Cima dell'Uomo (Gruppo della Marmolada)
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Oggi il meteo promette temporali già nel primo pomeriggio e quindi è d'obbligo lasciar perdere i nostri programmi e scegliere una nuova vetta che possa permetterci di fare una bella gita ma senza "dilungarsi" troppo. Aperta la cartina la scelta cade sulla Cima dell'Uomo che a fronte di un dislivello limitato sembra offrire una salita intrigante e non banale.
Partiamo dal Passo San Pellegrino, quasi a quota 2000 e superati un paio di dossi erbosi la nostra vetta si staglia netta di fronte a noi ... molto bella e già siamo contenti della scelta effettuata. Proseguendo lungo altri dossi erbosi (senza traccia) ci inoltriamo nel vallone, puntando ad una traccia che sembra percorrere il ghiaione alla base della vetta.
Arriviamo così proprio ai piedi del ghiaione e iniziamo faticosamente a risalirlo. La traccia che abbiamo preso sembra però puntare ad una bocchetta che non è quella giusta di salita ... ed infatti poco sopra troviamo un'altra traccia che ci riporta nella giusta direzione, costringendoci però a fare un traverso su terreno particolarmente instabile e faticoso.
Quando intravediamo i segnavia del percorso, iniziamo a capire che forse abbiamo attaccato il ghiaione troppo in basso e sarebbe stato meglio sfruttare un dosso erboso fino al suo limite (Om Picol, arrivo seggiovia/ski-lift) per poi entrare nel ghiaione molto più alti.
In ogni caso quando finalmente mettiamo le mani su qualcosa di più stabile (già oltre i 2700 metri), inizia la parte più interessante dell'escursione. Il percorso, sempre ben bollato, prosegue lungo una sorta di cengia che percorre in diagonale tutto il versante sud della Cima dell'Uomo per sbucare sul versante sud-est. Lungo questa cengia si percorrono dei tratti mai estremi ma in cui è necessario ponderare bene il passo vista la presenza, in molto punti, di ghiaietta che rende il tracciato scivoloso. Inoltre si superano anche dei tratti in cui è necessario compiere dei semplici passaggi di arrampicata su roccette, alcuni dei quali presentano delle staffe utili per i piedi ... insomma tutto molto bello!
Peccato per noi che a circa metà cengia inizia, quasi d'improvviso, a grandinare. Visto il terreno su cui ci stiamo muovendo decidiamo di scendere immediatamente. Ma quando abbiamo già ridisceso un tratto del ghiaione spunta nuovamente l'azzurro e la cima esce al sole .. mumble ... mumble ... che fare? .... Manuela non ha per niente voglia di risalire il faticoso ghiaione ... mentre io ho propria voglia di salire questa che sembra una bella vetta.
Baci e abbracci ... parto a tutta birra su per il ghiaione ed in breve sono nuovamente al punto in cui ci siamo "ritirati" ... sorpasso il simpatico gruppo di bergamaschi, anche loro parzialmente scesi e risaliti (ma non fino al ghiaione) e arrivo all'uscita della cengia ... seguendo sempre i bolli percorro l'ultimo tratto per la vetta che si svolge principalmente su terreno misto roccette/ghiaietta moderatamente ripido, superando anche quello che forse è il passaggio chiave della salita: un muretto di un paio di metri di II grado, nonostante la presenza di una piccola staffa.
Dalla vetta il panorama è parziale ma di soddisfazione: guardo, ma al momento non riconosco, un paio di vette che saliremo nei prossimi giorni mentre la Marmolada rimane purtroppo sempre coperta. Bella questa Cima dell'Uomo ...
P.S.: una volta tornati poco sopra al ghiaione, volendo si potrebbe continuare lungo un sentiero attrezzato (ultima parte dell'Alta Via Bepi Zac) che transita dalla Forcella di Laghet e da questo scendere al Rifugio Fuchiade.
Partiamo dal Passo San Pellegrino, quasi a quota 2000 e superati un paio di dossi erbosi la nostra vetta si staglia netta di fronte a noi ... molto bella e già siamo contenti della scelta effettuata. Proseguendo lungo altri dossi erbosi (senza traccia) ci inoltriamo nel vallone, puntando ad una traccia che sembra percorrere il ghiaione alla base della vetta.
Arriviamo così proprio ai piedi del ghiaione e iniziamo faticosamente a risalirlo. La traccia che abbiamo preso sembra però puntare ad una bocchetta che non è quella giusta di salita ... ed infatti poco sopra troviamo un'altra traccia che ci riporta nella giusta direzione, costringendoci però a fare un traverso su terreno particolarmente instabile e faticoso.
Quando intravediamo i segnavia del percorso, iniziamo a capire che forse abbiamo attaccato il ghiaione troppo in basso e sarebbe stato meglio sfruttare un dosso erboso fino al suo limite (Om Picol, arrivo seggiovia/ski-lift) per poi entrare nel ghiaione molto più alti.
In ogni caso quando finalmente mettiamo le mani su qualcosa di più stabile (già oltre i 2700 metri), inizia la parte più interessante dell'escursione. Il percorso, sempre ben bollato, prosegue lungo una sorta di cengia che percorre in diagonale tutto il versante sud della Cima dell'Uomo per sbucare sul versante sud-est. Lungo questa cengia si percorrono dei tratti mai estremi ma in cui è necessario ponderare bene il passo vista la presenza, in molto punti, di ghiaietta che rende il tracciato scivoloso. Inoltre si superano anche dei tratti in cui è necessario compiere dei semplici passaggi di arrampicata su roccette, alcuni dei quali presentano delle staffe utili per i piedi ... insomma tutto molto bello!
Peccato per noi che a circa metà cengia inizia, quasi d'improvviso, a grandinare. Visto il terreno su cui ci stiamo muovendo decidiamo di scendere immediatamente. Ma quando abbiamo già ridisceso un tratto del ghiaione spunta nuovamente l'azzurro e la cima esce al sole .. mumble ... mumble ... che fare? .... Manuela non ha per niente voglia di risalire il faticoso ghiaione ... mentre io ho propria voglia di salire questa che sembra una bella vetta.
Baci e abbracci ... parto a tutta birra su per il ghiaione ed in breve sono nuovamente al punto in cui ci siamo "ritirati" ... sorpasso il simpatico gruppo di bergamaschi, anche loro parzialmente scesi e risaliti (ma non fino al ghiaione) e arrivo all'uscita della cengia ... seguendo sempre i bolli percorro l'ultimo tratto per la vetta che si svolge principalmente su terreno misto roccette/ghiaietta moderatamente ripido, superando anche quello che forse è il passaggio chiave della salita: un muretto di un paio di metri di II grado, nonostante la presenza di una piccola staffa.
Dalla vetta il panorama è parziale ma di soddisfazione: guardo, ma al momento non riconosco, un paio di vette che saliremo nei prossimi giorni mentre la Marmolada rimane purtroppo sempre coperta. Bella questa Cima dell'Uomo ...
P.S.: una volta tornati poco sopra al ghiaione, volendo si potrebbe continuare lungo un sentiero attrezzato (ultima parte dell'Alta Via Bepi Zac) che transita dalla Forcella di Laghet e da questo scendere al Rifugio Fuchiade.
Tourengänger:
Andrea!
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