Un canto alla primavera. Cimetta di Morisciolo da Gudo

L'inverno è una stagione splendida che offre grandi emozioni in montagna. Ma quando, come quest'anno, troppo si prolunga ci rendiamo conto che la nostra anima mediterranea aspira al caldo e al sole.

E così questa gita è dedicata al ritorno della primavera, a lungo agognato. Poco importa il percorso, fin banale per quanto volte l'ho già fatto; poco importa la prestazione sportiva anche se lo sforzo è comunque significativo per un sabato mattina e un po' d'allenamento fa' bene.

Quello che resta impresso nell'anima sono le luci, i colori e le emozioni di una bella giorrnata di primavera. Il canto degli uccellini nel bosco sopra Gudo e le verdi foglioline che sbocciano dagli alberi. Più su verso i Monti della Baggiana, il salire paziente dei boscaioli che si avviano a ripulire il sentiero dalla piante abbattute dalla neve, per rendere il percorso più agevole ai viandanti.

E ancora più in alto, alla fine di un sentiero che avvolge le sue spire ripidamente nel bosco, il dolce ripiano dei Monti del Laghetto avvolti in una luce solare, uno scorcio degno di un quadro di Segantini. E il caldo abbraccio del sole sui tornanti che seguono fra il 'paiòn' del color dell'oro. Poco oltre la grande faggeta mi accoglie con il suo abbraccio d'ombra e di fresco, preludio all'appartata conca dell'Alpe di Orino che appena si risveglia dall'inverno.

All'uscita del bosco l'Alpe di Morisciolo si staglia nell'azzuro del cielo, ancora circondata da un grande manto candido. Eppure anche la neve va incontro alla primavera e dal nevaio sommitale tanti rivoli d'acqua chiara sgorgano cantando. Il pendio sommitale è come una sintesi del cambio di stagione: il tiepido sole primaverile fonde la neve, mentre laggiù la vista si apre sul Verbano dove già fioriscono le camelie e i primi turisti passeggiano gustando il gelato.

La 'cimetta' è solo una gobba sulla cresta che porta alla vetta del Morisciolo, non si dà tante arie, ma ripaga con un panorama infinito, dalle Alpi alla Pianura Padana, dall'azzurro del lago alle cime alle mie spalle ancora rivestite da una corazza di ghiaccio, che anelano anche loro alla primavera. E dolce è sostare nell'erba e lasciare il caldo abbraccio del sole penetrare il corpo e lo spirito.

Ed infine, dopo tanti mesi a vagare con le montagne con le ciaspole, la primavera mi regala una grande corsa nei prati verso Mognone, finalmente leggero come un fanciullo e libero dal peso dello zaino; un po' il corpo fatica a ritrovare la leggerezza e l'agilità di un tempo. Lasciata l'ultima neve, man mano che scendo un caldo quasi estivo mi accompagna fino all'auto.


Primavera sui monti è arrivata
dalla piana già tutta fiorita.
Un fringuello quassù l'ha portata
da canto di gioia infinita.
portata un bel raggio di sole
per dar vita alle belle viole.
È arrivata, arrivata, arrivata!
Era attesa da tanto quassù;
e la cuffia di neve han gettata
stanchi i monti nel mare laggiù,
all'arrivo del dolce tepore
che risveglia alla vita e all'amore (F. Bova)