Bolla Leoni - Sasso Bianco, 1645 - Skitour pomeridiano con test nuovo integratore
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Oggi Pancho ha preso una giornata di ferie e mi tira dentro.
Arrivo alla Bolla verso le due del pomeriggio; lui, in mattinata ha aperto la baita e cucinato e, ora, se ne sta già su, al Capannino del Crocione.
Compro il burro dall’Erminia e comincio a prepararmi, mentre do un’occhiata alla situazione.
Neve, poca.
Vedo Pancho scegliere accuratamente il percorso di discesa in mezzo ai cespugli; mmmmh non sarà un gran sciare...
Va beh, la passeggiata, vien fuori lo stesso.
Così, una volta che è sceso e ha rimesso le pelli, ci avviamo lungo la mulattiera nel bosco che porta a Orimento.
“Ho dimenticato l’acqua!”
“Tranquillo, ho qui io un nuovo integratore che devi assaggiare”
Il fondo, è ottimo per cui saliamo spediti senza problemi, oltrepassiamo Orimento e raggiungiamo rapidamente il ponte sulle sorgenti del Breggia, da dove comincia la bella salita che porta ai Murelli.
Fa decisamente caldo e la neve ne ha risentito un po’ ma la traccia è ben marcata e Pancho la aggredisce con il consueto passo da bersagliere: scocca l’ora di marcia e arriviamo ai Murelli.
Il tempo è un po’ grigiastro, ma l’ambiente è sempre quello magico che ben conosciamo.
Altri venti minuti di “corsa” e, per l’ennesima volta, sbarchiamo in vetta al Sasso Bianco.
E qui, Pancho sfodera l’integratore da testare.
Cos’è il “genio”...?
Fantasia, certo; e capacità di sorprendere.
Ma anche padronanza della tecnica e cura del particolare.
Dallo zaino esce una normale bottiglietta piena di un liquido di un rosso cupo screziato di colori più chiari; l’afferri, è calda e già hai capito.
Come si fa a non amare quest’uomo?
E’ trippa!
La parte liquida e calda scende corroborante e gustosa (padronanza della tecnica); il fagiolo di Spagna, intoppa un po’, ma la bocca della bottiglietta è di quelle larghe (cura del particolare), per cui riusciamo a gustarci quasi completamente l’ “integratore”
Un paio di foto, per festeggiare l’evento, sono d’obbligo.
La discesa lasciamola perdere: portiamo le ginocchia fino alla forra sotto al Pesciò, poi traversiamo fino ad andare ad incontrare il Breggia, quattrocento metri a sud est del ponte sulle sorgenti, ripelliamo e saliamo ad Orimento, per scendere ancora, dapprima sci ai piedi poi sci in spalla, dalla mulattiera che porta alla Bolla.
Gran finale in baita, dove ci aspetta la “mamma dell’integratore” che, adeguatamente riscaldata, generosamente innaffiata da due bottiglie di vino, egregiamente accompagnata da salamini e formaggi, benedetta, infine, da qualche bicchiere di grappa, ci garantisce il giusto apporto calorico per rigenerarci dopo i tremila metri di dislivello superati.
Come dite? Erano seicento...?
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