Anello al Pizzo di Ormea con Caterina
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Come facciamo da un po’ di anni, dopo aver portato i vecchietti al mare, cogliamo l’occasione per fare qualche giro in Val Tanaro.
Sabato mattina quindi dopo aver comprato il buonissimo pane di Garessio raggiungiamo Valdarmella, 5 km di strada sperando di non incontrare nessuno che arrivi in senso contrario…
Posteggiamo dietro la chiesa e al ponte imbocchiamo la mulattiera che indica Passo dei Termini.
Usciti dal bosco il sentiero diventa una labile traccia confondibile con altre numerose tracce, importante quindi trovare i bolli, non sempre visibili però.
Giunti a una malga ancora in buono stato, non trovando più alcuna indicazione risaliamo il ripido costone erboso in direzione della sterrata che giunge al colle.
Facciamo così conoscenza con Caterina…e allora chi è Caterina? Una pernice!!! Ha dell’incredibile ma è assolutamente vero. Volando basso ci avvicina e atterra a pochi metri da noi. Siamo già increduli ma l’incredulità aumenta quando zampettando ci viene incontro, si fa fotografare, accarezzare, non gradisce il pane che le offriamo, sono tentata di prenderla perché penso non stia bene ma Marco mi dissuade. Riprendiamo a salire e vediamo che lei sta tutt’altro che male, contina a seguirci. L’incredulità aumenta. Ogni tanto la perdiamo di vista ma è sempre dietro e giunti alla strada continua a zampettarci alle spalle.
Al colle incontriamo due ragazzi di Genova che, da come erano vestiti, pensavamo fossero cacciatori, per cui chiediamo lumi sul volatile che ci sta seguendo da una mezz’oretta. La vedono arrivare e sorridendo ci dicono che è Caterina, una pernice di allevamento, rilasciata poco tempo fa. Essendo abituata alla presenza umana si fa tranquillamente avvicinare e toccare. Pazzesco, seguiti da cani, capre, pecore si sa succede ma da una pernice…Chiacchieriamo un po’ con i ragazzi e poi ripartiamo in direzione del Pizzo di Ormea, per un poco Caterina ci segue poi mi sa che è tornata dagli altri perché ce la siamo persa!
Seguiamo il sentiero fino a un colle, purtroppo ormai nella nebbia. Giunti al colle ci accorgiamo di aver saltato la Punta dei Termini per cui facciamo un va e viene per la cima.
Proseguiamo ora per cresta toccando in successione Punta Torracca, Cima Ferrarine dove si trovano i resti di una fortificazione napoleonica e Cima Ruscarina giungendo così alla Colla del Pizzo. Nella nebbia vediamo che purtroppo c’è neve. Il traverso che ci porterebbe al colletto dove passa il sentiero proveniente da Chionea non è messo bene per cui se non vogliamo tornare da dove siamo venuti l’unica è provare a salire lungo la dorsale. Non vediamo molto e quindi l’unica è provare a salire.
Tutto pulito o evitabile fino a 150 m circa dalla cima dove troviamo un bel traversino su neve. Normalmente non avremmo avuto difficoltà, di fatto Marco passa tranquillo cercando di fare delle belle impronte, io non mi fido della mia precarietà, per cui metto i ramponcini e così lo raggiungo più tranquillamente. Da qui alla cima tutto pulito.
In cima fortunatamente questa volta non ci sono mosche, facciamo una bella sosta sotto un pallido sole che filtra la nebbia dopo di che scendiamo fino a raggiungere il rifugio Valcaira (incustodito).
Sosta pranzo e quindi discesa al Colle di Chionea lungo la bellissima Costa Valcaira.
Rientriamo quindi nel bosco e con qualche sali scendi rientriamo a Valdarmella.
Bell’anello, da rifare con un tempo migliore, se mai riusciremo a trovarlo qui!
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