Monte Preàola - Orrido di Nesso


Publiziert von rambaldi , 29. Mai 2013 um 22:26.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:26 Mai 2013
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1200 m

Escursione ad anello sulle cime che sovrastano Nesso. Partenza dalla frazione Careno dove dal centro del paese parte una ripida mulattiera che sale ai monti di Careno. Ai monti dobbiamo fare attenzione nel trovare il sentiero corretto, quello che porta alla bocchetta che divide monte Preàola dal monte di Palanzo. Abbiamo due carte la CSN e la carta della comunità montana del Triangolo Lariano che descrivono l'itinerario in modo sostanzialmente diverso. Scegliamo di basarci sulla carta della comunità montana ipotizzando che sia più precisa ed aggiornata. E' possibile consultarla sul link:

http://www.cmtl.it/gis/DownloadMaps.aspx

 

Evitiamo quindi di imboccare il sentiero che scende verso Faggeto Lario, con segnavia strada Regia, e troviamo, come previsto, a monte delle baite, una mulattiera che secondo la carta sale verso la bocchetta posta tra Preàola e Palanzo. Unica attenzione mantenere la destra al primo bivio che troveremo.

 

Saliamo, la mulattiera appare abbandonata. Poniamo attenzione a trovare il bivio. Lo individuiamo grazie anche ad una palina segnavia dove però non vi è alcun cartello.

 

Proseguiamo lungo la mulattiera. Il selciato è ancora in buone condizioni ma in parecchi punti ci sono pietre e alberi schiantati. Quasi ovunque ci sono germogli di piante che la stanno restituendo al bosco. A fondo valle scorgiamo un capriolo che ci minaccia con rochi latrati: probabilmente è una madre che cerca di proteggere il piccolo.

 

Ad un certo punto in corrispondenza di due ruderi la mulattiera termina ed il percorso viene a coincidere con il fondovalle. Mi decido a verificare sulla carta se i ruderi sono segnati ma non vedo niente. Attorno ai ruderi delle grosse pietre sono disposte in direzioni ortogonali, come ad individuare dei poderi. Però i muschi e la vegetazione hanno ormai inglobato il tutto.

 

La direzione è obbligata ma non vediamo più il sentiero, prima di proseguire facciamo quindi un'esplorazione a ventaglio per evitare errori e troviamo leggermente a sinistra dei ruderi una traccia molto profonda. Non riusciamo a capire con sicurezza se sia un sentiero o il letto di un torrente. Risalendola, dopo poche decine di metri, pare ritornare ad essere più simile ad un sentiero.

 

Pur essendo ancora immersi nel bosco abbiamo la sensazione di essere ormai vicini alla cresta e attirati dal sole decidiamo di abbandonare quello che abbiamo 'deciso' essere il sentiero risalendo la valle direttamente a destra lungo un'altra esile traccia.

 

In breve siamo sulla dorsale dove notiamo un nocciolo che visto da lontano pare essere potato a siepe. Ci sembra strano visto che siamo in un posto dimenticato dall'uomo. Avvicinandoci invece è proprio così: arriviamo in un roccolo per l'uccellagione, ben tenuto, con ancora parecchie gabbie per gli uccelli da richiamo e alcune intelaiature in legno fra le piante.

 

Superato il roccolo in breve usciamo sui pascoli, in base a quello che ricordo della cartina (non la riapro perché è troppo grande e scomoda) mi aspetterei di sbucare in cima al monte di Palanzo ma sotto di noi non vediamo Faggeto Lario: strano. Sbuchiamo infatti già in vetta al monte Preaola, che era il nostro obbiettivo non mi quadra però come ci siamo arrivati.

 

Lo capirò solo al ritorno confrontando la carta della comunità montana con la CSN.

Dimenticate subito le mie 'paturnie' topografiche in vetta ci godiamo il bel panorama arricchito dal contrasto tra verde tenero e il bianco della spolverata di Neve caduta tra Venerdì e Sabato.

 

Visto che siamo in anticipo sui tempi decidiamo di scendere alla bocchetta di Lavignac, dove in teoria sarebbe dovuto sbucare il sentiero di valle. Al posto di puntare direttamente alla bocchetta Sciff risaliamo il monte di Palanzo, dove vediamo da vicino un altro capriolo. La fuga dell'ungulato è però immediata: niente foto ricordo.

 

Prima di scendere verso I piani di Nesso e la val Nosè bighelloniamo un po' sulla dorsale fino alla bocchetta di Caglio dove abbiamo un'ottima vista sulle Grigne. Alla bocchetta di Nesso ci imbattiamo in un gregge dove ci sono anche parecchi asinelli, uno più peloso dell'altro. Dopo questi giorni di freddo pare si godano il sole anche loro.

 

Per la discesa ci sarebbero due possibilità: la prima, più diretta, alla bocchetta di Sciff, dove vediamo anche dei segnavia. La seconda, più lunga, dovrebbe partire poco prima della bocchetta di Nesso. Visto che anche qui ci sono discrepanze tra quanto segnato sulla cartina e i sentieri che troviamo sul terreno decidiamo di scendere dalla via segnata per evitare di allungare troppo l'itinerario.

 

Imbocchiamo il sentiero alla bocchetta Sciff. Per un lungo tratto procede quasi in piano delimitato da piante secolari: pare un 'sentiero alberato' visto che le piante del resto del bosco sono molto più giovani. Come previsto troviamo un bivio a destra che indica 10 minuti ai piani di Nesso. Visto che abbiamo un certo languorino decidiamo di deviare in modo da fermarci a mangiare al sole. Arrivati ai piani troviamo della panchine su cui sostare immerse in un verde incredibile. Verrebbe voglia di allungarsi per una siesta, ma il nostro tempo è tiranno.

 

Dopo la pausa ripartiamo, nel frattempo ho trovato un altro segnavia che indica Nesso per la val Nosè senza dover risalire verso il sentiero diretto. Decidiamo quindi di imboccare la nuova direzione. Dalla carta sembrerebbe si debba percorre un breve tratto su asfalto per poi deviare subito a sinistra. Visti i precedenti stiamo molto attenti ad eventuali sentieri o segnavia. Il tratto su asfalto è molto più lungo del previsto, arriviamo ad un bivio stradale dove i segnavia, nascosti tra l'altro dalla vegetazione, indicano tutto tranne Nesso e la val Nosè. Ci risiamo!

 

Non ci va di risalire e decidiamo di imboccare l'unica mulattiera che non ha indicazioni. Dopo pochi metri incontriamo un gruppo di escursionisti che ci confermano di essere saliti lungo la val Nosè. Visto che l'ultimo dubbio dissipato scendiamo rapidamente verso Nesso alternando tratti selciati a tratti con fondo in cemento. Poco prima di arrivare a Nesso superiamo il torrente su un suggestivo ponte in pietra a due campate che ha la particolarità di poggiare su un masso erratico. Ottimo esempio esempio di integrazione tra natura ed architettura. A valle del ponte il torrente forma una piccola vasca che ci pare eccezionale per un fresco bagno estivo.

 

Scendiamo lungo gli stretti vicoli di Nesso lambendo I due torrenti che formano l'orrido. Giro ad anello fino al ponte che supera a lago il fiordo formato dall'orrido. Non abbiamo più tempo di tornare a Careno seguendo la strada Regia, percorriamo quindi la provinciale che fortunatamente in questo tratto ha un marciapiede.


Tourengänger: rambaldi
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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Panoramix hat gesagt:
Gesendet am 30. Mai 2013 um 18:47
Beh secondo me hai compiuto una vera e propria impresa escursionistica: questa tua relazione penso verra' stampata da molti che frequentano queste zone.

rambaldi hat gesagt: RE:
Gesendet am 30. Mai 2013 um 21:56
Grazie del complimento. La zona non mi pare sia molto frequentata. L'escursione attraversa ambienti vari e suggestivi. Però la maggior parte del percorso si sviluppa nel bosco: probabilmente non a tutti piacerebbe.

ciao


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