Con l'età che avanza non mi trattengo più... Bus de Balì.
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Niente, proprio non ce l’ho fatta ad aspettare oltre, aspettare (con la speranza) che la neve incontrata 15 giorni fa ora sia sparita. Partiamo ancora una volta ad orari inadeguati visto il gran caldo e quando arriviamo a Cadria sono già le 9.15, ci prepariamo per l’escursione salutati dal cane Sissi, e proprio mentre cerchiamo di capire dove sia il sentiero di partenza incontriamo uno dei rarissimi abitanti di Cadria che ci da un paio di indicazioni che si riveleranno molto utili.
Seguiamo la strada a.s.p. che punta a N perdendo leggermente quota, arriviamo dopo 15 minuti nei pressi di un grande lavatoio posto all’inizio del bosco mentre poco prima un'altra sterrata piega a sinistra sino a giungere alla bella Malga Misera, baita sistemata dall’Ente Parco e usufruibile dai viandanti.
Dalla Malga, lasciamo sulla destra una stradina puntando invece verso il bosco risalendo il praticello, dopo aver seguito la flebile traccia che sale senza troppa ripidità, spuntiamo finalmente sull’ennesima strada sterrata che sappiamo essere la via giusta per arrivare al Termen, punto di partenza vero e proprio per il Bus de Balì. La strada non ha segnavia, ma so che questo è il N°68/69.
Ora siamo al Termen, nel punto dove troviamo il fatidico bivio per le Cime del Costone, imboccata la traccia adesso non ci resta che affrontare i vari passaggi esposti e a tratti poco evidenti dove l’erba ciularina, ora meno secca, ci accompagna nei lunghi traversi.
Passiamo così in alcuni punti dove 15 gg fa avevamo già incontrato neve e con nostra gioia notiamo che il sentiero ora è pulito, solo qualche piccola macchiolina di neve occupa la via, ma il punto cruciale dove ci eravamo fermati l’altra volta è molto meno battuto dal Sole e questo ci preoccupa un po.
Giunti ora nel breve traverso esposto, vediamo che la neve è ancora presente, non molta ma abbastanza ghiacciata, avendo portato i ramponcini per precauzione in pochi passi risolviamo il problema ed evitiamo così stress eccessivi. Senza neve questo sarebbe un passaggio sicuramente più tranquillo.
Proseguiamo ancora con qualche traversino un po esposto con la traccia che si fa sempre più stretta, passata una larga sella erbosa e una zona con cengia rocciosa, ecco che ad un certo punto notiamo una nicchia dove è posta una Madonnina, come da informazioni prese, questo è il Bus de Balì, anfratto sottostante il pinnacolo che porta il medesimo nome. 3h30. Foto di rito, “high five” e poi passiamo nel caratteristico “buco” posto tra due rocce, dopo qualche minuto di cammino decidiamo che è il momento di consumare il nostro pasto. Il sole picchia duro.
Ripreso il cammino, ora ci aspetta una salita molto dura e dove il sentiero un po svanisce, certo, la via è intuibile, resta il fatto che questo “muro” di 200 mt di dislivello impegna non poco i polpacci. Ma oramai siamo sbucati sulla cresta e la traccia rimane sempre molto stretta anche se non particolarmente pericolosa, tra passaggi fra i Mughi e qualche traverso nevoso dove si sprofonda discretamente, la Cima di Caplone si avvicina sempre di più, un ultimo passaggio un po esposto ed eccoci finalmente in vetta. Bellissimo panorama e condivisione della cima con una simpatica coppia Sudtirolese.Dopo la scoperta di questo bel sentiero, ora non ci resta che tornare al punto di partenza, la via di discesa che scegliamo è quella “classica” e conosciuta che porta a Cima Rest. Dopo essere scesi dal Caplone con un po di prudenza causa neve marcia, dalla Bocca di Campei in poi il sentiero è bello pulito e assolutamente tranquillo.
Evitata la deviazione per il Tombea, il nostro sentiero prosegue spedito sino a Cima Rest dove le case tipiche danno un tocco di medioevo, ma prima di arrivare a Rest bisogna passare una bellissima e secolare faggeta.
Da Rest ora bisogna prendere l’evidente deviazione che piega verso sinistra e che passa accanto ad una cascinetta (palina Percorso Storico 2), seguendo il sentiero ben curato che attraversa il bosco in poco meno di 15/20 minuti si sbuca sulla strada che porta a Cadria, 500 metri di solido asfalto e siamo di nuovo al punto di partenza. Nel mezzo, bello il posto di ristoro Tavagnù (Cima Rest) e bello l’incontro con un rarissimo Saettone.
Nota 1): Bellissimo ed interessante giro nella selvaggia Valvestino; da Cadria per arrivare alla strada a.s.p. N° 68/69 serve un briciolo di senso dell’orientamento, mentre dal Termen al Bus de Balì la traccia è abbastanza evidente ed intuibile, solo in alcuni tratti la traccia tende un po a sparire. Sino al Monte Caplone serve passo sicuro e assenza di vertigini. Dal Caplone a Cadria nessun problema rilevabile se si segue il bel sentiero discretamente segnalato.
Nota 2): Il pallino…di Eric.
PALLINO.
Il Silvio col cerone c’ha in mano un agnellino,
sorride a denti stretti seduto sul gradino,
in fronte non ha rughe ma tanto botulino.
Pallino,
se ad Arcore c’è il fashion mi metto il bigodino,
è un fatto di tendenza se vesto di Moschino,
la maglia di velluto l’abbino al mocassino.
Pallino,
la giacca è sulle spalle e in tasca ho l’accendino,
il sigaro toscano mi rende ancor più fino,
son stanco del potere e fuggo nel Trentino.
In gabbia non c’è il pacco ma l’uccello canterino, e in fondo mi domando: in buca c’è il Pallino?
A’ la prochaine! Menek,Rosa
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