Rifugio Donati
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Un inganno da parte della Carta Tecnica Regionale ha fatto si che un progettato giro in alta quota si trasformasse in una semplice escursione a "va e vieni": si sappia che i ben delineati - su CTR - sentieri Rifugio Donati-Bocchetta di Reguzzo e Bocchetta di Reguzzo-Bocchetta di S.Stefano non esistono (quest'ultimo passaggio, al massimo, delineato da rari ometti di pietre). In effetti la Bocchetta di Reguzzo sembra individuabile al vertice di un appena accennato canalone erboso/pietroso poco a nord del Pizzo di Rodes, ma l'incertezza del passaggio e le scariche di sassi provocate da un branco di stambecchi ci hanno dissuaso. Comunque la semplice salita al rifugio - poco frequentato e situato su di un selvaggio altopiano roccioso - si è rivelata di molta soddisfazione: buon dislivello e panorami vastissimi, al cospetto di quanto rimane dei ghiacciai più bassi delle Alpi lombarde.
Una volta parcheggiata l'auto nell'apposito piazzale all'ingresso del paese, sorgono i dubbi sulla direzione da prendere: si escludono subito le ben visibili indicazioni per la decauville Armisa-Gaggio e si tenta di individuare una più utile palina nascosta tra le fronde di un noce. Una volta stabilito che si debba volgere a destra, rimane il dubbio di come proseguire: i primi segnali a vernice visibili indirizzano verso Armisola (valle parallela alla nostra), ma almeno conducono ad una pista sterrata che comunque dovremmo raggiungere [il vero sentiero - con segni scarsi e poco visibili - entra fra le abitazioni in quelli che sembrano cortili privati e sale a raggiungere una fascia di prati: sopra i prati scorre la suddetta sterrata]. Raggiunta la pista, la si segue lungamente verso sinistra, oltrepassando un gruppo di belle baite; una palina con cartello di legno indica l'imbocco del sentiero. Si risale il bosco alternando ripidi strappi a brevi spostamenti in falsopiano; superata la Baita Spanone, si entra in una sorta di valletta erbosa e, dopo un'ulteriore fase di salita, si sbuca alla base del muraglione della Diga di S.Stefano. Sottopassando il piano inclinato di servizio alle opere idroelettriche e avvicinando una casa privata, si raggiunge il lungo e piano camminamento (ex-decauville) ricavato sul canale di gronda che alimenta il lago artificiale. Al termine del tracciolino si raggiungono i resti dell'Alpe Quai; il sentiero - macroscopicamente ben segnalato - prosegue risalendo una serie di dossi erboso-cespugliosi fino a portarsi alla base di una fascia di placche rocciose lisciate dai ghiacci. [Poco dopo l'Alpe Quai si trova l'indicazione per il Bivacco Corti, percorso poco frequentato ma interssante]. La divertente salita culmina in un avvallamento pietroso pianeggiante ai piedi del Pizzo di Rodes e, con un'ultima svolta a sinistra lungo un canalino sassoso, si raggiunge la cupola rocciosa dove sorgono i due edifici del Rifugio Donati. Poco lontano, la conca del bel Lago Reguzzo, sperso in una colorata distesa di pietrame.
Il ritorno avviene lungo la via di salita, ma risulta piacevole una piccola deviazione per effettuare il giro del Lago di S.Stefano, del quale all'andata si era visto solo il muro di contenimento.
Una volta parcheggiata l'auto nell'apposito piazzale all'ingresso del paese, sorgono i dubbi sulla direzione da prendere: si escludono subito le ben visibili indicazioni per la decauville Armisa-Gaggio e si tenta di individuare una più utile palina nascosta tra le fronde di un noce. Una volta stabilito che si debba volgere a destra, rimane il dubbio di come proseguire: i primi segnali a vernice visibili indirizzano verso Armisola (valle parallela alla nostra), ma almeno conducono ad una pista sterrata che comunque dovremmo raggiungere [il vero sentiero - con segni scarsi e poco visibili - entra fra le abitazioni in quelli che sembrano cortili privati e sale a raggiungere una fascia di prati: sopra i prati scorre la suddetta sterrata]. Raggiunta la pista, la si segue lungamente verso sinistra, oltrepassando un gruppo di belle baite; una palina con cartello di legno indica l'imbocco del sentiero. Si risale il bosco alternando ripidi strappi a brevi spostamenti in falsopiano; superata la Baita Spanone, si entra in una sorta di valletta erbosa e, dopo un'ulteriore fase di salita, si sbuca alla base del muraglione della Diga di S.Stefano. Sottopassando il piano inclinato di servizio alle opere idroelettriche e avvicinando una casa privata, si raggiunge il lungo e piano camminamento (ex-decauville) ricavato sul canale di gronda che alimenta il lago artificiale. Al termine del tracciolino si raggiungono i resti dell'Alpe Quai; il sentiero - macroscopicamente ben segnalato - prosegue risalendo una serie di dossi erboso-cespugliosi fino a portarsi alla base di una fascia di placche rocciose lisciate dai ghiacci. [Poco dopo l'Alpe Quai si trova l'indicazione per il Bivacco Corti, percorso poco frequentato ma interssante]. La divertente salita culmina in un avvallamento pietroso pianeggiante ai piedi del Pizzo di Rodes e, con un'ultima svolta a sinistra lungo un canalino sassoso, si raggiunge la cupola rocciosa dove sorgono i due edifici del Rifugio Donati. Poco lontano, la conca del bel Lago Reguzzo, sperso in una colorata distesa di pietrame.
Il ritorno avviene lungo la via di salita, ma risulta piacevole una piccola deviazione per effettuare il giro del Lago di S.Stefano, del quale all'andata si era visto solo il muro di contenimento.
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