata come ci si poteva attendere.
COMPAGNI: Andrea.
Tourengänger:
Alberto C.

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