Cento milioni di anni fa, mentre famelici velociraptor e protoceratopi si scannavano per la sopravvivenza, il Resegone emergeva solenne dalle acque, figlio dell'accoppiamento meticcio tra la zolla eurasiatica e quella africana.
Il Sahara era bagnato da grandi fiumi, l'Erg costellato da laghi e dagli antenati dei cammelli. Che c'entra il cammello con il Resegone?
Il cammello a volte entra nella cruna dell'ago, solo quando il tuareg sta dormendo e sognando la serendipity.
E' la parola del giorno, la magica espressione che rappresenta la riuscita inaspettata delle imprese guidate dalla slot machine del caso.
Simile ad un processo biochimico, quando tre menti diaboliche (io, Luca e Paolo - no camera cafè ) vengono messe a contatto, possono scatenare situazioni inaspettate.
La nostra intenzione era quella di guadagnare la cima del Resegone via ferrata del Centenario, ma con il nostro incedere guascone e ciarliero siamo finiti per inanellare anche la De Franco Silvano senza accorgercene!
Melius abundare quam deficere. Signori e signore i saldi estivi sono iniziati, Monte Resegone più due ferrate al prezzo di una, cinquanta per cento di sconto. Divertimento garantito.
Una domenica di giugno, la cornice perfetta per l'evento. La salita attrezzata del Centenario, abbondantemente cosparsa di scalette, è ripida ma relativamente facile, quindi alla portata di qualsiasi umano dotato delle più elementari abilità scimmiesche.
L'uscita presso il Pian Serrada, un altopiano di sapore andino, regala il panorama sul lago inondato di sole.
La ferrata De Franco Silvano è tutta un'altra storia, come fumare un sigaro cubano dopo una sigaretta elettronica al ginseng. Sparite le staffe, rimangono solo le catene.
Contrariamente alla loro accezione semantica qui significano libertà, libertà finalmente di prendere la roccia tra i polpastrelli e sentire la ruvida consistenza della montagna. La difficoltà schizza da 1.8 a 2.7 in una scala a me sconosciuta.
Ora il protagonista non è più il ferro dei graffettoni della "Centenario" , bensì la roccia dolomia nelle sue eleganti tonalità di grigio. Cerco di evitare la catena, in favore degli appigli naturali.
Da molto tempo non avevo un téte a téte c on la parete e, dopo il primo tratto errori di sistema, mi avvisano che devo aggiornare il software alla versione 3.0
Dopo uno scandisk cerebrale vengono alla luce come squarci tra le nuvole dense dei ricordi gli insegnamenti del mio istruttore Rasta di arrampicata ( ciao Papik!) .
I wanna jammin' with you...
Nella mia mente prendono forma le sue frasi perentorie: bacino contro la montagna come se dovessi fare sesso con lei, arrampica non solo con le braccia, con tutto lo scheletro ...sì, ma ci sono ottanta chili di carne intorno!
Abbraccio avidamente la parete, tasto ad ogni presa ed esploro la superficie fino a quando le mie dita si insinuano in una fessura grippante, che mi permette la progressione.
La pelle frastagliata del Resegone è l'ideale per il climber.
Guardo sopra di me Paolo, un vero angelo custode, il cui procedere spedito infonde sicurezza. So che è in grado di fare un mezzo barcaiolo ad occhi chiusi, atto che per me rimane un vero gioco di prestigio.
Luca, qualche metro più sotto, ogni tanto scatta qualche foto per il suo personale book sulle ferrate.
Ormai sto assimilando la sua duplice teoria sui nostri limiti, cioè che devono essere prima raggiunti e poi, in preda ad una inquieta forma di curiosità metafisica, superati.
L'arrampicata è divertimento puro, essenziale, procedere in verticale contro la maledetta forza di gravità è una redbull per l'autostima, un'aspirazione verso l'alto sempre presente nell'uomo.
Poco prima dell'uscita ho un momento di blocco appeso ad una parete strapiombante, le braccia cominciano a perdere forza. Grazie alla pazienza dei miei compagni e a qualche minuto di recupero anche l'ultimo ostacolo è superato. Arrivo all'uscita sgambettando, esibendomi anche in improbabili spaccate per la sosta. In realtà è l'unica posizione che conosco per restare sospeso in un camino.
Siamo in cima. Le facce soddisfatte dei miei due amici valgono più di mille parole.
L'enorme croce gotica sulla sommità del Resegone è una vera offesa allo stile delle cime, semmai ne esistesse uno. Nel mio intimo credo fermamente che prima o poi la crociata di liberazione delle vette, dopo quella dei nani da giardino, avrà luogo. Il movimento per ora è sotterraneo, come il regno leggendario dell'Agarthi, sento però che il momento della rivoluzione sta per arrivare.
Tremate fabbri di montagna!
Se non farò la fine del Conte di Cagliostro rinchiuso a vita per eresia, quel giorno siete tutti invitati ad un brindisi con il mio cocktail preferito, il lebowski on the rocks.
soundtrack: "Jammin " Bob Marley
http://www.youtube.com/watch?v=zDMNnyGm0gQ
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