Monte Sant’Agata (940 m)


Publiziert von siso , 20. Mai 2013 um 12:20.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Sottoceneri
Tour Datum:19 Mai 2013
Wandern Schwierigkeit: T1 - Wandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Monte Generoso 
Zeitbedarf: 2:45
Aufstieg: 458 m
Strecke:Parcheggio a Rovio (485 m) – Casotto di Salera (796 m) – Monte Sant’Agata (940 m) – Casotto di Salera (796 m) – Alpe Bogo (757 m) – Cerro (673 m) – Rovio (485 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Mendrisio – Melano – Rovio.
Unterkunftmöglichkeiten:Rovio
Kartennummer:C.N.S. No. 1353 – Lugano - 1:25000; Carta turistico – escursionistica Basso Ceresio – Lario Comasco (Strade di pietra no. 1) – 1:30000.

Escursione nel comune di Rovio, Röv in dialetto, i cui abitanti sono soprannominati “Gatt”.

Sullo stemma comunale di Rovio è rappresentato proprio un gatto nero in posizione eretta.

 

Inizio dell’escursione: ore 11:10

Fine dell’escursione: ore 14:00

Temperatura alla partenza: 14°C

Temperatura al rientro: 16°C

 

Le mutevoli condizioni meteo non mi invitano all’abituale escursione sulla neve. Tuttavia, non mi va di rimanere fermo in questo lungo fine settimana di Pentecoste. Opto per una passeggiata senza grandi pretese sulle pendici occidentali del Monte Generoso. La affronto comunque con occhi curiosi, senza quella maledetta fretta smaniosa che ci rende superficiali. Al Monte Generoso non ci si deve avvicinare come ad una palestra per allenare i muscoli, bensì come ad un luogo privilegiato dove scoprire testimonianze storiche, culturali ed ecologiche.

Dal parcheggio all’inizio del villaggio già si percepisce la multiforme natura del territorio comunale di Rovio. Volgendo lo sguardo a Sud si gode di uno splendido e rilassante panorama sul Basso Ceresio, con le località di Capolago (comune di Mendrisio) e di Riva San Vitale. Per contro, alzando gli occhi verso Est, si è colpiti dal paesaggio selvaggio e impervio della dirupata parete ovest del Monte Generoso, un’impressionante serie di bastioni calcarei, grotte carsiche e una miriade di vallette a V coperte da fitta vegetazione. Oggi il paesaggio è reso ancor più austero da minacciosi nuvoloni che coprono le varie cime del massiccio.  

Già dopo pochi passi mi imbatto nelle prime curiosità: una serie di sei sarcofagi tardoromani adibiti a vasche e abbeveratoi. I vicoli del villaggio sono acciottolati, con carreggiate in piode. Alcune case sono ornate di stucchi e di affreschi. Uno, per la verità posto un po’ troppo in alto, per cui poco fruibile, ha un tematica biblica: “la fuga in Egitto”.

Appena uscito dal nucleo passo di fronte ad alcune ville sparse, con ampi giardini e con un panorama imprendibile sul Ceresio. Alcuni filari di viti raggiungono il limite del bosco. In prossimità di una cappella un segnavia indica il percorso per l’Alpe di Melano e la Bellavista. Proseguo in direzione della radura di Salera, sul versante orografico destro della Valle Sovaglia. Il torrente, invisibile dal sentiero, emette dei suoni pesanti, affascinanti ma nel contempo preoccupanti: dev’essere in piena.

Le occhiate di sole si alternano a passaggi di scuri cumuli. Raggiunta la bellissima radura con dei maestosi tigli, percorro circa 550 m in direzione Nord fino al Casotto di Salera (796 m). Da questo edificio il sentiero ritorna in direzione Sud, risalendo gradualmente il versante del Monte Sant’Agata. In circa un quarto d’ora pervengo al belvedere, contemporaneamente all’inizio di un temporale.

                            

                                                        Larva di formicaleone

Il nome Monte Sant’Agata (940 m) è dovuto alla presenza di una chiesetta
anteriore al XII sec., dedicata a questa santa ed eretta su un cocuzzolo un tempo adibito a strategico punto d’avvistamento longobardo.

Purtroppo è chiusa. Poco male, sono attrezzato contro la pioggia. Mi metto la mantellina, apro l’ombrellino pieghevole e mi avvio per il ritorno a Rovio, passando dagli alpeggi Bogo (757 m) e Cerro (673 m), un toponimo che ricorda la quercia amante del calcare (Quercus cerris).

La pioggia non mi impedisce di osservare alcuni aspetti naturalistici della zona: rocce, piante, fiori, microinvertebrati, ecc.

L’osservazione più interessante ma anche quella più preoccupante è la massiccia presenza di galle di cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) un insetto originario della Cina, arrivato in Ticino nel 2009, che sta compromettendo la produzione di castagne.  

 

Breve escursione sulle Prealpi ticinesi, sfidando le condizioni meteo molto variabili: ne è valsa la pena!

 

Tempo di salita: 1 h 10 min

Tempo totale: 2 h 50 min

Dislivello in salita: 458 m

Sviluppo complessivo: 6,6 km

Difficoltà: T1

Copertura della rete cellulare: buona

Tourengänger: siso


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Kommentare (4)


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Speleoalp hat gesagt:
Gesendet am 20. Mai 2013 um 17:15
bellissima relazione e bellissime foto,complimenti.

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. Mai 2013 um 20:15
Grazie Luca,
è un piacere descrivere e fotografare i luoghi che si apprezzano!
Ciao,
siso

Daniele66 hat gesagt:
Gesendet am 20. Mai 2013 um 21:15
Le tue relazioni sono sempre molto belle e interessanti,corredate anche da stupende fotografie grazie Daniele66

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. Mai 2013 um 22:26
Ciao Daniele,
grazie a te per la costante attenzione!
siso


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