Rupe del Gesso (2434 m) – Skitour
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Finalmente la neve è arrivata; non sarà abbondante comunque è più che sufficiente. Lo constato già all’imbocco della Val Bedretto: la strada è completamente innevata a partire dal Caseificio del Gottardo.
Inizio dell’escursione: ore 8.30
Fine dell’escursione: ore 14.20
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1032 hPa
Temperatura alla partenza da All’Acqua: -8,5°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 1300 m
Temperatura al rientro ad All’Acqua: 7,5°C
Sorgere del sole: 8.01
Tramonto del sole: 17.13
Com’era logico attendersi oggi c’è una forte affluenza di sciatori ad All’Acqua. Stranamente, sono però l’unico ad affrontare la salita verso la Val d’Olgia: non incontrerò nessuno per tutta la salita.
La sciata è molto piacevole; la traccia è buona e la presa delle pelli perfetta. A partire dall’Alpe Val d’Olgia si alza tuttavia un venticello gelido che mi costringe a continuare con il passamontagna calato sul volto. Al pilone sopra il Passo San Giacomo mi sorge il dubbio: continuo alla destra verso l’Helgenhorn, sul versante ben soleggiato, oppure alla sinistra verso i Laghi Boden. Rimango sull’itinerario che mi ero preparato a tavolino: la prima idea è quasi sempre la migliore. Da qui via devo però battere la traccia. Scendo per circa 300 m fino alla ex-caserma delle guardie di finanza e mi avvio in territorio piemontese seguendo delle paline, non sempre evidenti. Benché abbia percorso lo stesso itinerario innevato circa tre anni fa, non è così evidente trovare la via migliore evitando doline e inutili saliscendi.
Dopo un quarto d’ora dal Passo San Giacomo arrivo al sole: che meraviglia! Adesso sì che assaporo al 100 % la sciata!
Tolgo il passamontagna e continuo a sciare verso il sole in uno stupendo paesaggio con neve vergine e scintillanti puntini di luce.
La meta che desidero raggiungere è un motto mammellonare che si staglia nella stessa direzione del Kastelhorh (3128 m). Alla mia destra, in basso, scorgo il Rifugio Maria Luisa (2160 m), il Lago Toggia e tutt’attorno una parata di vette imbiancate molto note agli appassionati escursionisti e alpinisti. A dominare la scena è la Punta di Elgio o Helgenhorn (2837 m), ambitissimo sia dagli scialpinisti sia dai ciaspolatori. Alla mia sinistra si alza l’imponente mole del Marchhorn (2962 m), cima riservata ai più esperti.
La temperatura dell’aria non è più cruda, qui si sta bene. La rupe sembrerebbe più vicina di quanto non lo sia in realtà. Devo dapprima scendere in una conca, quindi risalire il pendio in direzione della sella posta sopra il Lago Boden. Poco prima del valico svolto a destra per gli ultimi 250 m lineari sul dosso di rocce carbonatiche, in parte affioranti dalla neve.
Verso la Rupe del Gesso
Scatto alcune foto anche con il cellulare. Il grande fratello mi segue pure qui. La geolocalizzazione fa sì che più tardi riceva da Google una foto panoramica realizzata con le singole foto scattate in vetta e l’invito a pubblicarla per favorire gli altri utenti…
Al ritorno decido di tenere le pelli, così da rendere più comodo l’attraversamento della zona di saliscendi. Le toglierò solo al pilone soprastante il Passo San Giacomo. La discesa è piacevole fino al “mezzo tubo” (half-pipe) nella Val d’Olgia; in seguito ho la sfortuna di seguire una traccia che mi porta in un avventuroso percorso tra tronchi, frasche e canali tra le rocce, superabili a scaletta. Le grattate alle solette degli sci risuonano come stilettate al cuore…
Ritorno per la seconda volta con gli sci alla Rupe del Gesso: una meta ingiustamente poco frequentata, in uno spettacolare altopiano ondulato, con un panorama incantevole sulle cime dell’alta Val Formazza.
Tempo totale: 5 h 50 min
Salita: 3 h 20 min
Dislivello in salita: 940 m
Sviluppo complessivo: 13,5 km
Difficoltà: F
SLF: 2 (moderato)
Libro di vetta: no
Coordinate Rupe del Gesso: 677'583 / 144'229
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
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