Monte Legnone (2609m)
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Il Monte Legnone è la cima più elevata del settore occidentale delle Orobie. Per via della sua posizione isolata e della sua imponente mole, pur di elevazione non altissima è riconoscibile da tutte le direzioni. Per noi che proveniamo dalle sponde del Lago Maggiore, quando salivamo sulle nostre modeste alture e individuavamo la possente piramide dal vertice leggermente mozzo del Monte Legnone suscitava in noi l'idea di terra lontana, misteriosa e da scoprire. Quello che ci aveva finora distolto dalla nostra voglia di conoscenza era la lunghezza del viaggio di avvicinamento e, già altre volte in passato, avevamo rimandato l'appuntamento. Ora i tempi sono maturi e dopo un lungo periodo senza gite riprendiamo l'attività escursionistica del CAI Laveno con il Monte Legnone. Alla gita, condotta da Andrea, partecipano 14 escursionisti.
Il viaggio di avvicinamento è reso complicato dalla diversa provenienza dei partecipanti. Dopo le varie soste, piccoli ritardi, appuntamenti mancati e pausa caffè, riusciamo ad iniziare il cammino alle 9.15 a 3 ore e mezza dal primo appuntamento.
Dopo aver risalito lungo il profondo solco della Val Varrone raggiungiamo alla fine della strada il posteggio del rifugio Roccoli Lorla, situato sulla sella tra Legnone e Legnoncino. Ci incamminiamo in un bel bosco di larici procedendo su comodi saliscendi. Superata la stalla di Marésc de Scim (1506) il percorso prosegue lungo il crinale raggiungendo in leggera discesa l'ampia sella prativa che ospita l'Alpe Agrogno (1644). Si aprono le visuali sul Lario che non ci abbandoneranno più da qui in avanti, nebbie permettendo. Dopo l'alpeggio la via si fa erta risalendo a zigzag il pendio erboso. Aggiriamo a destra uno sperone roccioso su un tratto esposto attrezzato con fune fissa raggiungendo un tratto pianeggiante del crinale chiamato Porta dei Merli (2125). Facciamo un incontro ravvicinato con due giovani stambecchi che, evidentemente abituati all'andirivieni di numerosi escursionisti, non vengono turbati più di tanto dalla nostra presenza, anzi sembra che si mettano in posa offrendo la loro figura ai nostri scatti fotografici. Raggiungiamo il bivacco Silvestri, più comunemente conosciuto come Ca' de' Legn (2180) che, in realtà di legno non ha niente. E' costruito in sasso e cemento ed anche le travi del tetto sono di cemento armato. Il reale significato di Ca' de' Legn è Casa del Legnone (e non casa di legno).
Anche il significato etimologico di questa montagna non va riferito al legno ma all'acqua. Il suo primo nome fu "Lineo" dal termine celtico "lin" che significa "acqua", poi divenne "Lineone" e quindi "Legnone". In effetti, la forma dei versanti del Legnone lo rende un naturale serbatoio di accumulo di neve che, al disgelo primaverile, defluisce a valle. Una curiosità di questo monte era la presenza del ghiacciaio più basso dell'Europa meridionale. Nel vallone di Valorga, a 750m di quota, fino agli anni '60 si prelevava il ghiaccio per fare delle granite alla vaniglia da consumare nella sagra di San Rocco (16 agosto). Oggi resta un residuo di nevaio protetto da detriti.
Al bivacco attendiamo l'arrivo di tutti componenti del gruppo sfilacciato e, dopo un breve spuntino, riprendiamo la marcia con la croce di vetta bene in vista. Superato il grande ripetitore situato sul crinale andiamo ad affrontare il ripido sentiero di cresta. La via si snoda salendo ripidamente a zigzag a pochi metri dal crinale che, sul versante sinistro precipita a valle con un impressionante salto. Vari tratti di fasce rocciose sono attrezzati con corde fisse che facilitano la salita con alcuni passi di facile arrampicata. Raggiunta l'anticima (2529) ignoriamo le deviazioni ma restiamo sulla via principale che, sempre ben segnata ed attrezzata con corde fisse nei passaggi più scabrosi, procede sulle rocce terminali che conducono alla croce di vetta del Monte Legnone (2609). Nel frattempo le nebbie salgono dalla Valtellina e nascondono parte del grandioso panorama. Attendiamo l'arrivo dei nostri compagni che emergono dalla nebbia della cresta per affacciarsi sulla cima ai soleggiati versanti opposti. Dopo l'arrivo di tutti e le foto di rito prendiamo la via di discesa. Con una cautela maggiore ripercorriamo esattamente la via percorsa in salita ritrovandoci alla Ca' de' Legn per la pausa pranzo. Sempre sullo stesso sentiero facciamo ritorno alle macchine. Ci attende la rituale birra ed il lungo rientro in auto.
Partecipanti 14: Andrea (capogita), Dario, Domenico, Maurizio, Berndt, Beppe, Cristina N., Ezio, Cristina B., Roberto, Salvatore, Emilia, Daria, Cinzia.
Tempi di percorrenza: salita 2h45, sosta 55' discesa 3h (30'sosta).
Lunghezza del percorso: 12km.
Meteo: bello, foschie e nebbie in quota
Il viaggio di avvicinamento è reso complicato dalla diversa provenienza dei partecipanti. Dopo le varie soste, piccoli ritardi, appuntamenti mancati e pausa caffè, riusciamo ad iniziare il cammino alle 9.15 a 3 ore e mezza dal primo appuntamento.
Dopo aver risalito lungo il profondo solco della Val Varrone raggiungiamo alla fine della strada il posteggio del rifugio Roccoli Lorla, situato sulla sella tra Legnone e Legnoncino. Ci incamminiamo in un bel bosco di larici procedendo su comodi saliscendi. Superata la stalla di Marésc de Scim (1506) il percorso prosegue lungo il crinale raggiungendo in leggera discesa l'ampia sella prativa che ospita l'Alpe Agrogno (1644). Si aprono le visuali sul Lario che non ci abbandoneranno più da qui in avanti, nebbie permettendo. Dopo l'alpeggio la via si fa erta risalendo a zigzag il pendio erboso. Aggiriamo a destra uno sperone roccioso su un tratto esposto attrezzato con fune fissa raggiungendo un tratto pianeggiante del crinale chiamato Porta dei Merli (2125). Facciamo un incontro ravvicinato con due giovani stambecchi che, evidentemente abituati all'andirivieni di numerosi escursionisti, non vengono turbati più di tanto dalla nostra presenza, anzi sembra che si mettano in posa offrendo la loro figura ai nostri scatti fotografici. Raggiungiamo il bivacco Silvestri, più comunemente conosciuto come Ca' de' Legn (2180) che, in realtà di legno non ha niente. E' costruito in sasso e cemento ed anche le travi del tetto sono di cemento armato. Il reale significato di Ca' de' Legn è Casa del Legnone (e non casa di legno).
Anche il significato etimologico di questa montagna non va riferito al legno ma all'acqua. Il suo primo nome fu "Lineo" dal termine celtico "lin" che significa "acqua", poi divenne "Lineone" e quindi "Legnone". In effetti, la forma dei versanti del Legnone lo rende un naturale serbatoio di accumulo di neve che, al disgelo primaverile, defluisce a valle. Una curiosità di questo monte era la presenza del ghiacciaio più basso dell'Europa meridionale. Nel vallone di Valorga, a 750m di quota, fino agli anni '60 si prelevava il ghiaccio per fare delle granite alla vaniglia da consumare nella sagra di San Rocco (16 agosto). Oggi resta un residuo di nevaio protetto da detriti.
Al bivacco attendiamo l'arrivo di tutti componenti del gruppo sfilacciato e, dopo un breve spuntino, riprendiamo la marcia con la croce di vetta bene in vista. Superato il grande ripetitore situato sul crinale andiamo ad affrontare il ripido sentiero di cresta. La via si snoda salendo ripidamente a zigzag a pochi metri dal crinale che, sul versante sinistro precipita a valle con un impressionante salto. Vari tratti di fasce rocciose sono attrezzati con corde fisse che facilitano la salita con alcuni passi di facile arrampicata. Raggiunta l'anticima (2529) ignoriamo le deviazioni ma restiamo sulla via principale che, sempre ben segnata ed attrezzata con corde fisse nei passaggi più scabrosi, procede sulle rocce terminali che conducono alla croce di vetta del Monte Legnone (2609). Nel frattempo le nebbie salgono dalla Valtellina e nascondono parte del grandioso panorama. Attendiamo l'arrivo dei nostri compagni che emergono dalla nebbia della cresta per affacciarsi sulla cima ai soleggiati versanti opposti. Dopo l'arrivo di tutti e le foto di rito prendiamo la via di discesa. Con una cautela maggiore ripercorriamo esattamente la via percorsa in salita ritrovandoci alla Ca' de' Legn per la pausa pranzo. Sempre sullo stesso sentiero facciamo ritorno alle macchine. Ci attende la rituale birra ed il lungo rientro in auto.
Partecipanti 14: Andrea (capogita), Dario, Domenico, Maurizio, Berndt, Beppe, Cristina N., Ezio, Cristina B., Roberto, Salvatore, Emilia, Daria, Cinzia.
Tempi di percorrenza: salita 2h45, sosta 55' discesa 3h (30'sosta).
Lunghezza del percorso: 12km.
Meteo: bello, foschie e nebbie in quota
Tourengänger:
morgan

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Kommentare (3)