Monte Rosa ed. 2016: Punta Giordani, 4046 m
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La Punta Giordani è la cima più facile, accessibile ed economica del Monte Rosa.
Dato il desiderio di salire in quota e pestare ghiacciai che mi pervade in questo periodo, coinvolgo l'amico Francesco nell'ascensione che ha avuto luogo in un ambiente spettacolare, con panorami vastissimi, cielo limpido, clima tiepido e vento pressochè assente.
Le condizioni del ghiacciaio si sono rilevate perfette, non crepacciato, senza ghiaccio vivo ma portante, tant'è vero che erano in maggioranza gli scialpinisti rispetto a noi camminatori.
Il popolo tutto del Monte Rosa, oggi, aveva lo sguardo lungo e gli occhi felici. Qui c'era un popolo di privilegiati dentro al quale io e Francesco ci siamo inseriti e, ragionando durante la salita, abbiamo realizzato che il privilegio non sta nel talento, nella forza o nei mezzi ma il privilegio è il possesso del desiderio e il desiderio stesso.
Con le ottime condizioni di visibilità, la via è elementare: usciti dalla stazione di Indren e messo subito i piedi sul ghiacciaio omonimo, ci siamo ramponati e legati, abbiamo proseguito qualche decina di metri sulla traccia per la Capanna Gnifetti sino ad intercettare, a destra, la via di salita. Essa è da subito impegnativa con pendenze sostenute e non mollerà mai per le due ore e un quarto che abbiamo impiegato per arrivare in cima dove ho avuto qualche difficoltà in un passo sulle banali roccette (non sono abituato al misto). Aiutato da un ragazzo (che ringrazio), ho messo piedo sulla vetta dove risiede una Madonnina.
Unica precauzione da mantenere durante la salita è quella di restare a debita distanza dal grande seracco che incombe minaccioso sull'infinitamente piccolo alpinista che sta sotto di lui.
In discesa nessun problema sulle roccette, poi la medesima via dell'andata ci ha portato alla stazione di Indren in un'ora e un quarto.
Purtroppo gli impianti rispettano la pausa pranzo ed avendo perso l'ultima corsa delle 12.30, abbiamo dovuto aspettare sino alle 14.15 per la ripresa delle operazioni. Poco male, ci siamo goduti del tempo di relax, di ampie visuali, di leggere chiacchere con il suddetto popolo, disquisendo ancora sul privilegio e sulla bellezza.
Tempi comprensivi di pause in itinere e di una lunga sosta in vetta, posto così accogliente e in condizioni così perfette che avremmo voluto restare là per sempre. Ai tempi citati occorre aggiungere un paio d'ore per l'andata e roitorno con i tre tronconi della funivia da Alagna.
Sviluppo: 6 km circa; SE: 14 km circa.
Dato il desiderio di salire in quota e pestare ghiacciai che mi pervade in questo periodo, coinvolgo l'amico Francesco nell'ascensione che ha avuto luogo in un ambiente spettacolare, con panorami vastissimi, cielo limpido, clima tiepido e vento pressochè assente.
Le condizioni del ghiacciaio si sono rilevate perfette, non crepacciato, senza ghiaccio vivo ma portante, tant'è vero che erano in maggioranza gli scialpinisti rispetto a noi camminatori.
Il popolo tutto del Monte Rosa, oggi, aveva lo sguardo lungo e gli occhi felici. Qui c'era un popolo di privilegiati dentro al quale io e Francesco ci siamo inseriti e, ragionando durante la salita, abbiamo realizzato che il privilegio non sta nel talento, nella forza o nei mezzi ma il privilegio è il possesso del desiderio e il desiderio stesso.
Con le ottime condizioni di visibilità, la via è elementare: usciti dalla stazione di Indren e messo subito i piedi sul ghiacciaio omonimo, ci siamo ramponati e legati, abbiamo proseguito qualche decina di metri sulla traccia per la Capanna Gnifetti sino ad intercettare, a destra, la via di salita. Essa è da subito impegnativa con pendenze sostenute e non mollerà mai per le due ore e un quarto che abbiamo impiegato per arrivare in cima dove ho avuto qualche difficoltà in un passo sulle banali roccette (non sono abituato al misto). Aiutato da un ragazzo (che ringrazio), ho messo piedo sulla vetta dove risiede una Madonnina.
Unica precauzione da mantenere durante la salita è quella di restare a debita distanza dal grande seracco che incombe minaccioso sull'infinitamente piccolo alpinista che sta sotto di lui.
In discesa nessun problema sulle roccette, poi la medesima via dell'andata ci ha portato alla stazione di Indren in un'ora e un quarto.
Purtroppo gli impianti rispettano la pausa pranzo ed avendo perso l'ultima corsa delle 12.30, abbiamo dovuto aspettare sino alle 14.15 per la ripresa delle operazioni. Poco male, ci siamo goduti del tempo di relax, di ampie visuali, di leggere chiacchere con il suddetto popolo, disquisendo ancora sul privilegio e sulla bellezza.
Tempi comprensivi di pause in itinere e di una lunga sosta in vetta, posto così accogliente e in condizioni così perfette che avremmo voluto restare là per sempre. Ai tempi citati occorre aggiungere un paio d'ore per l'andata e roitorno con i tre tronconi della funivia da Alagna.
Sviluppo: 6 km circa; SE: 14 km circa.
Tourengänger:
rochi

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