Pizzo di Campello (2660 m) – Tentativo
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Ultima escursione dell’estate 2016, prima dell’equinozio d’autunno previsto per oggi pomeriggio alle 14:21. Un persistente bancone di nebbia sulla cresta finale mi ha indotto ad interrompere l’ascesa al Pizzo di Campello alla quota di 2602 m.
Inizio dell’escursione: ore 8:15
Fine dell’escursione: ore 15:30
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1020 hPa
Temperatura alla partenza: 6°C
Isoterma di 0°C: 3100 m
Temperatura a Brusada, alle 14.21, ora dell’equinozio: 16°C
Temperatura al rientro:15°C
Velocità media del vento: 0 km/h
Sorgere del sole: 7:12
Tramonto del sole: 19:22
Parto da Prodör (1647 m), località a cinquecento metri da Carì, di buon mattino, con un cielo che promette sole splendente. È un giovedì tranquillo a Carì: gli escursionisti si contano sulle dita di una mano; sulle stradine vedo solo alcune signore che portano a spasso i cani. Gli unici rumori sono creati da alcuni operai edili, che stanno erigendo degli argini per contenere un torrentello.
Mi avvio dapprima verso la Faura di Düsbina, alla ricerca di funghi. Niente da fare, non ho fortuna! Dopo una decina di minuti di cammino ritorno sui miei passi e mi dirigo alla Capanna Prodör (1745 m) che non vedo più da decenni. È chiusa a chiave; un foglio plastificato appeso alla porta reca il numero telefonico dei guardiani Claudia e Elvezio, da chiamare per ottenere la chiave. Nel trogolo adibito a fontana ci sono delle lattine di birra e delle bottiglie di bevande dolci, a disposizione degli avventori. La cassetta con i soldi è appoggiata sulla stessa fontana. È un metodo che ho già visto nel Canton Grigioni, basato sulla fiducia nei passanti; è un bel gesto che fa onore ai promotori, presumo i proprietari del rifugio, ossia l’UTOE, Sezione di Molare.
A pochi metri dalla teleferica per il trasporto del materiale in capanna, trovo i segnavia con le possibili mete. Seguo quello per Brusada e per il Lago di Carì. Mi ritrovo sul Sentiero del Montanaro, un percorso didattico con 20 tavole, che in inverno è riservato agli utenti con le racchette da neve o con le pelli di foca. Fra i vari animali alpini illustrati, mi incuriosisce il francolino di monte (Tetrastes bonasia), forse il meno citato sui vari sentieri tematici che ho percorso. La specie non fa parte degli uccelli cacciabili in Ticino. Alle mie spalle osservo la solita parata di creste montane che vanno dal Pizzo Forno al Pizzo Campo Tencia, al Pizzo Canà, al Pizzo del Prévat…
In mezz’ora di cammino dalla Capanna Prodör arrivo al Ristorante Belvedere di Brusada (1950 m) con un sole splendente e un’aria freschissima. Tutto tace: non ci sono né persone né animali, né insetti molesti.
Continuo la camminata seguendo la pista di sci no. 2, che dopo un ampio semicerchio verso Est, punta dritto al Lago di Carì passando dal corte Pro da Lei (2150 m). Nel frattempo, alcuni banconi di nebbia si stanno insediando sulla cresta che desidero raggiungere: non ci voleva!
Dopo 45 min dalla partenza da Brusada pervengo al Lago di Carì (2256 m), avvolto dalla bruma autunnale. Un centinaio di metri mi separano dal punto d’arrivo della seggiovia e del noto Betulin du Lèi (2275 m), ovviamente chiuso. Sono sorpreso nel vedere i seggiolini della seggiovia esposti alla mercé delle intemperie; nelle altre stazioni sciistiche, in estate vengono riunite in un apposito locale coperto.
Lasciato l’impianto di risalita mi avvio verso Est, sul sentiero per la Capanna Gana Rossa, a circa 1 h di cammino. Giunto ai piedi del ripido versante che conduce alla Bassa di Canariscetto abbandono il sentiero e risalgo il pendio su un percorso libero, sfruttando di tanto in tanto delle tracce di pecore. È una mezz’ora di fatica pura, ampiamente ripagata dal panorama che mi si offre sulla Valle di Santa Maria e sull’Adula, ricoperta da una bianchissima spolverata di neve fresca. Mi seduce anche il contrafforte che precede la Cima di Gana Rossa (2565 m), le guide la danno a soli 20 min, con difficolta PD.
Piego a sinistra e cerco un percorso logico in direzione del Pizzo di Campello. Una freccia rossa disegnata sulla roccia indica il punto d’attacco, posto tra due creste rocciose. In alcuni posti è indispensabile l’aiuto di entrambe le mani; i bastoncini sono d’impiccio. Procedo con prudenza seguendo solo in parte il filo di cresta, con deviazioni sul versante meridionale, che presenta alcuni passaggi un po’ esposti intercalati da sentierini di pecore. Superato uno sperone a circa 2600 m di quota mi si presenta un tratto più pianeggiante che precede l’erta terminale. Purtroppo ho la sorpresa di vedere un bancone di nebbia che ricopre proprio la parte di salita finale. Aspetto pazientemente per alcuni minuti; niente da fare è persistente. Decido allora saggiamente di rinunciare alla conquista della vetta: meglio portare a casa la pelle!

Cresta ESE del Pizzo di Campello
Ritornato alla Bassa di Canariscetto volgo lo sguardo sul ripido pendio, circa 200 m di dislivello, che si spegne gradualmente in prossimità del sentiero proveniente dalla Capanna Gana Rossa. Lo ripercorro fino a Brusada, quindi decido di scendere lungo la sterrata, passando da Stabbio (1806 m), il corte principale dell’Alpe Carì, da Carì di Dentro, da Fragera, da Cassinello e da Carì.
Escursione a cavallo fra l’estate e l’autunno fino ad un soffio dalla cima del Pizzo di Campello, con partenza e arrivo a Prodör, il “prato sull’orlo, sul ciglio, sul poggio…”
Tempo di salita: 3 h 25 min
Tempi parziali
Prodör (1647 m) – Capanna Prodör (1745 m): 15 min
Capanna Prodör (1745 m) – Brusada (1950 m): 30 min
Brusada (1950 m) – Lago di Carì (2256 m): 45 min
Lago di Carì (2256 m) – Bassa di Canariscetto (2488 m): 1 h
Bassa di Canariscetto (2488 m) – Pizzo di Campello (2660 m): 30 min
Pizzo di Campello (2660 m) – Carì di Dentro (1742 m) – Prodör (1647 m): 3 h
Tempo totale: 7 h 15 min
Dislivello in salita: 955 m
Sviluppo complessivo: 14,7 km
Difficoltà: T3+
Coordinate Pizzo di Campello: 706'545 / 152'580
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
Soccorso alpino CAS: 117
Soccorso REGA: 1414
Ambulanze (urgenze): 144
Libro di vetta: no
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