Rocca Maunero (Quota 2387) e La Cialma

Oggi esploriamo la Valle dell'Orco.
Partiamo da Porcili, una frazione sopra Locana lungo la strada che conduce al piccolo impianto dell'Alpe Cialma.

Al parcheggio due local ci chiedono dove stiamo andando e, visto che siamo in 7, si aggregano con noi per spartire il lavoro di battitura ("per non fare la solita Cialma" dicono).
La cosa mi sembra un po' strana, soprattutto quando scendono dalla macchina e vedo che sono due "tutine" con attrezzatura super-leggera (l'autista guidava con gli scarponi ai piedi).

Probabilmente abbiamo due differenti modi di vivere lo scialpinismo.

Visto che questi scendono dalla macchina e sono praticamente pronti partono subito, noi li seguiremo poco dopo. Nei pressi dell'Alpe Cambrelle li raggiungiamo e iniziamo a darci il cambio a battere.
Sicuramente il passo è diverso e quando tocca a noi tracciare li vedo un po' irrequieti ma ... questo è il nostro ritmo!

Salendo facciamo due chiacchere e scopriamo che non sono mai saliti alla Rocca, solo una volta erano scesi da un dosso nei paraggi. Ma come, abitate qui a due passi e non conoscete questa cima scialpinistica? E magari avete fatto 50 volte La Cialma?

Probabilmente abbiamo due differenti modi di vivere lo scialpinismo.

Comunque la salita procede, il cielo è nuvoloso e fa un caldo bestiale per essere febbraio. Un po' indecisi sul percorso finiamo su un colletto che poi si rivela sbagliato. Scendiamo di qualche metro e tagliamo per arrivare sotto ad un canalino ripido. Qui i due local decidono di scendere anche se mancano solo 100 metri alla vetta.
Il canalino non è pericoloso, qui c'è meno neve rispetto alle "nostre zone", e la visibilità è sempre la stessa.
Certo, la neve è un po' crostosa, ma quello si era capito già dal basso. Quindi perché scendere adesso?

Probabilmente abbiamo due differenti modi di vivere lo scialpinismo.

Affrontiamo il canalino con i rampanti, vista la neve dura, e in poco tempo siamo sulla vetta quotata 2387 che in realtà non ha nome. La Rocca (o Rocce) Maunero è una cima poco distante (distinguibile da un ometto) ma più bassa di circa 100 metri. Non capisco perché nominare un punto che sembra più l'anticima di questa quota 2387 piuttosto che una vetta vera e propria. Misteri della toponomastica. 

In discesa la parte alta è crostosa "come da programma", mentre più in basso (soprattutto nel breve tratto di bosco) le condizioni migliorano.
Ritorniamo a Cambrelle dove in 3 decidiamo di ripellare per salire anche La Cialma, mentre gli altri (gentilmente) saliranno in macchina fino a Carello per recuperarci.

E' quasi l'una e mezzo e i nostri amici ci danno tempo massimo fino alle cinque, poi "la corriera" parte. Con brio, ma cautela nei tratti ripidi, affrontiamo la salita e dandoci il cambio a tracciare saliamo abbastanza velocemente. Oggi la cappa di umidità è incredibile e si suda tantissimo, facendoci ansimare parecchio (a parte i ritmi di salita).
Alle tre e un quarto siamo in vetta, e altri local ci dicono che raramente la Cialma viene salita da questo versante. Siamo un po' stupiti visto che le condizioni tutto sommato sono buone. Probabilmente essendo un itinerario usato molto per allenamento non vengono prese in considerazioni varianti.

Ci concediamo una buona pausa per prendere fiato prima di scendere. Scopriamo che ci sono varie possibilità di discesa e noi decidiamo di stare al centro del pendio. La neve è ottima, si riesce a sciare bene e velocemente, tanto che in quello che sembra un attimo siamo alle macchine dove ci attendono (pazientemente) i nostri amici.

P.S.: oggi non avevo la macchina fotografica, ho usato il cellullare giusto per fare qualche foto e dare un'idea dell'ambiente.