Lago di Carì (2256 m) - Skitour


Publiziert von siso , 22. März 2018 um 20:55.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:22 März 2018
Ski Schwierigkeit: L
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Pizzo Molare   CH-TI 
Zeitbedarf: 2:30
Aufstieg: 648 m
Strecke:Carì (1642 m) – Cassinello (1725 m) – Carì di Dentro (1742 m) – Alpe Carì (1806 m) – Brusada (1950 m) – Alpe Pro da Lei (2150 m) – Lago di Carì (2256 m) – Betulin du Lèi (2275 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2, uscita Faido – Chinchengo – Primadengo – Calpiogna – Campello – Molare – Carì.
Unterkunftmöglichkeiten:Capanna Prodör.
Kartennummer:C.N.S. No. 1252 – Ambrì-Piotta - 1:25000; C.N.S. No. 266 S – Carta scialpinistica Valle Leventina - 1:50000.

Prima escursione della primavera 2018 nel comprensorio sciistico di Carì, tre giorni dopo la chiusura degli impianti.

                                                                                                            

Inizio dell’escursione: ore 8:20

Fine dell’escursione: ore 10:45

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1022 hPa

Temperatura alla partenza: -6,5°C

Isoterma di 0°C alle 9.00: 800 m

Temperatura al Betulin du Lèi (2275 m), alle 10.15: 2°C

Temperatura al rientro: 2°C

Velocità media del vento: 8 km/h

Sorgere del sole: 6:24

Tramonto del sole: 18:40

 

Lo sciescursionismo e le escursioni con le racchette da neve sono state da almeno dieci anni due paia di scarpe in cui ho infilato con passione i miei piedi. Un passo dopo l’altro, queste due attività mi hanno portato a incrociare, con due diversi mezzi, pendii innevati, bocchette sferzate dal vento, croci di vetta ornate da neve gelata, omini di pietra forse più vecchi di me, libri di vetta con scritte sbiadite. Anche nei luoghi più remoti, quasi sempre ho avuto un incontro interessante con alpigiani o con escursionisti provenienti da paesi vicini o lontani. Il breve scambio di poche parole e di impressioni non è mai stato banale; in ogni caso è sempre stato intrigante, vista la comune passione per la montagna. Nelle lunghe salite in perfetta solitudine, avvolto da un piacevole silenzio, sono stato spesso travolto da valanghe di pensieri e di meditazioni. La montagna offre anche questi momenti propizi per riflettere intensamente e filosofare.

E che dire quando la traccia è condivisa da decine di escursionisti? A tal proposito ho sentito pareri molto discordanti: più volte alcuni alpinisti hanno manifestato tutto il loro disappunto per gli itinerari molto frequentati da gruppi numerosi di sciatori o racchettisti. Altri sostengono esattamente il contrario: “in montagna si sale sempre in gruppo, possibilmente in fila indiana”. Si devono condividere “fatica, soddisfazione per la meta raggiunta e possibilmente il pranzo pantagruelico nel rifugio, con un allineamento finale delle bottiglie svuotate”.

Io non sono così categorico e assolutista: apprezzo soprattutto l’escursione in solitaria, dove mi sento libero da ogni condizionamento (orari, itinerari, ritmi, soste, ecc.), ma apprezzo anche le gite classiche molto frequentate, come il Pizzo Lucendro all’apertura del Passo del San Gottardo. In questi casi mi sembra di partecipare ad una festa popolare, dove tutti sono cortesi e solidali; si sentono diverse parlate e si respira un’aria di internazionalità.

Ma ora torniamo all’attualità.

Da una settimana persiste un pericolo marcato di valanghe. Decido quindi di rifare la salita al Lago di Carì, questa volta con gli sci, seguendo le piste, ancora in perfetto stato.

È una situazione paradossale: all’inizio della stagione tutti implorano la neve e spesso i gestori degli impianti si lamentano per la scarsità della materia prima. Attualmente la neve è abbondante, in alcune zone supera i due metri; ciò nonostante la stazione è chiusa, anche se a mio avviso si potrebbe sciare almeno ancora per un mese. Forse i responsabili potrebbero considerare l’idea di spostare di alcuni giorni sia l’apertura sia la chiusura della stagione.

Alle 8:20 parto lungo la pista blu Stabbio, corrispondente anche alla pista per slitte. È un vero relax: non c’è in giro anima viva e la pendenza è modesta. Contrariamente alle aspettative, il fondo è ancora perfetto. Passo da Cassinello (1725 m), da Carì di Dentro (1742 m), dall’Alpe di Carì (1806 m) e dopo meno di un’ora di salita arrivo alla piana dove è ubicata l’Osteria Belvedere (1950 m).

Tiro dritto, tanto il ristorante è chiuso: niente caffè! Al curvone successivo, noto che le reti di protezione sono state in parte già rimosse. Questo mi conferma che l’impianto non sarà più aperto. Il leggero vento da nord mi permette una nitida visione delle catene montuose che delimitano la Leventina. Lo sguardo si alza spesso verso nord, ad ammirare il Pizzo d’Era (2618 m), una delle mie mete scialpinistiche preferite. Negli ultimi quattro anni l’ho sempre raggiunto, con grande soddisfazione.

Alle dieci arrivo al bacino che ospita il Lago di Carì (2256 m) e quattro minuti dopo al Betulin du Lèi (2275 m), sotto lo sguardo indiscreto della webcam.

Mi impressiona il lineare margine di distacco di neve, ben visibile sul ripido versante a nord  del lago, presso la Bocchetta Gana Rossa.  
 

                                Spettacolare panoramica dal Lago di Carì

Mi posso permettere di cambiare l’assetto in tutta calma, al sole e riparato dal Betulin, con una temperatura di 2°C.

Quindi affronto la discesa sulla pista, con neve molto compatta e dura come il cemento. Le lamine degli sci producono un sonante rumore simile a quello emesso nella preparazione della grattachecca romana.

 

Piacevole sciata a Carì, in quello che dovrebbe essere il giorno più bello della settimana.

 

Tempo di salita: 1 h 45 min

Tempo totale: 2 h 25 min

Tempi parziali

Carì (1642 m) – Brusada (1950 m): 55 min

Brusada (1950 m) – Betulin du Léi (2275 m): 50 min

Dislivello in salita: 641 m

Sviluppo complessivo: 8,6 km

Difficoltà: F

Coordinate Lago di Carì: 705'815 / 152'128

Copertura della rete cellulare: Swisscom buona

Soccorso alpino CAS: 117

Soccorso REGA: 1414

Libro di vetta: no


Tourengänger: siso


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