Gavrinis
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Finalmente è giunto il momento di andare a vedere il Tumulo di Gavrinis: ne abbiamo letto e sentito parlare tantissimo come del Cairn più spettacolare di tutta la Bretagna. Partiamo dal camping di Conleau in direzione di Vannes percorrendo dapprima il percorso vita e poi costeggiando il porto canale affollatissimo di barche a vela di ogni provenienza.
A Vannes raggiungiamo la stazione da cui partono i bus diretti a Larmor-Baden, il villaggio da cui parte il battello per l'isola di Gavrinis.
Se il paese è piccolo il porto è veramente minuscolo: solo un approdo di pescatori, da un molo in legno parte anche il nostro traghetto: è una piccola imbarcazione su cui, oltre al capitano ed al suo cane, prendiamo posto noi ed altre quattro persone, siamo al limite della capienza.
Il percorso è breve ma decisamente suggestivo: la giornata è splendida ed il Golfo di Morbihan pullula di imbarcazioni di ogni sorta.
Approdiamo al molo dell'isola, il tumulo con i suoi 50 metri di diametro ed i 6 di altezza è ben visibile: la copertura in terra che lo ricopriva non c'è più ed appare solo l'enorme cumulo di pietre che ricopre la camera sepolcrale.
Ci accoglie una guida che, stando all'aperto, ci illustra la storia del tumulo:il cairn ricopre un corridoio di 14 metri che termina in una camera singola, pressochè quadrata, di 2,5 metri di lato. Questa camera si trova esattamente al centro del cairn. Il dolmen è costituito da circa cinquanta pietre esattamente accostate una all'altra. La più grande è quella che ricopre la camera sepolcrale: il suo peso è di 17 tonnellate. Ventitre grandi pietre sono completamente ricoperte dalle incisioni, queste furono eseguite con punte di quarzite che sono state ritrovate durante gli scavi. La data d costruzione rimane incerta ma senz'altro è risalente al Neolitico tardivo (monumenti simili sono molto diffusi in Bretagna fra il 4500 ed il 3000 A.C. cosiccome sono diffusi in Normandia, nel Poitou ma anche in Irlanda, Gran Bretagna e Spagna).
Quello che è certo è che la sua utilizzazione cessò bruscamente intorno al 3000 A.C. quando le leggere strutture di legno che si ergevano davanti all'ingresso crollarono ostruendone l'imbocco, una copertura di sabbia fu aggiunta per trasformare il Cairn in una montagnola. I primi scavi furono compiuti nel 1835 portando alla scoperta del dolmen all'interno. Altre ricerche furono portate avanti dal famoso archeologo Le Rouzic a partire dal 1930.
Dal 1989 il Ministero della Cultura ed il Consiglio Generale del Morbihan hanno dato via ad una nuova, importante, campagna di scavi e restauri che hanno permesso di modificare completamente le conoscenze su questo monumento: nel 1984 infatti gli archeologi hanno scoperto la faccie nascoste delle pietre, sono così apparse numerose incisioni, certe pietre sembrano quindi provenire da monumenti più antichi. Il caso più spettacolare è quello della pietra che ricopre la camera sepolcrale: la faccia superiore mostra diverse incisioni fra cui una grande ascia, una figura di bovide e le corna e la schiena di un altro bovide. Confrontando queste figure, soprattutto quella incompleta, e le fratture dei bordi si è potuto stabilire che questa grande pietra si raccorda perfettamente con altre due che formano, una la copertura della "Table des Marchands" e l'altra quella della cavità di Er Vinglè, entrambe a Locmariaquer, a circa 4 Km in linea d'aria.
Charles-Tanguy Leroux ha dimostrato come queste tre grandi frammenti formassero un menhir di 14 metri di altezza eretto, con tutta probabilità, non lontano dal "Grand Menhir Brisè" di Locmariaquer, questo menhir fu abbattuto ed i suoi pezzi riutilizzati per altri monumenti.
Infine ci addentriamo all'interno e la sensazione di meraviglia e di ammirazione aumenta: tutte le pietre laterali che formano il corridoio che conduce alla camera sono completamente ricoperte da petroglifi, incisioni rappresentanti spighe e messi mature perlopiù ma anche esseri umani stilizzati, corna di bovidi, croci, zigzag, ascie, serpenti, archi e freccie. .
La luce del sole entra solo ad illuminare le prime pietre, poi vi è l'illuminazione artificiale che però le fa risultare un po' fredde.
Nonostante si sia solo in sette all'interno ci si muove a fatica, torniamo all'aria aperta e, in attesa del battellino che ci riporterà sulla terraferma sbarcando qui altri visitatori, la guida ci illustra il prospiciente isolotto di Er-Lannic dove si trova un magnifico doppio allineamento di menhirs (rispettivamente di 23 e di 24 pietre) per gran parte sommersi dall'alta marea: nel Neolitico il golfo non era un mare interno come oggi ma una vallata percorsa da un fiume e cosparsa di collinette ed elevazioni, lo scioglimento dei ghiacci ed il conseguente aumento del livello dei mari hanno creato il Golfo di Morbihan e semisommerso Er-Lannic.
Risaliamo sul battello giunto nel frattempo e a Larmor-Baden riprendiamo il bus per Vannes, qui ne approfittiamo per girovagare in città scoprendo nuovi punti suggestivi nella parte medioevale del borgo, facciamo un po' di spesa per la cena di stasera e ci avviamo verso Conleau ed il nostro campeggio. .
A Vannes raggiungiamo la stazione da cui partono i bus diretti a Larmor-Baden, il villaggio da cui parte il battello per l'isola di Gavrinis.
Se il paese è piccolo il porto è veramente minuscolo: solo un approdo di pescatori, da un molo in legno parte anche il nostro traghetto: è una piccola imbarcazione su cui, oltre al capitano ed al suo cane, prendiamo posto noi ed altre quattro persone, siamo al limite della capienza.
Il percorso è breve ma decisamente suggestivo: la giornata è splendida ed il Golfo di Morbihan pullula di imbarcazioni di ogni sorta.
Approdiamo al molo dell'isola, il tumulo con i suoi 50 metri di diametro ed i 6 di altezza è ben visibile: la copertura in terra che lo ricopriva non c'è più ed appare solo l'enorme cumulo di pietre che ricopre la camera sepolcrale.
Ci accoglie una guida che, stando all'aperto, ci illustra la storia del tumulo:il cairn ricopre un corridoio di 14 metri che termina in una camera singola, pressochè quadrata, di 2,5 metri di lato. Questa camera si trova esattamente al centro del cairn. Il dolmen è costituito da circa cinquanta pietre esattamente accostate una all'altra. La più grande è quella che ricopre la camera sepolcrale: il suo peso è di 17 tonnellate. Ventitre grandi pietre sono completamente ricoperte dalle incisioni, queste furono eseguite con punte di quarzite che sono state ritrovate durante gli scavi. La data d costruzione rimane incerta ma senz'altro è risalente al Neolitico tardivo (monumenti simili sono molto diffusi in Bretagna fra il 4500 ed il 3000 A.C. cosiccome sono diffusi in Normandia, nel Poitou ma anche in Irlanda, Gran Bretagna e Spagna).
Quello che è certo è che la sua utilizzazione cessò bruscamente intorno al 3000 A.C. quando le leggere strutture di legno che si ergevano davanti all'ingresso crollarono ostruendone l'imbocco, una copertura di sabbia fu aggiunta per trasformare il Cairn in una montagnola. I primi scavi furono compiuti nel 1835 portando alla scoperta del dolmen all'interno. Altre ricerche furono portate avanti dal famoso archeologo Le Rouzic a partire dal 1930.
Dal 1989 il Ministero della Cultura ed il Consiglio Generale del Morbihan hanno dato via ad una nuova, importante, campagna di scavi e restauri che hanno permesso di modificare completamente le conoscenze su questo monumento: nel 1984 infatti gli archeologi hanno scoperto la faccie nascoste delle pietre, sono così apparse numerose incisioni, certe pietre sembrano quindi provenire da monumenti più antichi. Il caso più spettacolare è quello della pietra che ricopre la camera sepolcrale: la faccia superiore mostra diverse incisioni fra cui una grande ascia, una figura di bovide e le corna e la schiena di un altro bovide. Confrontando queste figure, soprattutto quella incompleta, e le fratture dei bordi si è potuto stabilire che questa grande pietra si raccorda perfettamente con altre due che formano, una la copertura della "Table des Marchands" e l'altra quella della cavità di Er Vinglè, entrambe a Locmariaquer, a circa 4 Km in linea d'aria.
Charles-Tanguy Leroux ha dimostrato come queste tre grandi frammenti formassero un menhir di 14 metri di altezza eretto, con tutta probabilità, non lontano dal "Grand Menhir Brisè" di Locmariaquer, questo menhir fu abbattuto ed i suoi pezzi riutilizzati per altri monumenti.
Infine ci addentriamo all'interno e la sensazione di meraviglia e di ammirazione aumenta: tutte le pietre laterali che formano il corridoio che conduce alla camera sono completamente ricoperte da petroglifi, incisioni rappresentanti spighe e messi mature perlopiù ma anche esseri umani stilizzati, corna di bovidi, croci, zigzag, ascie, serpenti, archi e freccie. .
La luce del sole entra solo ad illuminare le prime pietre, poi vi è l'illuminazione artificiale che però le fa risultare un po' fredde.
Nonostante si sia solo in sette all'interno ci si muove a fatica, torniamo all'aria aperta e, in attesa del battellino che ci riporterà sulla terraferma sbarcando qui altri visitatori, la guida ci illustra il prospiciente isolotto di Er-Lannic dove si trova un magnifico doppio allineamento di menhirs (rispettivamente di 23 e di 24 pietre) per gran parte sommersi dall'alta marea: nel Neolitico il golfo non era un mare interno come oggi ma una vallata percorsa da un fiume e cosparsa di collinette ed elevazioni, lo scioglimento dei ghiacci ed il conseguente aumento del livello dei mari hanno creato il Golfo di Morbihan e semisommerso Er-Lannic.
Risaliamo sul battello giunto nel frattempo e a Larmor-Baden riprendiamo il bus per Vannes, qui ne approfittiamo per girovagare in città scoprendo nuovi punti suggestivi nella parte medioevale del borgo, facciamo un po' di spesa per la cena di stasera e ci avviamo verso Conleau ed il nostro campeggio. .
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