Roveredo Open Art
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Sono anni che sento parlare in toni entusiastici dell'Open Art di Roveredo senza mai essere riuscito ad andarci. Oggi Anna è libera da impegni ma non abbiamo una gran voglia di far fatica per cui, dopo aver visto una mostra a Varese, partiamo per la Mesolcina. L'Open Art apre solo alle 14 quindi ci rechiamo dapprima a Mesocco per rivedere il castello che non visitiamo da molto tempo. Purtroppo la chiesa di Santa Maria è chiusa e non vi è alcuna indicazione delle modalità di visita, non ci resta che salire direttamente al castello. Come sempre è una visione affascinante: i restauri hanno saputo conservare la bellezza del luogo, la posizione è l'altro atout del luogo: a picco su uno sperone dominante la valle, tutt'intorno le montagne da cui scendono diverse cascate.
Vi sono dei tavoli e delle panche, vista l'ora decidiamo di consumare qui il nostro pranzo al sacco. Dopodichè facciamo un ultimo giro e, recuperata l'auto, ci avviamo verso Mesocco. Compiamo un rapido giro del paese, ricco di testimonianze di quando il paese era tappa obbligata sulla via del Passo del San Bernardino: vi sono belle case, ciò che rimane di numerose osterie ed alberghi, edifici ottocenteschi arricchiti da decorazioni...beviamo un caffè in un ristorante e saliamo a visitare la chiesa con l'attiguo cimitero. Dopodichè ridiscendiamo all'auto che abbiamo parcheggiato di fianco alla vecchia stazione del treno, quello che prima di essere, con sciagurata decisione, soppresso arrivava fino a qui dopo aver risalito la Val Mesolcina.
È ora di spostarci a Roveredo e raggiungere la nostra meta. Le indicazioni per raggiungere l'Open Art non sono chiarissime ma su internet ho visto indicato come parcheggio da utilizzarsi quello a fianco del cimitero della chiesa di San Giulio. Conosco il posto perciò non ho difficoltà a raggiungerlo: la chiesa si trova nella parte più meridionale dell'abitato e già da lontano è ben individuabile grazie al suo campanile romanico. L'esposizione dovrebbe trovarsi al di la del cantiere, che ancora permane, servito alla costruzione della galleria che circonvalla Roveredo. Parcheggiamo, vi sono dei cartellini verdi indicanti l'Open Art, li seguiamo, passiamo di fianco al cantiere, poi al di sotto dell'autostrada e, finalmente, eccoci arrivati, siamo praticamente di fronte alla stazione di servizio di Campagnola.
Non vi sono recinzioni e ci troviamo presto immersi in uno spazio che alterna macchie boschive a prati dove sono ambientate decine e decine di opere d'arte, il prato ha l'erba alta ed una ricca varietà di speci vegetali con numerosissimi fiori. Per muoversi agevolmente fra le varie installazioni l'erba è stata tagliata per la larghezza di circa un metro creando così una sorta di percorso che porta a visitare ed ammirare le singole opere.
Ammiriamo opere veramente interessanti ed entusiasmanti insieme ad altre che ci lasciano più perplessi o indifferenti, diciamo che ce n'è per tutti i gusti. Intorno all'abitazione, che funge anche da Grotto, sono concentrate la più parte delle opere d'arte, verosimilmente quelle da più tempo facenti parte della collezione.
Nei pressi di un ponticello è posta una cassetta dove depositare i 5FrS richiesti come contributo per la visita.
Per una visita rapida occorre almeno un'ora ma è un'esperienza decisamente piacevole ed interessante in una cornice naturale notevole. Noi siamo rimasti estremamente soddisfatti della nostra visita all'Open Art tanto da averla consigliata a molti.
Vi sono dei tavoli e delle panche, vista l'ora decidiamo di consumare qui il nostro pranzo al sacco. Dopodichè facciamo un ultimo giro e, recuperata l'auto, ci avviamo verso Mesocco. Compiamo un rapido giro del paese, ricco di testimonianze di quando il paese era tappa obbligata sulla via del Passo del San Bernardino: vi sono belle case, ciò che rimane di numerose osterie ed alberghi, edifici ottocenteschi arricchiti da decorazioni...beviamo un caffè in un ristorante e saliamo a visitare la chiesa con l'attiguo cimitero. Dopodichè ridiscendiamo all'auto che abbiamo parcheggiato di fianco alla vecchia stazione del treno, quello che prima di essere, con sciagurata decisione, soppresso arrivava fino a qui dopo aver risalito la Val Mesolcina.
È ora di spostarci a Roveredo e raggiungere la nostra meta. Le indicazioni per raggiungere l'Open Art non sono chiarissime ma su internet ho visto indicato come parcheggio da utilizzarsi quello a fianco del cimitero della chiesa di San Giulio. Conosco il posto perciò non ho difficoltà a raggiungerlo: la chiesa si trova nella parte più meridionale dell'abitato e già da lontano è ben individuabile grazie al suo campanile romanico. L'esposizione dovrebbe trovarsi al di la del cantiere, che ancora permane, servito alla costruzione della galleria che circonvalla Roveredo. Parcheggiamo, vi sono dei cartellini verdi indicanti l'Open Art, li seguiamo, passiamo di fianco al cantiere, poi al di sotto dell'autostrada e, finalmente, eccoci arrivati, siamo praticamente di fronte alla stazione di servizio di Campagnola.
Non vi sono recinzioni e ci troviamo presto immersi in uno spazio che alterna macchie boschive a prati dove sono ambientate decine e decine di opere d'arte, il prato ha l'erba alta ed una ricca varietà di speci vegetali con numerosissimi fiori. Per muoversi agevolmente fra le varie installazioni l'erba è stata tagliata per la larghezza di circa un metro creando così una sorta di percorso che porta a visitare ed ammirare le singole opere.
Ammiriamo opere veramente interessanti ed entusiasmanti insieme ad altre che ci lasciano più perplessi o indifferenti, diciamo che ce n'è per tutti i gusti. Intorno all'abitazione, che funge anche da Grotto, sono concentrate la più parte delle opere d'arte, verosimilmente quelle da più tempo facenti parte della collezione.
Nei pressi di un ponticello è posta una cassetta dove depositare i 5FrS richiesti come contributo per la visita.
Per una visita rapida occorre almeno un'ora ma è un'esperienza decisamente piacevole ed interessante in una cornice naturale notevole. Noi siamo rimasti estremamente soddisfatti della nostra visita all'Open Art tanto da averla consigliata a molti.
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