Tamierhorn (3087 m) dalla cascata del Toce - Formazza
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"No, il ripetitore no!", potrebbe essere questo il titolo della relazione. In effetti le premesse non sono delle migliori: l'alta Val Formazza è assediata da opere idrauliche ed elettriche di ogni sorta e la zona del Tamierhorn non fa eccezione. Sul profilo della nostra meta, al suo primo apparire nel controluce del mattino, si staglia la sagoma quadrata di un ripetitore, poco sotto la cima. A questo punto la poesia sarebbe già finita...
Giunti però al Lago Nero, ogni riserva si scioglie: il lago - che per il suo colore meriterebbe di essere chiamato piuttosto Lago Blu - è uno dei più belli che mi sia capitato di vedere: il tappeto di erba verde scende fino sull'acqua e nel verde dell'erba c'è una miriade di fiori. Il colore dell'acqua e la trasparenza ricordano il mare della Croazia. Tutto intorno si specchia l'alta montagna, con il Basodino sullo sfondo a calamitare l'attenzione, mentre l'appariscente Corno Talli crea uno scorcio degno delle Isole Lofoten. Davanti a noi, come da un terrazzo, il panorama sulle cime del gruppo del Monte Giove e non solo completano un quadro a 360° che non teme rivali.
Sopra il lago si attraversano estese pietraie e piccoli nevai. In questa apparente monotonia si trovano però rocce stranissime, con gli strati ripiegati, arenarie con inserti cristallini, formazioni con filamenti (avete presente l'amianto?) disposti a raggiera e tante piccole piante sorprendentemente adatte a questo ambiente minerale.
La vista dalla cima del Tamierhorn verso il Basodino lascia senza parole.
Andata
Parto con Ferruccio dal parcheggio sopra la cascata del Toce, località La Frua 1681 m.
I cartelli non indicano né l'Alpe Ghighel, né il Lago Nero ma il percorso è comunque evidente. Imbocchiamo sulla destra (E) una mulattiera tra muretti a secco che presto diventa un ripido sentiero nel folto della vegetazione. All'Alpe Ghighel (2121 m CNS) il versante appiana e la segnaletica scompare: evidentemente il percorso più frequentato per il Lago Nero è quello che parte dal rifugio Maria Luisa e che traversa una cinquantina di metri sopra il pianoro dell'alpe...
A questo punto ci sono due possibilità equivalenti per raggiungere il sentiero di cui sopra:
Fino qui 2 ore.
Si segue il sentiero segnalato per il passo Tamia / Tamierpass fino al Passo di Lago Nero (2600 m circa) e quindi al colletto di quota 2797 m. Oltre questo punto si abbandona il sentiero - che qui cambia versante - e si procede a vista verso la cima, senza un percorso obbligato.
Noi siamo saliti su nevai, rocce rotte e blocchi a sinistra (N) della cresta Ovest, che abbiamo raggiunto a circa 2960 m. Abbiamo quindi percorso la cresta per un breve tratto (elementare), fino al ripetitore di destra, che si trova poco sotto l'anticima Sud, quindi abbiamo traversato in salita su blocchi fino al colletto tra l'anticima S (quota 3065 m CNS) e la cima principale. Da ultimo su cresta a blocchi abbiamo raggiunto la nostra meta (I, con qualche passaggio esposto facilmente evitabile).
Tempi: 2:30 dal Lago Nero
Difficoltà: T4
Ritorno
Per il ritorno, anziché ripetere la via dell'andata, ci siamo calati nel canale che scende a Ovest del Passo di Antabia, quindi nel canale principale che dal Basodino scende verso il Lago Nero, per raggiungere infine la dorsale di rocce montonate che termina sulla sponda nord del lago.
La discesa ha richiesto il superamento di alcune fasce rocciose, con qualche passaggio esposto ma non difficile (I grado). La corda è sempre rimasta nello zaino perché non ci sono possibilità di ancoraggio.
Percorso divertente ma sconsigliato a chi vuole andare sul sicuro e rientrare velocemente.
Tempo: 3 ore dalla cima al lago, comprese alcune soste per ammirare i minerali.
Difficoltà: T5+
Giunti però al Lago Nero, ogni riserva si scioglie: il lago - che per il suo colore meriterebbe di essere chiamato piuttosto Lago Blu - è uno dei più belli che mi sia capitato di vedere: il tappeto di erba verde scende fino sull'acqua e nel verde dell'erba c'è una miriade di fiori. Il colore dell'acqua e la trasparenza ricordano il mare della Croazia. Tutto intorno si specchia l'alta montagna, con il Basodino sullo sfondo a calamitare l'attenzione, mentre l'appariscente Corno Talli crea uno scorcio degno delle Isole Lofoten. Davanti a noi, come da un terrazzo, il panorama sulle cime del gruppo del Monte Giove e non solo completano un quadro a 360° che non teme rivali.
Sopra il lago si attraversano estese pietraie e piccoli nevai. In questa apparente monotonia si trovano però rocce stranissime, con gli strati ripiegati, arenarie con inserti cristallini, formazioni con filamenti (avete presente l'amianto?) disposti a raggiera e tante piccole piante sorprendentemente adatte a questo ambiente minerale.
La vista dalla cima del Tamierhorn verso il Basodino lascia senza parole.
Andata
Parto con Ferruccio dal parcheggio sopra la cascata del Toce, località La Frua 1681 m.
I cartelli non indicano né l'Alpe Ghighel, né il Lago Nero ma il percorso è comunque evidente. Imbocchiamo sulla destra (E) una mulattiera tra muretti a secco che presto diventa un ripido sentiero nel folto della vegetazione. All'Alpe Ghighel (2121 m CNS) il versante appiana e la segnaletica scompare: evidentemente il percorso più frequentato per il Lago Nero è quello che parte dal rifugio Maria Luisa e che traversa una cinquantina di metri sopra il pianoro dell'alpe...
A questo punto ci sono due possibilità equivalenti per raggiungere il sentiero di cui sopra:
- dalla baita più a sud (quota 2132 m CNS), salire nei prati con percorso libero poggiando a destra (traccia sul terreno quasi invisibile e non segnalata, comunque non ci sono difficoltà)
- percorrere verso destra la strada sterrata che procede in piano fino ad arrivare nei pressi del rio Scelp, dove una traccia (ometti) sale sulla sinistra (N) fino a raggiungere il sentiero proveniente dal rifugio
Fino qui 2 ore.
Si segue il sentiero segnalato per il passo Tamia / Tamierpass fino al Passo di Lago Nero (2600 m circa) e quindi al colletto di quota 2797 m. Oltre questo punto si abbandona il sentiero - che qui cambia versante - e si procede a vista verso la cima, senza un percorso obbligato.
Noi siamo saliti su nevai, rocce rotte e blocchi a sinistra (N) della cresta Ovest, che abbiamo raggiunto a circa 2960 m. Abbiamo quindi percorso la cresta per un breve tratto (elementare), fino al ripetitore di destra, che si trova poco sotto l'anticima Sud, quindi abbiamo traversato in salita su blocchi fino al colletto tra l'anticima S (quota 3065 m CNS) e la cima principale. Da ultimo su cresta a blocchi abbiamo raggiunto la nostra meta (I, con qualche passaggio esposto facilmente evitabile).
Tempi: 2:30 dal Lago Nero
Difficoltà: T4
Ritorno
Per il ritorno, anziché ripetere la via dell'andata, ci siamo calati nel canale che scende a Ovest del Passo di Antabia, quindi nel canale principale che dal Basodino scende verso il Lago Nero, per raggiungere infine la dorsale di rocce montonate che termina sulla sponda nord del lago.
La discesa ha richiesto il superamento di alcune fasce rocciose, con qualche passaggio esposto ma non difficile (I grado). La corda è sempre rimasta nello zaino perché non ci sono possibilità di ancoraggio.
Percorso divertente ma sconsigliato a chi vuole andare sul sicuro e rientrare velocemente.
Tempo: 3 ore dalla cima al lago, comprese alcune soste per ammirare i minerali.
Difficoltà: T5+
Tourengänger:
atal

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