Chi non mangia un Colombine a Pasqua?
Oggi è Pasqua e di fare code in posti lontani da Brescia proprio non se ne parla, optiamo così per la vicina Val Trompia, e più precisamente l’Alta Val Trompia, laddove Collio rappresenta l’abitato più importante. E la partenza di questo giro è a Tizio, la frazione che sta proprio attaccata a Collio.
Lasciata l’auto nella vicina Chiesa, ci si incammina proprio verso di essa, e come da consiglio di una local, pieghiamo subito a sinistra e continuiamo per un bel pezzo proprio su strada asfaltata. Come dice Aldo grandemago mai fidarsi dei locals, e difatti… il nostro sentiero (355) partiva dietro la Chiesa. Mannaggia!
Comunque in culo al depistaggio, siamo già avanti un pezzo e di ritornare a Tizio per riprendere il sentiero giusto proprio non ci gusta, proseguiamo così ancora su questa strada che poi diventa cementata e subito dopo sterrata. Dopo circa un 1h di cammino però intercettiamo la deviazione per Invino, e ora con un allungamento di percorso di almeno 30 minuti andiamo ad immetterci sul sentiero 355.
Siamo sempre su una stretta sterrata e la ripidità mette a dura prova fiato e polpacci, passiamo una serie di baite e malghe, e ad un certo punto la sterrata diventa sentiero vero e proprio. La ripidità diminuisce in località Marmor e da qua al M. Colombine, passando per l’ex Caserma di Pian delle Baste, la salita risulta essere molto più godibile. Il panorama dal Colombine è veramente bello. 3h30 tolte le soste.
Come spesso accade da queste parti, gli escursionisti si contano sulle dita di una mano, sfruttando questo assordante silenzio ci posizioniamo sul bel gradino posto sotto la croce e finalmente ci godiamo il nostro bel riso con lenticchie e tempeh! :)))
Neanche il tempo di fare il classico rutto a fauci spalancate ed ecco che in maniera improvvisa spuntano delle nuvole minacciose provenienti da Est, dopo aver stramaledetto il 3b Meteo che dava sole pieno anche il pomeriggio, alziamo i tacchi molto velocemente e proseguiamo il nostro giro visto che abbiamo in previsione alcune deviazioni sul percorso.
Ci buttiamo così verso la dorsale che punta verso Sud, passiamo la vicina zona rocciosa, e una volta ritornati sul sentiero erboso giungiamo prima sulla Quarta Colombina e poi subito dopo al Goletto di Gludona dove troviamo una palina con varie indicazioni, incuriositi dal Bivacco Grazzini, imbocchiamo l’evidente sentiero che scende verso Ovest in maniera ripida.
Dall’alto avevamo visto che c’era un po di neve nella bella conca, ma mai avremmo pensato che quel “po” voleva dire 40/50 cm di “pappa molle” dove si sprofonda che è una meraviglia, arrivati in una zona dove i massi nascondono varie insidie, decidiamo di ritornare sui nostri passi rimandando a data da destinarsi il giro al Grazzini.
Ritornati al Goletto, come da una prima idea, tentiamo di ridiscendere un vallone dopo averlo studiato sulla cartina, ma visto che la cosa si fa decisamente lunga, anche in questo caso decidiamo per un onorevole ritirata e cominciamo a camminare nella stessa direzione di salita.
L’idea di fare una discesa alternativa non ci è ancora uscita dalla mente, così passata la zona della “Sfinge” notiamo sulla destra una sorta di traccia (abbiamo costruito un ometto), con spirito d’avventura scendiamo per il largo canalone e passando prima per un baita diroccata (Malga Diavola), perdiamo ancora quota sino ad intercettare un vecchio traverso erboso, tenendo la destra proprio sotto la Loc. Marmor, sempre su flebile traccia andiamo finalmente ad intercettare il sentiero 356 che porta a Collio. Il canalone non ha difficoltà evidenti, ma ovviamente bisogna avere un minimo di senso dell’orientamento.
Seguendo una sorta di dorsalina si scende fino ai ruderi della Malga Mericolo, si entra in un bel bosco di conifere sino a sbucare nei pressi di un piccolo invaso (Ponte Re), tenendo la destra e seguendo la strada a.s.p., con diversi saliscendi oltrepassiamo diverse cascine, arriviamo alla Conca (Passo), e seguendo la stradina che scende verso Sud (dir. Memmo) dopo 15/20 minuti giungiamo in un grande spazio erboso (Plagna), come da segnalazione Oruxmaps viriamo decisamente a sinistra e seguendo la bella stradina (con vecchia bollatura gialla) spuntiamo nei pressi di Letes, ancora qualche passo su strada a.s.p. ed eccoci di nuovo al punto di partenza… con nostra grande gioia, visto che le gambe e il tempo cominciano a fare le bizze.
Nota 1): Anche questa è una zona che merita di essere visitata, di gente in giro non se ne vede molta e se siete fortunati incontrate qualche animale selvatico, peccato che si cammini spesso su strade sterrate. Non esteticamente belli nemmeno i tralicci dell’alta tensione. I sentieri non sono sempre perfettamente segnalati ma fuori dal bosco si viaggia a larghe visuali ed il T3(EE) è solo per il canalone di discesa, per il resto T2.
Nota 2): Con Eric…e CAIO.
CAIO.
Io parto dalla piazza e faccio il primo guaio,
credevo in una vetta ma sono sul solaio,
qualcuno un po sgamato c’ha fatto un canapaio.
Caio,
riprendo il mio cammino seguendo un pifferaio,
ma invece dei topini io trovo un formicaio,
non era forse meglio seguire un gran liutaio?
Caio,
io punto verso l’alto ma il passo è sol carraio,
la sbarra chiude strade e ci vuole un portinaio,
chi tenta di forzarle è quel pirla di Di Maio.
Il carbonio con il ferro si trasformano in acciaio, e in fondo mi domando: chi cazzo chiama CAIO?
A’ la prochaine! Menek,Rosa
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