Rupe del Gesso

Da uno sguardo alle numerose relazioni afferenti alla meta odierna, la quotazione prevalente con ciaspole è WT2, tuttavia, saranno state le condizioni generali o la mia condizione particolare, ho avuto la netta percezione di un WT3 che ufficializzo in questa relazione.
Proverò di seguito a spiegarne le ragioni.
In un ambiente azzurrino giungo a Riale alle 7.30 e trovo il parcheggio gremito di un CAI intento nei preparativi per una skyalp. I partecipanti non sono meno di cinquanta!
Di gran carriera mi metto in  moto per evitare rischi di imbottigliamento, cammino su asfalto sino al noleggio sci dove mi ciaspolo e comincio a salire seguendo la facilissima strada innevata che sale con comodi tornanti sino al Maria Luisa. Le avanguardie del citato gruppone, tagliando i tornanti, spesso mi raggiungono ma poi sono costretti ad attendere gli altri, così, dopo circa un'ora giungo al bivio per il lago Castel in quasi completa solitudine.
Sin qui ho camminato piacevolmente su difficoltà WT1, la salita al Castel sarà WT2. Essa si intrapprende girando a destra poco prima del rifugio, quando la diga sul Toggia è già ben visibile. La salita è piuttosto ripida ma la pista abbastanza battuta, perciò in breve arrivo all'invaso ancora completamente gelato e dominato dall'omonimo monte.
Punto ora a nord sempre su buona traccia verso la baita dell'alpe Castel, la raggiungo e seguo un gruppetto di escursionisti. La loro traccia ad un certo punto mira la bocchetta di Val Maggia, mentre io continuo dritto (e abbastanza in piano) verso nord puntando il panettone della Rupe del Gesso.
Da questo punto la neve (ancora sufficientemente portante) è tutta da battere. Mi trovo sull'altopiano del Boden dove vi sono due laghi che, causa innevamento non sono distinguibili; probabilmente ci ho camminato sopra.
Giunto alla base della Rupe, occorre che risalga un pendio molto erto puntando una selletta che separa la cima principale da un suo contrafforte a destra. La pendenza continua ad aumentare così come il vento. Mi giro e noto il suddetto gruppetto che rinuncia alla Bocchetta. Niente di incoraggiante, insomma. Alzo allora la testa e noto pendii molto inclinati sovrastati da cornici molto sporgenti e per nulla amiche.
Sono completamente solo ma continuo ad arrancare sul pendio che si fa ora gelato sino a giungere sotto la selletta dove una cornice di un paio di metri ne ostruisce l'accesso. Sono allora costretto ad abbattere parte della stessa e scalinare questi metri per uscire finalmente sulla dorsale che adduce alla vetta.
Le difficoltà sono finite ed io penso che queste siano difficoltà WT3.
In breve sono in cima dove c'è una piccola croce ed un panorama immenso. Il cielo si è schiarito, c'è sempre vento ma anche un gran sole.
Qui è bello da far girare la testa sino a star male.
Ci vorrebbe gente come il bravo Max64 per riconoscere tutte le vette. Io ci proverò con alcune sulle foto, se sbaglio, grazie per correggermi.
Dopo una breve pausa, comincio la discesa. Per superare la cornice mi tolgo le ciaspole sì da creare delle acquasantiere con i talloni, poi la discesa del pendio non presenta difficoltà perchè la neve si è smollata. Per questo, tuttavia, tolgo il disturbo il più velocemente possibile perchè quello che ho sopra la testa non mi piace affatto.
Con un po' di sfondamenti rientro più o meno per la stessa via al Maria Luisa e poi, del tutto rilassato mi abbasso a Riale sulla pista battuta dal gatto dove incrocio ogni genere di mondo (anche in MTB).
L'automobile mi aspetta al parcheggio da 5 ore abbondanti, ci salgo e torno a casa, al solito felice.
Tempi comprensivi di circa trenta minuti di pause totali.
Sviluppo: 16 km circa; SE: 24 km circa.