Piccole Dolomiti Bresciane atto II°. Monte Breda.
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Menek66:
Dopo la bella camminata di domenica scorsa, eccomi di ritorno in zona Lago d’Idro, oggi da queste parti il tempo dovrebbe tenere, e con i miei soliti soci tentiamo la salita al Monte Breda, passando ( e perlustrando) per la laterale Valle di Levras… proposta accettata e via!
Parcheggiata l’auto in prossimità di una condotta idraulica, risaliamo subito la breve ma ripida scalinata che oltrepassa la centrale, imbocchiamo l’evidente sentiero, e sempre in maniera ripida proseguiamo il nostro cammino seguendo la bollatura Cai posta ora sugli alberi ora sulle roccette.
E’ un lento incedere, la pendenza non permette grandi velocità, oltrepassiamo una centralina elettrica che alimenta un ripetitore telefonico, ed in bella mezzacosta ombreggiata ci portiamo sino alla Cascina Pozza; qua non fatevi ingannare dalla bollatura rosa presente sugli alberi, già quattro pirla hanno girato a vuoto per qualche minuto, quindi… oltrepassate la cascina seguendo la bollatura Cai, perdete leggermente quota passando un avvallamento boscoso, e poco dopo riprendete a salire senza troppo impegno, passate una postazione militare e dopo poche decine di metri, trovate la palina ( w.p. bivio quota 997) con la deviazione per Bagolino (405), la ignorate, e proseguite mantenendovi su una sorta di dorsale. Il bivio lo ritroveremo quando saliremo dalla Valle di Levras .
Dopo aver passato il primo vero belvedere sul lago, il sentiero ci riporta nel bosco, ed essendo nella parte ombrosa a nord del Breda, troviamo un po’ di neve che rallenta il nostro passo. Non una grande quantità, ma piuttosto scivolosa, ma per fortuna nostra in questo tratto non c’è alcun pericolo.
Dopo aver oltrepassato anche questo bosco, ci aspetta ancora un breve tratto di cresta abbastanza sgombero da neve e con vista lago; fatti un paio di tornanti leggermente esposti, sbuchiamo su un dosso soprannominato Piana dei Bandì, questa è un sorta di anticima del Monte Breda. Non fatevi ingannare.
Oltrepassata la colma, il sentiero prosegue in mezzacosta a volte fortemente esposta, ma qua non essendoci neve, proseguiamo il nostro cammino senza grandi intoppi. Neve che troviamo invece sull’ultimo strappetto prima della nostra meta… anche qua pochi tornanti, ma da fare con attenzione quando la neve abbonda o è instabile. Noi per evitare guai, abbiamo camminato dandoci alcuni metri di distanza l’uno dall’altro (vecchie Volpi eh eh )… ovviamente Mauro C. l’abbiamo lasciato per ultimo, visto che il suo peso da Bue Muschiato, avrebbe potuto procurarci guai! Evvai… Monte Breda!!!
Purtroppo oggi non è la giornata migliore per fare le foto, ma vi assicuro che la vista è di tutto rispetto, e anche la piccola croce di legno posta in vetta , non storpia il paesaggio. Giusto il tempo di mangiare due cose e si riparte, si è levata un’arietta frizzante che è meglio schivare visto le nostre schiene sudate… Certamente, un’arietta non paragonabile alle “ariette” del nostro amato Mauro!
Dopo avere valutato un po’ la situazione, decidiamo di esplorare un po’ la zona e di ritornare alla macchina facendo una sorta di giro parzialmente ad anello, grandi indicazioni in rete non le abbiamo trovate, ma a cose fatte siamo in grado di aiutarvi qualora vogliate rifare il nostro giro.
Ripartiti dal M. Breda, siamo scesi a nord sino al sottostante roccolo, già visibile dalla cima, da lì abbiamo piegato in maniera decisa verso destra seguendo le indicazioni poste su una palina e sugli alberi (senza neve che nasconde tutto, la bollatura è presente anche sulle roccette) , abbiamo seguito istintivamente una sorta di traccia che ci ha fatto perdere quota in maniera decisa, abbiamo passato due paline proseguendo sempre per la discesa, e dopo una dura lotta con la neve bella spessa, siamo giunti in uno slargo adibito ad area pic-nic. Questo fantastico sentiero è la variante 404, un luogo selvaggio e oggi assolutamente deserto.
Qua noi ci siamo fermati a fare un briefing, le poche ( e sgarruppate) dritte trovate in internet, dicevano che avremmo trovato un cartello con le indicazioni, cartello che ovviamente è inesistente. Un po’ di scoramento ci ha assalito, sappiamo che questo sentiero sbuca a Bagolino, quindi molto fuori zona, ma le alternative sono pari a zero! Prima di riprendere la marcia, non vi dico la “scena” che ha fatto Mauro C. … Preso dal panico, ha cominciato a battere i piedi in terra, come fa il mitico Angus Young quando suona la chitarra, e dopo averci sfanculato, ha chinato il suo rassegnato testone da Orso Marsicano. Comunque da qua noi abbiamo fatto così: proseguendo verso destra per l’evidente sentiero (404) , abbiamo costeggiato per dieci minuti il Rio Levras, arrivati alla baita della forestale (attrezzata per pic-nic) in località Levras, abbiamo oltrepassato il torrente ( foto 16), ci siamo riportati sulla destra del rio , e fatti cento metri di strada, miracolosamente sulla destra abbiamo trovato il sentiero con la palina che c’ha riportato con comodi tornanti, sino al bivio dell’andata (bivio quota 997), da qua per medesimo sentiero fatto al mattino, siamo ritornati alla macchina.
Nota 1) Bellissimo giro che mi sento di consigliare, senza la neve che scassa la uallera, si può prolungare a piacimento l’escursione, passando zone selvagge e poco frequentate… almeno in questa stagione. Panorami appaganti e montagne pinnacolose sono il quid di questo giro. Alla prossima Amici!
Nota2) Cose a caso & Dilemmi della vita:
Buona scuola? La Gelmini insiste: Ma allora, quand’è che finiscono il tunnel tra il Cern e il Gran Sasso?
Così disse “Quelo”: Se è calcio… rete, se è ostia… prete, se è birra… sete!
Calcio fantasy, i risultati: Padania : Paperopoli = 1-2.
Vecchia ma sempre buona 1: Scatta l’ora legale… panico in Forza Italia!
Vecchia ma sempre buona 2, antiproibizionismo: Allargato a sei corsie il tunnel della droga.
Nota 3): Eric ha voluto dedicare a Giusy e Isi una poesia per suggellare l’amicizia… eccola:
SORELLE.
Sfruttando la mattina appaiono più belle,
a mezzogiorno sai si senton pupulzelle,
ma quando arriva sera… ritornan raganelle.
Sorelle,
si mettono il grembiule e impastano frittelle,
risciacquano la crema da luride padelle,
e frullan come matte ridendo a crepapelle.
Sorelle,
si credono cavalle ma sono solo selle,
fanno la verticale pensando di esser snelle,
e misurano le cime con solide bindelle.
E dopo queste rime ho detto, son gemelle! Ma invece sono solo, due cazzo di Sorelle!
A La Prochaine! Menek und Olmo.
To Mauro "Angus": https://www.youtube.com/watch?v=zakKvbIQ28o
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