Via del Ferro- Val Cavargna (da dimenticare...)


Publiziert von morgan , 2. Februar 2013 um 23:42.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:21 Juni 2012
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 4:00
Aufstieg: 900 m
Abstieg: 900 m
Strecke:Carlazzo (495)- Maggione- Ponte Maggione (486)- Cappella delle Scalate (656)- Ponte Dovia (585)- Sora (716)- Forni Vecchi (772)- Strada provinciale- San Nazzaro (974)- San Bartolomeo (853)- Sora (716)- Ponte Dovia (585)- Cappella delle Scalate (656)- Ponte Maggione (486)- Maggione- Carlazzo (495)

Escursione lungo la "Via del Ferro", percorso storico che collega Porlezza a Bellinzona. Si sale dall'italiana Val Cavargna, si scollina sul Motto della Tappa (o Cima Verta) e si scende nell'elvetica Val Morobbia. La via collegava le zone di estrazione (cave e miniere) con quelle di lavorazione (forni, fucine, magli) e di smercio attraverso le stazioni di posta.
Avendo visto pubblicazioni e cartine riguardanti questo tracciato che è stato valorizzato con segnaletica e pannelli didattici, decido di visionarlo in vista di una escursione con i miei amici. Come poi si vedrà deciderò di abbandonare immediatamente questo progetto.
Lascio la macchina a Carlazzo (495) e mi dirigo alla frazione di Maggione dove trovo il cartello didattico della Via del Ferro. Procedo su una strada lastricata che, passato il ponte di Maggione (486), inizia a salire lungo il versante orografico destro del Torrente Cuccio. Passata la cappella delle Scalate (656), la strada perde quota fino a scendere a Ponte Dovia (585), punto di sosta ed ex dogana austro-ungarica. Fino al 1950 la strada fin qui percorsa era l'unica di accesso alla valle, prima della costruzione della nuova carrozzabile su versante opposto. Passato il ponte la strada prende a salire fino all'abitato di Sora (716) a cui si accede in auto scendendo da San Bartolomeo. Uscito dal paesino faccio un po' fatica a trovare il percorso, poichè la via è priva di manutenzione e poco evidente. Trovo il cartello della via del ferro che mi conforta sulla direzione giusta. La via si abbassa fino a lambire il Torrente Cuccio di Cavargna e risale lungo la sinistra orografica. Il sentiero è abbandonato e si trovano intralci, in diversi punti si fatica a passare nella fitta vegetazione. In un tratto sono costretto ad abbassarmi e progredire a carponi per una ventina di metri. In altri posti il sentiero è franato e debbo cercare una via alternativa. Raggiungo finalmente una spiazzo ma mi tocca affrontare un'ulteriore prova. Devo attraversare un fitto prato di alte ortiche. con i calzoni corti. Arrivo finalmente ai ruderi in località Forni Vecchi (772), attrezzata con cartelli didattici. Il posto è raggiunto da una pista sterrata quindi penso di poter andare tranquillo. Seguo la pista ma questa attraversa il torrente pieno d'acqua e, per attraversarlo mi tolgo le scarpe e lo attraverso a piedi nudi. Rimetto le scarpe ma dopo poche decine di metri mi imbatto in un altro guado. Attraverso il torrente di nuovo a piedi nudi e, seguendo la pista risalgo fino alla strada provinciale della Val Cavargna. Decido che ne ho abbastanza e abbandono la "Via del Ferro". Seguo fedelmente la strada asfaltata che risale e attraversa il paese di San Nazzaro (974) e si abbassa a San Barolomeo (853) dove devio a destra sulla strada che scende a Sora (716). Ritrovo il percorso dell'andata che ripercorro fino a Carlazzo.
Partecipanti: Dario.
Tempi di percorrenza: 3h51' tutto il giro.
Lunghezza del percorso: 17,5km.
Meteo: bello.
Note: poche foto poiché avevo la batteria scarica della macchina fotografica, quelle pubblicate le ho fatte col telefonino.
Escursione piacevole solo nel primo tratto su strada tranquilla e ombreggiata lungo il fiume. Tra Sora e Forni Vecchi la via è senza manutenzione e non facilmente percorribile. E' stato fatto un gran lavoro di studio per l' allestimento dei pannelli didattici e la pubblicazione di opuscoli riguardanti questo tragitto transnazionale. Tutto ciò è stato vanificato dalla mancanza di manutenzione. Spero che nel frattempo qualche ente abbia provveduto. 
Gita da non ripetere.

Tourengänger: morgan
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (4)


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Gesendet am 4. Februar 2013 um 16:29
La parte "bassa" della via del Ferro non l'abbiamo percorsa, ma abbiamo percorso la parte alta, fino al passo, poi anzicchè "scavallare" in Svizzera e scendere in Val Morobbia, abbiamo tenuto la via del confine tornando per creste verso il Garzirola, senza raggiungerlo, per tornare al punto di partenza a Finsuè, frazione di Cavargna.
Questa parte del giro, merita, per il bei paesaggi.
trovi la nostra vecchia relazione e qualche foto qui:
http://www.hikr.org/tour/post16664.html
Ciao!

morgan hat gesagt: RE:
Gesendet am 4. Februar 2013 um 18:10
Grazie per la segnalazione. Non avevo dubbi che il percorso alto fosse piacevole e ben segnato. Tra i pascoli e le creste non serve la manutenzione dei sentieri. Con la frequentazione si conservano senza interventi. Nella parte bassa dove la crescita vegetativa è notevole la manutenzione è indispensabile. Peccato perchè la passeggiata sarebbe stata interessante su un percorso che, oltretutto, è di relativa recente ricostruzione.
Ciao ciao

gbal hat gesagt:
Gesendet am 4. Februar 2013 um 17:22
Anche io ho toccato con mano, nella zona sopra Crevegno, l'incuria e l'abbandono dei vecchi sentieri pur ancora segnalati sulla CNS e come te ho avuto i miei dispiaceri in termini di grosse difficoltà nel procedere. E' davvero un peccato che a fronte di una pubblicizzazione fatta dai pannelli e magari dalle Pro Loco ci si debba poi scontrare con una realtà pratica che inficia tutto ciò.
Cmq bravo a tentare di proseguire fin dove è stato possibile.
Ciao

morgan hat gesagt: RE:
Gesendet am 4. Februar 2013 um 18:29
Ero venuto a sapere che un gruppo di escursionisti svizzeri aveva organizzato un trekking sulla "Via del Ferro" partendo da casa loro. A detta di loro il tratto elvetico era bello e ben segnato, la parte italiana invece, bruttissima. Convinto che avessero sbagliato loro, sono andato a visionale il percorso e ho dovuto ricredermi. In questo caso, noi italiani, abbiamo fatto una figuraccia nei confronti degli svizzeri. Alla faccia del progetto transnazionale!
Ciao ciao.
Dario


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