Arbola (Ofenhorn)...Cust - Ofenjoch - canale sud est
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Mercoledì 23 – l' appuntamento con Mau era per il Pizzo Bianco.
....lo avevo fatto anni fa, non ero così entusiasta di ripeterlo.
Martedì sera - un messaggio sibillino: “dai, troviamoci al Margaroli”.
Amici, non proprio della zona, cogliendo al volo la finestra di bel tempo, sono a girellare dalle mie parti.
Sarebbe un piacere rivederli e pensando che sabato non potrò muovermi, domenica danno un tempo improponibile......ci faccio un pensiero.....
ore 5.30 – ritrovo a Gravellona City.
...allungo la nuova proposta con una mezza idea di percorso per il giorno successivo......cazziatone di Mau "allora potevamo partire più tardi"......per lui che mal digerisce l' antelucano....eps!!!
Con gli scivoli, da tanto tempo, mi sarebbe piaciuto tornare in quella zona della Formazza, dove anni fa, era stata mia curiosità, farci un giro a piedi.
Curiosità nata anche dalla lettura delle esplorazioni approfondite, fatte ai tempi, da un certo signor Arthur Cust e da personaggi della sua stessa caratura, il reverendo
W. A. B. Coolidge (quanti canali) e Riccardo Gerla un vero mito per le popolazioni autoctone, tanto da chiamarlo, l' apostolo dell' Ossola.
Si parla di Formazza, Formazza di oltre un secolo fa.
Per i tempi, ancora più isolata e non ancora intaccata dagli importanti interventi umani, climatici e ambientali che in seguito, l' avrebbero interessata.
In particolare, nella mente, mi era rimasta una traversata che il signor Arthur Cust, fece il 7 settembre del 1880:
“passata la notte nei casolari di Lebendun, sale con qualche difficoltà, un canale nevoso sul lato orientale del Ghiacciaio del Forno, raggiunge un' apertura sulla cresta SE della Punta d' Arbola, a cui da il nome di Ofenjoch. Si spinge fin sulla vetta. Ritorna al passo, traversa il ghiacciaio d' Arbola e varca il confine ad un intaglio nella cresta SO Eggerscharte. Poi rimonta al Passo d' Arbola e ritorna all' albergo alla Frua in quattro ore.....”
Apperò!!!
….ciuspete Signor Cust, oltre che grande esploratore, lei, di certo, teneva una gran gamba......
L' Alpe Curzalma e dintorni.....la descrizione di quel canale come itinerario alternativo all' Arbola, per me che ne subisco il fascino, era già un buona idea e valido motivo per farci una visita. L' idea prende forma fattibile, quando leggendo le parole di Marco, il grande Marco Maffeis, autore del libro Scialpinismo - Valsesia Monte Rosa, mi danno la conferma che si può fare...si fa.... anche lui aveva subito il fascino di Curzalma....grazie!
Il percorso l' ho riportato sulla cartina. Mau, non era mai passato nel Vallone di Nefelgiù, per scarsità di neve da Canza e il non voler risalire la pista del Sage, concia anche per taglio di alberi (saputo dopo), la soluzione migliore.
Per evitare il noioso e scomodo traverso sopra il lago, soprattutto se ravanato da valanghe, siamo saliti più in alto, sul percorso classico ai Corni di Nefelgiù.
Dal traverso, sciando i bellissimi pendii sottostanti, ci siamo immessi nello stesso per risalirlo.
Prima del passo, in altre occasioni avevo rimirato quel “lato b” dei Corni, pendii che mi avevano lasciato la voglia....”un giorno ci farò un giro”.....e giro è stato. Siamo saliti fino a quota 2820 circa, dove lo sguardo, scavalcando la cornice, poteva vedere l' altro lato della valle, Arbola compresa.
Ancora una bella discesa su liscio pistato e poi su firn perfetto ci ha portati al Margaroli.
Piacevoli ore con gli amici, crogiolati da un sole che, a dispetto delle previsioni, peggioramento pomeridiano, non dava tregua....un motivo per mitigare la caldazza? del buon rosso fresco....
....il giorno dopo, la grande emozione di salire l' Arbola per questo nuovo, intrigante itinerario....semplicemente splendido, le foto lo raccontano meglio.
Forse, l' unico piccolo dispiacere di questo giro, se di dispiacere si può parlare, con tutta quella “tanta roba”, il canale che, salvo la parte finale, in buone condizioni (uscita attualmente superiore ai 50°), per il resto era ravanato da blocchi duri di valanga.
Per la salita non hanno creato grossi problemi (rampozzi), sicuramente avrebbero penalizzato fortemente la discesa. Con i pendii lisci di firn da tracciare, abbiamo preferito goderci la sciata.
Canale a parte, diversificando dalla normale, rimanevano due possibilità di discesa. Abbiamo optato per quella più diretta alle Torri del Vannino che per bellissimi pendii, ci ha riportati a Curzalma.
La seconda? nostro interesse, sarà percorrerla anche in salita.....l' idea di tornare da queste parti c' è .....una volta, non è a basta!
Saliti nuovamente al Passo di Nefelgiù, sceso il vallone, abbiamo ripellato alla quota 2447 e per il canale NE dell' Ilfe siamo scesi a La Frua. Stando alti sopra l' Albergo Pernice è possibile sfruttando in parte la pista da fondo, tornare sci ai piedi a Riale.
Ringrazio Mauro per la disponibilità al mio "cambio". Contenta che anche lui abbia apprezzato il percorso, doppiamente contenta che sabato in tre orette, abbia battezzato il Pizzo Bianco, non mi verrà più proposto....yeah....liberazione!
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