Pizzo Truzzo 2723 m
|
||||||||||||||||||
![]() |
![]() |

La giornata è splendida e se ci andrà di fortuna dovremmo trovare ancora la traccia.
Il “remunerativo” sentiero estivo per Servizio è anche un percorso per ciaspole, il buffo è che la neve comincia poco prima del suo termine cioè a Servizio!!!
La neve ora è continua e poco dopo calziamo le ciaspole. Si prosegue sempre abbastanza ripidamente e si giunge a Covedro. Con un bel semicerchio arriviamo all’Alpe del Servizio dove dopo una breve sosta riprendiamo a salire ripidamente a tornanti. La traccia è sempre abbastanza visibile. Qualche difficoltà a superare un dosso in parte pelato e con neve marcia che al passaggio scivola via ma usando i ramponi delle ciaspole saliamo.
Giungiamo sotto la cresta e con un lungo traverso ci portiamo sotto il Pizzo Truzzo che a guardarlo mi sembra insalibile con le ciaspole, invece...
Risaliamo l’ultimo ripido strappo e siamo in cresta dove, per raggiungere la cima, togliamo le ciaspole.
Spettacolo!
Salita lunga e faticosa e più impegnativa del Monte Bardan, altra ciaspolata che amiamo parecchio.
Per la discesa a circa metà del traverso, anche se non molto convinti, prendiamo a seguire delle tracce sci alpinistiche, tutto bene fino al punto in cui arriviamo a vista di Corte San Pietro e dell’Alpe del Servizio. Siamo però su un bello sperone e per scenderlo ci infiliamo in un disgraziato e ripido canale. Un venti/trenta metri che Marco scende con le ciaspole mentre io a fatica, per via della posizione in cui sono, tolgo e pensiamo sia stato meglio. L’errore però (a parte aver preso il canale!) è stato non mettere i ramponi, ma nel punto in cui ero sarebbe stato impossibile farlo. Aspetto che Marco esca per non rischiare di fargli arrivare addosso cumoli di neve fresca e quindi discesa sedere a valle. Neve fino oltre alle ginocchia e braccia dentro fino ai gomiti per avere quel po’ di sicurezza. A metà circa il canale è gelato, e senza ramponi è dura continuare a scendere, fortunatamente spostandomi verso la mia destra trovo altra neve fresca e ricomincia la discesa a pelle di leopardo. Raggiunto finalmente Marco, tolgo immediatamente i guanti, sento le mani enormi e inservibili, gelate. Fatto ciò, la circolazione del sangue riprende ed è una delle cose più dolorose che abbia mai sentito. Pochi minuti ma terribili, dopo di che le mani diventano bollenti tanto da non aver più bisogno dei guanti…
Raggiunta Corte San Pietro facciamo una veloce sosta per mandar giù qualcosa. Riprendiamo la discesa in direzione di alcune baite diroccate ma dopo aver visto che la traccia riprendeva a scendere ripida non ce la siamo sentita di proseguire, non volendo magari incappare in qualcosa di simile al precedente. Torniamo quindi a Corte San Pietro andando ad allacciarci alla vicina traccia di salita e senza problemi tornare al posteggio.
Giro strepitoso.
La variante di discesa va studiata meglio, si può fare, ma bisogna prestare più attenzione ai vari salti che la zona nasconde.
Kommentare (12)